Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 20.1917

DOI Heft:
Fasc. 3
DOI Artikel:
Serafini, Alberto: Per una reliquia del miracolo di Bolsena
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.17337#0245

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
PER UNA RELÌQUIA DEL MIRACOLO DI BOLSENA

Una recente ricognizione delle Reliquie attinenti al Miracolo di Bolsena, conservate
in un cassone trecentesco nella Cattedrale di Orvieto, ci ha reso possibile la conoscenza
di alcuni oggetti, — preziosi per il loro lato storico-liturgico e per quello artistico, — da-
tabili dalla fine del secolo xiii alla prima metà del susseguente sec. xiv.

Come è noto il Miracolo di Bolsena, avvenuto nel 1263 — durante la consacrazione
dell'Ostia operata da un prete boemo che aveva dei dubbi sulla Transnstanzazione —
diede motivo ad Urbano IV, secondo la tradizione, di istituire la festa
del Corpus Domini (a. 1.264), e a^ popolo orvietano di decidere la ere-
zione della Cattedrale (cominciata avanti il 1285) a superba custodia
delle Reliquie del Miracolo: poiché ad Orvieto, per ordine del Ponte-
fice, fu trasportata la biancheria (Corporale ed annessi) che aveva
servito alla famosa Messa.

Si ritiene comunemente che la detta biancheria fosse costituita
dal solo Corporale, ma la ricognizione ultima ci ha fatto conoscere due
caratteristici frammenti di tela finissima di lino, appartenenti ad un
antico amitto dugentesco che dovrebbe essere proprio quello che il
prete indossava in quel giorno fatale.1 Il più grande dei frammenti

(fìg. 1. a) conserva ancora intatta da un lato una maravigliosa sutura 1 ~ Amitto ai~

, , , , . . n ti j -i caico del secolo xiii

del tempo che serviva a congiungere sulla spalla destra il pezzo ante- . .

1 . • (Ricostr. sui tram-

riore dell'amitto a quello posteriore. 11 secondo frammento (fìg. 1 b) menti Orvietani).

appare staccato a forza dal primo, ed è all'evidenza una parte del
lato posteriore dell'amitto che ancora porta le fila spezzate della sutura alla spalla si-
nistra. Sebbene così frammentarie, le reliquie orvietane di questo indumento liturgico
sono importantissime per la storia del costume ecclesiastico. L'amitto, ricordato dalle
fonti verso la fine del secolo Vili come vestito liturgico (anagolaium), nei tempi carolingi
divenne comune in tutto l'Occidente sotto il nome di super humeraleèd amictus. Secondo
gli « Ordines », pubblicati dal Mabillon, a Roma e nell'ambito dell'immediata influenza

Bibliografia: Braun G. Die liturgische Gewan-
dung im Occident und Orient nach Ursprung und
Entwicklung, Verwendung und Symbolik. Fri-
burgo, 1907. Frattini, Storia della basilica e con-
vento di s. Francesco d'Assisi. Prato, 1882. Errerà
I., Catalogne d'étoffes anciennes. Bruxelles, 1901.
Migeon. G., Les arts du Tissu. Parigi, 1909. Muntz
e Frothincam, li tesoro della basilica di S. Pietro
in Vaticano, Roma, 1883. Rock D., Textile Fabrics,
Londra, 1870. Venturi A., Storia dell'arte Ita-
liana, voi. 5, Milano, 1907. 1d., Un drappo prezioso

del sec. XIII nella basilica d'Assisi, (Arie, 1906^
pagina 216).

1 Questi frammenti hanno qua e là delle macchie
rossiccio sanguigne — ora quasi svanite —; e una
striscietta di pergamena che è unita al frammento
principale (a) porta la indicazione: Reliq(ui)e San-
guini^ Chr(ist)i. L'iscrizione è in una scrittura dal-
l'apparenza arcaica, e vorrebbe sembrare del se-
colo xiii. Ma deve essere stata preparata nella
prima metà del sec. xiv forse in sostituzione della
primitiva che non doveva dare sufficiente garanzia
 
Annotationen