/ TONDI NEL CORTILE DEL PALAZZO RICCARDI A FIRENZE
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lazzo Riccardi in Firenze, la Flagellazione in bronzo, attribuita a Donatello, esistente in
prove nel Louvre e nel Kaiser Friedrich's Museum ».
11 Vasari ' afferma che Donato, come conoscitore dell'antico, incitò l'ambizione di
Cosimo a raccogliere le opere insigni, che « tutte di sua mano acconciò ». Ma fra le re-
staurate, col pregiudizio d'integrare i frammenti, non ricorda che un Mursia legato forza-
tamente ad un albero, i cui avambracci ed i piedi si continuano a credere completati da
Donatello,2 benché la racconciatura sia assai mediocre. Altrove aggiunge 3 che l'artista
a menomissime cose dell'arte pose la mano, facendo arme di casate ne' cammini e nelle
facciate delle case de'cittadini »; l'unico esempio citato è perduto,4 ma non è improbabile
che Donatello, per secondare nel desiderio il gran protettore 0 qualche illustre amico,
abbia — sia pure a malincuore 5 — accettato umili incarichi per annobilirli con la potenza
toldo : Bacco ed Arianna «* 10 ~ DJCCO ™ :™Tina
, Palazzo Riccardi. Museo archeologico di Firenze (gemma).
espressiva della sua mano. Con gran finezza è riprodotto il cammeo del giovane gentiluòmo
nel Museo Nazionale di Firenze,6 già designato come Giovanni Antonio da Narni e da
attribuirsi per l'insincera crudezza della modellatura ad un discepolo; anche parecchie plac-
chete e terrecotte e più bronzi e stucchi furono restituiti opportunamente alla scuola.7
Autentici sono i tondi decorativi nella sagrestia di S. Lorenzo a Firenze, ove il ri-
lievo è sacrificato dall'illusione prospettica dei colori. Le figure non escono dalla profon-
dità ma rientrano nello spazio; qui non si hanno più le forme soprapposte nel decrescere
dei piani, e l'aria s'interpone a sopprimere le differenze di sporto onde non è più graduata
linearmente la luce con l'ombra. Dalla parsimonia dei tre piani classici si era liberato il
Ghiberti con i suoi famosi quadri di metallo, ne' quali i lumi sono serrati e i contorni am-
morbiditi fino a fondersi nell'immaginaria concavità del piano, a cui aderiscono come
1 Op bit., II, pp. 419-20.
2 Oggi si conserva nella Galleria degli Uffìzi
(Terzo Corridoio, n. 155) vicino alla statua simile,
di marmo color carnicino, che ebbe la testa, le
braccia e le spalle restaurate dal Verrocchio (ih.
n. 156).
3 Vasari, op. cit., II, p. 418.
♦ È ascritta a Donatello (Scuubring, op. cit.,
PP- 55 e r97) la bellissima arma dei Martelli, in
cui VHausrujer non è un'idea nuova, ma la corru-
zione rappresentativa del vago angiolo, che sporge
a mezzo busto, fra l'abaco e la campana, nel ca-
pitello del pulpito di Prato (1433). Noi la stimiamo
opera di scuola.
5 W. Bode, Denkmàler der Renaissance - Scttl-
ptur Toscanas, Text, Mùnchen, 1:892-1003, pa-
gine 26-27.
6 Rappresenta un genietto alato che guida dal
carro due superbi cavalli; dalla medesima gemma
medicea Antonio Hossellino tolse forse il soggetto
per il bassorilievo con Elio sulla biga nel sepolcro
del cardinale Giacomo di Portogallo a S. Miniato
al Monte (1461-67).
t Venturi, op. cit., VI, p. 347 1,
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lazzo Riccardi in Firenze, la Flagellazione in bronzo, attribuita a Donatello, esistente in
prove nel Louvre e nel Kaiser Friedrich's Museum ».
11 Vasari ' afferma che Donato, come conoscitore dell'antico, incitò l'ambizione di
Cosimo a raccogliere le opere insigni, che « tutte di sua mano acconciò ». Ma fra le re-
staurate, col pregiudizio d'integrare i frammenti, non ricorda che un Mursia legato forza-
tamente ad un albero, i cui avambracci ed i piedi si continuano a credere completati da
Donatello,2 benché la racconciatura sia assai mediocre. Altrove aggiunge 3 che l'artista
a menomissime cose dell'arte pose la mano, facendo arme di casate ne' cammini e nelle
facciate delle case de'cittadini »; l'unico esempio citato è perduto,4 ma non è improbabile
che Donatello, per secondare nel desiderio il gran protettore 0 qualche illustre amico,
abbia — sia pure a malincuore 5 — accettato umili incarichi per annobilirli con la potenza
toldo : Bacco ed Arianna «* 10 ~ DJCCO ™ :™Tina
, Palazzo Riccardi. Museo archeologico di Firenze (gemma).
espressiva della sua mano. Con gran finezza è riprodotto il cammeo del giovane gentiluòmo
nel Museo Nazionale di Firenze,6 già designato come Giovanni Antonio da Narni e da
attribuirsi per l'insincera crudezza della modellatura ad un discepolo; anche parecchie plac-
chete e terrecotte e più bronzi e stucchi furono restituiti opportunamente alla scuola.7
Autentici sono i tondi decorativi nella sagrestia di S. Lorenzo a Firenze, ove il ri-
lievo è sacrificato dall'illusione prospettica dei colori. Le figure non escono dalla profon-
dità ma rientrano nello spazio; qui non si hanno più le forme soprapposte nel decrescere
dei piani, e l'aria s'interpone a sopprimere le differenze di sporto onde non è più graduata
linearmente la luce con l'ombra. Dalla parsimonia dei tre piani classici si era liberato il
Ghiberti con i suoi famosi quadri di metallo, ne' quali i lumi sono serrati e i contorni am-
morbiditi fino a fondersi nell'immaginaria concavità del piano, a cui aderiscono come
1 Op bit., II, pp. 419-20.
2 Oggi si conserva nella Galleria degli Uffìzi
(Terzo Corridoio, n. 155) vicino alla statua simile,
di marmo color carnicino, che ebbe la testa, le
braccia e le spalle restaurate dal Verrocchio (ih.
n. 156).
3 Vasari, op. cit., II, p. 418.
♦ È ascritta a Donatello (Scuubring, op. cit.,
PP- 55 e r97) la bellissima arma dei Martelli, in
cui VHausrujer non è un'idea nuova, ma la corru-
zione rappresentativa del vago angiolo, che sporge
a mezzo busto, fra l'abaco e la campana, nel ca-
pitello del pulpito di Prato (1433). Noi la stimiamo
opera di scuola.
5 W. Bode, Denkmàler der Renaissance - Scttl-
ptur Toscanas, Text, Mùnchen, 1:892-1003, pa-
gine 26-27.
6 Rappresenta un genietto alato che guida dal
carro due superbi cavalli; dalla medesima gemma
medicea Antonio Hossellino tolse forse il soggetto
per il bassorilievo con Elio sulla biga nel sepolcro
del cardinale Giacomo di Portogallo a S. Miniato
al Monte (1461-67).
t Venturi, op. cit., VI, p. 347 1,