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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 20.1917

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Fasc. 1
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D'Ancona, Paolo: A proposito della "Primavera" di Sandro Botticelli
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https://doi.org/10.11588/diglit.17337#0074

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PAOLO D'ANCONA

nistica del tempo preziosa tonte d'ispirazione.1 Si noti poi che queste rare figurazioni
appartengono quasi sempre alla serie dei mesi, che vengono messi in correlazione coi
pianeti e con l'influsso che dagli astri emana sulla terra, onde in esse troviamo com-
misti elementi tratti dalla realtà con elementi medioevali astrologici e con altri relativi
al trionfo delle divinità che reggono l'avvicendarsi del tempo. Infatti, e ne' freschi di
Schifanoia, e nelle miniatore del già ricordato De sphaera della Estense, e nella nota
incisione di Baccio Baldini la scena appare sempre dominata da Venere, là quale beni-
gnamente largisce piaceri agli uomini in quell'epoca dell'anno in cui la rinnovellata
natura invita a' godimenti de' sensi. E se anche nella figurazione botticelliana non poteva

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mancare l'immagine di Venere, ch'è personificazione della forza generatrice diffusa nella
natura, non si tratta qui di una Venere lasciva, ma di una Venere che, nella sua ma-
linconia malaticcia, non ha nulla di erotico e sembra, anziché invitare all'amore, assorta
in lontane e caste visioni.

Il nostro anonimo illustratore, quasi fosse consapevole del suo scarso valore d'ar-
tista, non tenta neanche, come abbiam detto, di avventurarsi nelle profondità del mito
e della leggenda. Per significare la Primavera egli si limita a ritrarre due figure di don-
zelle, l'una delle quali coglie fiori e ne riempie il grembo, mentre l'altra, seduta a terra,
va intessendo una di quelle ghirlandette ch'erano preferito adornamento muliebre nelle
feste amorose di maggio in Firenze. Nella sua freschezza primaverile la semplice scena,
informata a gentilezza popolare toscana, richiama alla nota ballata trecentesca:

Per una ghirlandetta
Ch' io vidi mi i'arà
Sospirare ogni fiore...

Paolo D'Ancona.

1 Cfr. A. Venturi. La Primavera nelle arti rappresentative, in Nuova Antologia, a. XXVII, 1892, pag. 3Q.
 
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