L'AMBIENTE ARTISTICO URBINATE NELLA SECONDA META DEL '400 293
dei pilastri; apre, come bei nodi di nastro, i due milate in principi di stile, per il loro nitido squadro,
riccioli espansi dei capitelli appiattiti. Solo gli ai membri più importanti dell'edificio: non orna-
orli superiori della trabeazione che divide i due mento inerte, ma elementi vitali anch'esse, nella
piani sono sporgenti e affilati, separati da un loro aurea semplicità, dell'organismo architet-
solco, secondo lo stesso principio stilistico clic tonico: le pause tra le arcate del portico, o tra.
regola l'accostamento delle facciate; danno l'idea lettera e lettera, tra parola c parola, ripetono gli
di commettitura fra le due parti dell'edificio: stessi ritmi, compongono insieme il poema,
come se sul porticato fosse stata immessa dall'alto Leon Battista Alberti vuole sobrietà decorativa,
e saldata la zona chiusa del piano superiore. ma la sua ammirazione umanistica per tutto ciò
La forma, è altissima in ogni particolare; che è 1 ornano lo porta ad apprezzare anche
nitide e pure le basi delle colonne eoi loro bei l'ornamento massiccio; il Laurana è unico nel
Fig. 33 - Urbino, Palazzo durale. Cortile.
cerchi rastremati, le divisione dei capitelli divise
in due rami di foglietto espanse, come palmi di
piccole mani aperte a raccogliere nel loro cavo
leggiero rugiada e luce; l'abaco a giogo, premente
nel mezzo sopra i massicci fogliami, sollevato
agli angoli per accordarsi allo slancio dell' arco;
la base dei pilastrini a gradinata leggiera, come
piedistallo di grandi doppieri, il nitido bacino
dei tondi che concentrali la luce nei loro cavi
di conchiglia, nelle terse scodellette inghirlan-
date. Ogni ricchezza ornamentale è abolita per
non turbare con ombre le terse superlici, per non
corrompere la. cristallina chiarità dei volumi;
solo un effetto di bicromia, signorile e quieto,
è tollerato dall'artista: effetto di candide fasce
sulla parete rosata: bianche liste verticali di pi-
lastri, bianche incorniciature di finestre e porte,
nitide fasce bianche di trabeazioni che abbrac-
ciano nel loro giro l'ampiezza dell'edificio qua-
drato. Nessun fregio nelle due trabeazioni: le
sole parole della dedica a Federico da Montefeltro
incastonate come gemme entro la fascia, assi-
suo amore di sintesi, nella semplificazione asso-
luta, clic permette ai volumi di spiegare tutta la
loro intrinseca bellezza. Le sue superne! tendono ad
aprirsi, spianandosi: le facciate, come le foglie
dei capitelli, come le piccole volute ioniche;
dignità, riposo, serenità, iniperturbata, vivono
entro la chiara geometria dei volumi, la purezza
delle proporzioni, il nitore delle facciate, dove
l'ombra non trova nido. Astrazione spaziale,
visione sintetica della forma, silenzio profondo
nascente da chiarità perfetta di rapporti, raggiun-
gimento di un assoluto in arte con gli stessi
principi di stile sono i legami spirituali che strin-
gono in artistica fratellanza i tre grandi riuniti
dalla sorte in Urbino: Luciano Laurana, Pier
della Francesca, Francesco Laurana.
Il patrimonio lasciato dai tre glandi a Urbino
rimase intatto attraverso le inevitabili trasfor-
mazioni, e fu raccolto da Faffaello, che vi attinse
la chiarezza logica, la serenità visiva, lo spirito
di semplificazione e, potrebbe dirsi, di purifica-
zione e di esaltazione della natura e della vita.
(Continui). Adolfo Venturi,
dei pilastri; apre, come bei nodi di nastro, i due milate in principi di stile, per il loro nitido squadro,
riccioli espansi dei capitelli appiattiti. Solo gli ai membri più importanti dell'edificio: non orna-
orli superiori della trabeazione che divide i due mento inerte, ma elementi vitali anch'esse, nella
piani sono sporgenti e affilati, separati da un loro aurea semplicità, dell'organismo architet-
solco, secondo lo stesso principio stilistico clic tonico: le pause tra le arcate del portico, o tra.
regola l'accostamento delle facciate; danno l'idea lettera e lettera, tra parola c parola, ripetono gli
di commettitura fra le due parti dell'edificio: stessi ritmi, compongono insieme il poema,
come se sul porticato fosse stata immessa dall'alto Leon Battista Alberti vuole sobrietà decorativa,
e saldata la zona chiusa del piano superiore. ma la sua ammirazione umanistica per tutto ciò
La forma, è altissima in ogni particolare; che è 1 ornano lo porta ad apprezzare anche
nitide e pure le basi delle colonne eoi loro bei l'ornamento massiccio; il Laurana è unico nel
Fig. 33 - Urbino, Palazzo durale. Cortile.
cerchi rastremati, le divisione dei capitelli divise
in due rami di foglietto espanse, come palmi di
piccole mani aperte a raccogliere nel loro cavo
leggiero rugiada e luce; l'abaco a giogo, premente
nel mezzo sopra i massicci fogliami, sollevato
agli angoli per accordarsi allo slancio dell' arco;
la base dei pilastrini a gradinata leggiera, come
piedistallo di grandi doppieri, il nitido bacino
dei tondi che concentrali la luce nei loro cavi
di conchiglia, nelle terse scodellette inghirlan-
date. Ogni ricchezza ornamentale è abolita per
non turbare con ombre le terse superlici, per non
corrompere la. cristallina chiarità dei volumi;
solo un effetto di bicromia, signorile e quieto,
è tollerato dall'artista: effetto di candide fasce
sulla parete rosata: bianche liste verticali di pi-
lastri, bianche incorniciature di finestre e porte,
nitide fasce bianche di trabeazioni che abbrac-
ciano nel loro giro l'ampiezza dell'edificio qua-
drato. Nessun fregio nelle due trabeazioni: le
sole parole della dedica a Federico da Montefeltro
incastonate come gemme entro la fascia, assi-
suo amore di sintesi, nella semplificazione asso-
luta, clic permette ai volumi di spiegare tutta la
loro intrinseca bellezza. Le sue superne! tendono ad
aprirsi, spianandosi: le facciate, come le foglie
dei capitelli, come le piccole volute ioniche;
dignità, riposo, serenità, iniperturbata, vivono
entro la chiara geometria dei volumi, la purezza
delle proporzioni, il nitore delle facciate, dove
l'ombra non trova nido. Astrazione spaziale,
visione sintetica della forma, silenzio profondo
nascente da chiarità perfetta di rapporti, raggiun-
gimento di un assoluto in arte con gli stessi
principi di stile sono i legami spirituali che strin-
gono in artistica fratellanza i tre grandi riuniti
dalla sorte in Urbino: Luciano Laurana, Pier
della Francesca, Francesco Laurana.
Il patrimonio lasciato dai tre glandi a Urbino
rimase intatto attraverso le inevitabili trasfor-
mazioni, e fu raccolto da Faffaello, che vi attinse
la chiarezza logica, la serenità visiva, lo spirito
di semplificazione e, potrebbe dirsi, di purifica-
zione e di esaltazione della natura e della vita.
(Continui). Adolfo Venturi,