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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 20.1917

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Fasc. 1
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Hermanin, Federico: Di alcuni incisori italiani della prima metà del Seicento
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https://doi.org/10.11588/diglit.17337#0069

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DI ALCUNI INCISORI ITALIANI DELLA PRIMA METÀ DEL SEICENTO

La maniera del Cantagallina di disegnare piccole case rustiche e semplici paesaggi
toscani la ritroviamo, ad esempio, nell'incisione descritta dal Meaume (40) al n. 759 ed
in quella con la rappresentazione di Elia con la vedova di Jefte (Meaune n. 2).

Nè gli insegnamenti di Remigio Cantagallina si fermarono a Giacomo Callot, perchè
alcuni disegnatori ed incisori, che comunemente sono indicati come allievi del maestro

Stefano Della Bella - Roma, Gabinetto Nazionale delle stampe n. 117394

lorenese, mostrano di avere ammirato non solo le maravigliose opere sue, ma anche
fermato l'occhio sulle piccole stampe dell'oscuro toscano.

Tra i seguaci del Callot vanno infatti distinti i Francesi dagli Italiani. Tra i Francesi
godono fama speciale Israel Silvestre, fine ed elegante imitatore del Callot e Francois
Collignon, che giunse sino a contraffare le opere del maestro. Fra gli Italiani è celebre
sopra tutti Stefano Della Bella fiorentino, che lavorò lungamente a Parigi e fu veramente
il solo artista che possa dirsi degno seguace del Callot.

Seguace fedelissimo fu egli infatti del francese, ma non servile, perchè seppe conservare
chiare le sue caratteristiche personali e nazionali nelle sue celebri stampe, come ad esempio
in quella conosciutissima in cui raffigurò l'ingresso di un ambasciatore di Polonia in Roma
al tempo di papa Urbano Vili. Nelle incisioni sue colle figurazioni degli assedi di Arras
e della Rocella e nella veduta del Pont Neuf a Parigi, le capricciose figurine, le masse
di cavalli e d'armati, tutto è fatto con ispirazione personale, pur seguendo esternamente
 
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