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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 20.1917

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Fasc. 1
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Hermanin, Federico: Di alcuni incisori italiani della prima metà del Seicento
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https://doi.org/10.11588/diglit.17337#0068

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FEDERICO HE KM A NIN

e che ha saputo piegare il segno dell'acquaforte a raffigurare con vivacità e semplicità
le più minute caratteristiche delle piante e della terra, non si parla quasi o si giunge
a scrivere come di un semplice esecutore.5

Remigio Cantagallina fu detto pei suoi paesaggi imitatore di Paolo Brill, mentre
non è che un seguace di quella scuola paesistica che prima del Brill fiorì in Italia per opera
dei Cartacei e dei loro predecessori, che nella scuola romana avevano trovato i primi
insegnamenti. Così pure egli non è da considerare allievo di Giulio Parigi, di cui fu coe-
taneo, ma piuttosto suo collaboratore, tanto che non credo di sbagliare pensando che più

Francesco Gollignon (da disegno di Andrea Sacchi): Festa in Piazza Navona nell'anno 1648. (Particolare)

a lui che al Parigi si debbano i motivi paesistici nelle incisioni di feste e simili, imma-
ginate nella scuola scenografica granducale.

Le stampe del Cantagallina vanno dall'anno 1002 al 1635 ed è quindi assurdo ciò che
alcuni scrissero avere egli subito influenza da Giacomo Callot, che entrò poco più che
ventenne nel 1614 nella scuola di Giacomo Parigi, dove già da anni il Cantagallina lavo-
rava e donde nel 1608 e 1609 erano uscite quelle piccole acquetarti paesistiche, in cui egli
ci ha dato i primi saggi di quella maniera che il grande maestro di Nancy portò poi alla
perfezione. Il Callot vide le incisioni del Cantagallina e ne trasse idee per i paesaggi, come
dai disegni e dalle incisioni del Parigi ed in genere dalle pitture toscane dei seguaci di
Andrea del Sarto e di Jacopo da Pontormo aveva tratto ispirazione per le sue vivaci
composizioni di figure.

1 U. Thiene, Algemeines Lexicon der bìldenden Kùnstler, Leipzig, G. A. Seemann , rqi 1. voi. Y,
 
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