Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

DOI Heft:
Fasc. 6
DOI Artikel:
Corrieri
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0510

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
CORRIERI

467

periore e della predella si riconosce ancora la mano di
Francesco per gli stessi caratteri ed inoltre per la cattiva
composizione del quadro, per il disegno sempre scor-
retto e per l’inefficacia del racconto.

Ma in mezzo all’opera incerta, faticosa del nipote
ecco apparire in alcune parti, sempre facile, sempre
abile, la mano di Leonardo. Sono opera sua le statue
di San Basilio e l’immagine della Vergine nell’abside;
suoi i quadri con le rappresentazioni della Decollazione
del Battista nella predella, di Cristo nell’orto, della
Flagellazione e della Crocifissione nella parte superiore;
suoi il Dio Padre, l’Annunciazione nei vertici e la gaia
decorazione dei fregi. La statua di San Basilio, vescovo
di Luni, rileva subito lo spirito pronto di Leonardo,
certo un poco temperato dagli anni rispetto alla esu-
berante spontaneità della prima ancona. Il maestro,
più maturo di trentacinque anni, certo vecchio quando
attese al lavoro di questo altare, si ferma con più
diligenza nei particolari, è divenuto più esperto e più
paziente. La statua di San Basilio conserva la grazia
delle statue giovanili : la testa larga è naturalmente
eretta sul collo che è pieno, saldo, non a fosse e con
i muscoli a corda come nelle figure del nipote ; i ca-
pelli e la barba sono a piccole ciocche, segnate con
le stecche, senza i sottosquadri che si compiace di
modellare Francesco: gli occhi sono vivi, non sbar-
rati, non segnati con linee profonde; tutta la figura
nel suo complesso, racchiusa nell’ampio mantello dalle
pieghe sapientemente distribuite, si distingue subito
per nobiltà dalle altre cinque statue dell’ancona. Questo
San Basilio è identico all’altro del primo altare, entro
una nicchia del pinnacolo a sinistra ; Leonardo ha ri-
prodotto con istudio più paziente una figura da lui
già creata trentacinque anni prima.

Nelle piccole composizioni dei quadri istoriati la
differenza fra i due maestri è ancora più palese. Si
accrescono le difficoltà per Francesco che tormenta
sempre le sue figure, le fa mostruose con le enormi
bocche aperté, le disegna deformi, senza forza, affol-
landole nella Morte della Vergine, mal distribuendole
nella Crocefissione di San Pietro. Leonardo invece
compone i suoi quadri con tutto l’equilibrio della sua
anima quattrocentesca, e contrappone al dolore delle
Marie che sorreggono la Vergine cadente, la spaval-
deria di tre armigeri che da un lato assistono indiffe-
renti alla scena della Crocefissione. Nelle sue figure,
modellate vive e precise, sono le passioni dell’animo
umano che pervadono con la loro violenza; è l’odio
negli occhi dello scherano che si trae indietro per dare
impeto alla sua spada omicida nella Decollazione del
Battista, è l’amore che illumina il volto di Cristo
orante nell’orto presso gli Apostoli che dormono.
Queste rappresentazioni sono mirabile esempio di forza
e di efficacia narrativa ; accanto allo zio, novellatore
drammatico, Francesco balbetta con isforzo il suo
racconto.

Prima del 1463, anno in cui fu allogato a Leonardo
e Francesco Riccomanni questo altare di Sarzana, nel
1452 i due maestri lavorarono a Genova, dove ese-
guirono, per commissione di Lionello Grimaldi, la
bellissima porta della sagrestia di Santa Maria in Ca-
stello. In alto, entro l’archivolto, Leonardo figurò la
Crocefissione, dove Cristo dal vasto torace sembra,
come nell’altare del 1432, un poderoso atleta fiaccato
dalla morte. Nell’architrave, con puttini che scherzano
tra volute di foglie, si riconosce pure la mano impec-
cabile di questo artista. Nel basso, in un fregio che

Fig. 4— Pietrasanta, San Martino
Pila per l’acqua santa di Stagio Stagi

sta sotto l’architrave, sono rappresentati due angeli
che reggono una tabella : quello di sinistra e nella
forma snella, leggera che Leonardo predilige ; quello
a destra dalla testa troppo grande, pesante e deforme,
è opera di Francesco. Suoi sono i profeti sui vertici
e le due mensole che sostengono l’architrave. In con-
fronto al lavoro di questa porta, scorretto e mal si-
curo, l’altare di Sarzana rappresenta per il debole
Francesco una grande conquista.

Gli Stagi. — Leonardo e Francesco Riccomanni
avevano spiegato la loro attività artistica fino all’ul-
timo ventennio del secolo xv. Successivamente Lo-
 
Annotationen