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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 20.1917

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Fasc. 1
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Foratti, Aldo: I tondi nel cortile del Palazzo Riccardi a Firenze
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https://doi.org/10.11588/diglit.17337#0063

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/ TONDI NEL CORTILE DEL PALAZZO RICCARDI A FIRENZE

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delle masse secondarie, senza interrompere con la ricercatezza del cesello, il gioco delle
ombre profonde e de'riflessi.

Quando Donatello imprende a trattare argomenti antichi,1 non partecipa passiva-
mente alla copia, che gli sembra un inutile anacronismo; l'ingegno, geloso del suo potere,
s'imbeve dell'idea animatrice dell'opera, e non la riammoderna, come il pedante che rat-
toppa un vecchio testo, ma come il creatore che assimila e riplasma col suo genio. Egli
per primo si arrischia di abbozzare con la magìa di pochi tocchi le più incisive figure
de' suoi bassorilievi, e rende l'illusione spaziale per drammatizzare glie pisodi con l'elo-
quenza della fede e dell'angoscia a cui basta un gesto od una sillaba.

(d'imitatori e gli scolari, contraffacendo i tratti materiali, frantesene la psicologia
del sommo plastico, e si crogiolarono in intrecci di forme irte ed aggrovigliate o snervate
ed appiattite. Spinti agli eccessi dalla versatilità di lui, clic sintetizzava spiritualmente
le composizioni, per tradurle con tutti i nervi della vita nelle lastre di bronzo e di marmo
(senza sommergerle in una lotta di ripieghi con i mezzi tecnici), i seguaci non capirono
il valore di certi sottosquadri improvvisi o di qualche stacco originale, e rimasero inerti
o rozzi in paragone del riformatore per eccellenza.

* * *

Copiatori diligenti e fiacchi sono quelli dei tondi riccardiani, e noi ci proveremo
di distinguerli. Il Venturi2 pensò alla probabile esecuzione
di Bertoldo, ma a noi pari- che all'opera decorativa abbia
partecipato anche un secondo donatelliano. Il satiro dan-
zante del Bacco ed. Arianna offre qualche analogia con
YOrfeo (o Arione) di Bertoldo nel Museo Nazionale di
Firenze; il pronto girarsi e la tensione muscolare delle
teste rievoca l'Ercole a cavallo della Galleria Estense
in Modena, ed il movimento complessivo ci riporta
alle forme più temperate della maniera che impoverisce
la forza, attinta dagli esemplari, nel contorcere e defor-
mare i corpi. A Bertoldo, anche per la pratica del bron- m
zista, che stiaccia il rilievo e mantiene vivo il contrasto fra
i chiari e gli scuri, assegniamo, oltre al Bacco ed Arianna,
lo Scita prigioniero ed il Trionfo d'amore. In queste tre
sculture l'inquieto seguace ha introdotto qualche variante Fig. 15 — Bertoldo.:

e, pur trattando con perizia il marmo, è caduto in notevoli Scita prigioniero

errori di proporzione. Il profilo risaltato del corpo di Bacco Firenze, Palazzo Riccardi,

(ne! primo tondo) taglia crudamente con l'ombra il torace

sottoposto di Sileno, a cui la testa non pianta sul collo: difetto questo che si ripete nel-
l'erote con la fiaccola riversa del terzo medaglione, dove la goffaggine dell'amorino, che
trattiene la ruota, non è estranea a quella dei putti reggicartella nei sepolcri di Erasmo
e Giovanni Antonio da Narni nel Santo a Padova. L'affìlatezza dei pirofili, ristampati
con un segno metallico, tanto nel soldato romano, quanto in Psiche, e la sovreccitazione
generale rivelano l'artista esercitato con sforzo alla prodigiosa contenenza e all'euritmia
delle immagini donatelliane, mentre nelle sue prime prove sembra un timido classicista.

Il ricorrere di parecchi particolari tecnici negli altri cinque tondi fa sì che questi
siano da ascrivere ad un solo artista, diverso dal primo. In essi le figure aderiscono al
fondo con contorni pieni ed arrotondati, ed il fare ricorda, pur senza spontaneità e fre-

1 F. Burgf.r, Donatello und die Antike, in Re- pp. 1-13.
perlorìum fiir Kunstwissenschaft, XXX (1007), 2 Cfr. p. -t, nota 22.
 
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