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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 6
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0518

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BIBLIOGRAFIA

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il campo a un altro parallelo fondato su rapporti sto-
rici e logici.

Il sesto capitolo accenna ai precursori diretti, alle
fonti dell’arte dei Van Eyck ; i capitoli settimo, ot-
tavo e nono trattano dei Van Eyck stessi. Questi tre
capitoli chiudono felicemente l’opera di cui costitui-
scono, come ho già detto, la miglior parte ; special-
mente il nono, consacrato all’analisi della Adorazione
dell'agnello, è documento di ricerca condotta con finezza
estrema e con scrupolosa coscienza. Ma pochi consen-
tiranno nella definizione del genio di Giovanni Van

Eyck, proclamato scrutatore infaticabile della natura
e precursore dell’arte moderna, e considerato insieme
come pittore profondamente religioso e mistico (1);
nè potrà non destare legittimi dubbi la maggior parte-
cipazione accordata a Giovanni nell’esecuzione del ca-
polavoro dei fratelli Van Eyck. L’opinione del F. coin-
cide con la tesi svolta in tempo recentissimo dal
Dvorak; ma contro il Fierens-Gevaert e contro il Dvorak
prevale e prevarrà l’avviso, assolutamente diverso, del
Weale. Al maggiore dei fratelli spetta il maggiore
onore dell’opera immortale. E. Brunelli.

BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO.

Storia dell’arte in generale. Opere di consulta**
zione e divulgazione. Topografia artistica ge-
nerale. Relazioni tra la storia dell’arte e le
altre scienze. Questioni e studi generali di tec-
nica, di estetica, di iconografia.

267. Arangio Ruiz (Gaetano), Arte e politica. —
Macerata, Stab. tip. Bianchini, 1905.

L’argomento è svolto in forma di conferenza, quindi nella
forma più piana e più breve ; dal concetto generale dell’arte,
definita « la manifestazione concreta, viva e vitale, nella
forma esteticamente pura, di una realtà o di un fenomeno,
di un concetto o di un’ idea, di un sentimento o di un istinto »
l’A. scende all’esame dei rapporti fra l’arte e la politica, stu-
diando e illustrando le condizioni e i casi in cui la politica
può essere ispiratrice dell’arte, ma escludendo in questa ogni
funzione politica o sociale e affermando l’indipendenza as-
soluta della visione artistica dall’ambiente politico. La luci-
dità e la precisione della brillantò sintesi lasciano il desiderio
che l’A., illustre in altro ordine di studi, non abbandoni questo
nuovo campo di studi, in cui per la prima volta si è ad-
dentrato.

268. Boni (Giacomo), Leggende. (Nuova Antologia,
a. XLI, voi. CCX, pag. 3-39; Roma, 1906).

Studio diffuso sulla leggenda della Giustizia di Traiano,
considerata sia nelle fonti letterarie che nell’ iconografia ;
molto e interessante è il materiale raccolto, ma e raccolto
in modo così inorganico e confuso che, pur rendendosi giu-
stizia alla diligenza e coscienza con cui è compiuta l’indagine,
deve convenirsi che essa non porta se non un assai scarso
contributo all’ illustrazione dell’argomento. Sono ben scelte
e pregevoli le riproduzioni, fra cui ricordo un frammento
(mai finora riprodotto) dell’ancona di Jacopo Avanzi (n. 159)
nella Pinacoteca di Bologna : trattasi però di un quadro ben
noto, non di una esumazione, come l’A. crede La conclu-
sione cui perviene lo studio, sulla derivazione della leggenda
da bassorilievi romani, non è nuova, ma è espressa in nuova
forma e riuscirebbe interessantissima, se fosse più chiaro il
pensiero dell’A.

269. Burckhardt (Daniel), Studien zur Geschichte
der altoberrheinischen Malerei. ( Jahr. d. Kónigl. preuss.
Kunstsamml., voi. XXVII, pag. 179-197; Berlin, 1906).

Un dipinto, su pietra locale, proveniente dalla chiesa di
San Domenico di Basilea, mostra, secondo l’A., che circa
il 1385 la pittura nell’alta valle del Reno trovavasi sotto in-
fluenze italiane giunte ad essa pel tramite dell’arte francese.
Più strette relazioni con la Francia dimostra un disegno esi-
stente nel Museo di Basilea; il padre di Konrad Witz (1398?-
1447) fu pittore alla corte di Borgogna. Da due tavole di
K. Witz, in possesso di privati, a Basilea, si scorge che il
pittore fu in rapporti con la scuola dei van Eyck.

270. Ferrari (Filippo), Lo smalto e le scuole prin-
cipali di Costantinopoli, Limoges, Siena e Guardiagrele.
— Chieti, Tip. Nicola Jecco, 1905.

Il lavoro del Ferrari vuol essere una rivendicazione della
scuola di Guardiagrele, scuola di cui sono affermate dall’A.
l’indipendenza e l’importanza. Discutibile quella, esagerata
questa: ciò non toglie però che l’erudito e infaticabile illu-
stratore delle memorie di Guardiagrele abbia dato un nuovo
e buon contributo alla storia dell’arte abruzzese.

271. Forster (Richard), Laokoon im Mittelalter
und in der Renaissance. {Jahr. d. Kónigl. preuss.
Kunstsamml., voi. XXVII, pag. 149-178; Berlin, 1906).

L’A. ritrova le più antiche rappresentazioni del fato di
Laocoonte nel ms. Riccardiano n. 881 (sec. xiv), nel vat.
lat. n. 2761 (sec. xv) e nel Virgilio della Riccardiana, n. 492,
ch’egli ritiene miniato dal Gozzoli. Singolare, perchè ispirato
al commento di Servio, un disegno di Filippino Lippi (Uf-
fizi, n. 169). La scoperta del gruppo antico del Laocoonte
(1506) diede nuova forma all’iconografia, ma non la fissò;
a poco a poco il tipo si alterò del tutto : cfr. l’affresco di
G. Ferrari. Inspirata alla miniatura del Virgilio Vaticano ed
al gruppo del Laocoonte è l’incisione di Marco Dente ; in-
dipendenti sono le incisioni del Fontana, gli affreschi di
N. Abati, di Giulio Romano, il dipinto del Theotocopuli
nella galleria di S. Telmo a Siviglia.

L’A. considera anche l’indiretta influenza che il gruppo
vaticano ebbe su molte opere d’arte.
 
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