Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 20.1917

DOI Heft:
Fasc. 3
DOI Artikel:
Bollettino bibliografico
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.17337#0328

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

T. - Teoria sull'arte, sulla storia e critica artìstica,
sulla pedagogia artistica, ecc.

97. Douglas (Ainslie), Theory of Aesthetic.
(Buri, Magazine, ottobre 1916).

E il traduttore di Benedetto Croec iti Inghilterra, che olire
ai lettori del B. M. una esposizione rapida, intelligente e cor-
diale delle teorìe estetiche del filosofo italiano, senza natural-
mente rilevarne il vizio di metodo affatto «letterario», ep-
pcrciò l'impossibilità di ritrovare in esse un saldo e sostanzioso
« apriorismo » estetico, servibile anche per noi che professiamo
critica d'arte. {r. I.)

98. Conway (Sir Martin), Religion and art.
(Buri. Mag., febbraio 1916).

Alcune osservazioni di molta verità a dimostrare l'infonda-
tezza di tesi nel libro Religione e arte figurata di Alessandro
Della Seta, recentemente volto in lingua inglese. \r. I.)

99. Fry (Roger), Children's Drawings (Buri.
Mag., giugno, 1917)-

li confronto che R. Fry istituisce tra l'arte dei fanciulli e
dei primitivi, è cosa vecchia; ma ciò non importerebbe troppo
se non fosse superficiale. I disegni degli scolaretti di Miss Ki-
ehardson non hanno nulla o quasi nulla di primitivo. D'al-
tronde voler a priori scoprire l'arte nei disegni dei bambini è
cosa molto presuntuosa ed ingenua; e lungi parecchio da una
retta comprensione del fatto figurativo. (r. I.)

100. Weiterkampf (R.), Drawings a. Prints.
Their mutuai relations. (Art in America, febbraio
1917).

L'autore, movendo dalla constatazione che una rivista
della storia dell'incisione si richiama inevitabilmente a varia-
zioni di metodo e di tendenza nella tecnica del disegno e
viceversa, espone una serie d'osservazioni non senza interesse
sulle relazioni mutue tra disegni e stampe. Peccato che il W.
oscilli troppo spesso tral'osservazione del rapporto puramente
tecnico e quella del rapporto espressivo formale, in cui ogni
apparenza tecnica dev'essere risolta, sotto pena di non appar-
tenere che negativamente alla storia dell'arte.

E in verità di questi fatti negativi, e cioè di affermazioni
puramente tecniche, la storia dell'incisione ribocca!

Per citare un esempio. Il W. osserva con molta acutezza
che certa tendenza alla soprafìnitezza, alla leccatura nel di-
segno a matita che risulta nella fusione dellelinee in una salsa
granulosa finirà più tardi nella grana professionale del lito-

grafo. Ed è verissimo. Soltanto v'è scarsezza di crisi, e di giu-
dizio nel dir questo, e fermarsi lì; poiché il W. o non si accorge
o si dimentica di dire che quella grana professionale del lito-
grafo, non è certo l'espressione artistica della litografìa ch'è
stata raggiunta soltanto dai francesi della metà del secolo
passato con ben altri mezzi.

Ancora. Il Weitcukampf si limita a rilevare che certe inci-
sioni tedesche ne* disegui a chiaroscuro trasferirono il metodo
della linea nera per le ombre, alle luci rese per mezzo di
linee bianche. Ma l'essenziale qui è concludere lino a che
punto ciò potesse risolversi in atto creativo, e fino a qual
altro invece non fosse che presunzione tecnica, ossessione
di trovate calligrafiche, tendenza all'automatismo grafico.
Fatti, questi, ripeto, più facili a verificarsi e ad intendersi
nella storia dell'incisione che ha gran pena a separare chi
trattò l'incisione come arte da chi per i suoi propositi di
divulgazioni fu corrivo a degenerare in metodi par coeur, e in
schematismi manuali senz'ombra d'intelletto.

Le osservazioni del W. sono ricavate in massima dallo
studio dei disegni, che sono moltissimi, nella Biblioteca di
Picrpont Morgan; ma non sono accompagnate a sufficienza
dalle illustrazioni. (r. I.)

101. Baldwin-Brown (G.), Prchistoric Art.
(Buri. Mag., aprile 1916).

L'autore di The Aris in Early England, è persona adatta
a convincere altrui della necessità di non perder di vista l'ele-
mento estetico nella considerazione dei periodi preistorici del-
l'arte; a manifestare una garbata contrarietà ai tentativi di
spiegazioni utilitarie pratiche o rituali, di quei monumenti
quando in essi il valore decorativo si affermi con chiara pre-
pjnderanza.

Le osservazioni del 13. B. sono originate da due libri: quello
di E. A. Parkyn: An Introduction to the Study of Prehistoric
Art (London, 1915), cui il Baldwiu B. rimprovera l'assenza
di «filosofia del soggetto » e di vedute generali; e l'altro del
Mann: Archaic Sculpturiiigs (London, 1915), ove si rileva
l'eccessiva insistenza su interpretazioni simboliche di figura-
zioni e disegui, cui un sano criterio estetico sarebbe pago di
attribuire un intendimento « decorativo ». (/•. I.)

102. Baldwin-Brown (G.), Vitruvius (Buri.
Mag., dicembre 1915).

Il dott. L Prestel ha pubblicato recentemente nella serie
Kunstgesch. des Auslandes di Strasburgo una edizione di Vi-
truvio con traduzione e commento critico del quale il B. B.
 
Annotationen