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CORRADO RICCI
discutibile che possa esser sua la statua in terracotta della Madonna col Bambino che
ora vedesi nell'interno di quel Duomo.
Niccolò Baroncelli invece visse lungamente a Ferrara; vi stabilì anzi famiglia e
bottega e vi morì nel 1453 dopo aver compiuta una notevole serie di lavori per Borso
d'Este e per il Duomo, aiutato dal figlio Giovanni1, dal genero Domenico Paris e da diversi
altri scultori.
Scolari tanto Antonio che il Baroncelli del Brunelleschi, non isfuggirono certo
alla poderosa influenza di Donatello, di fronte alla quale inchinossi anche « la superba
altezza » del Mantegna come più tardi Raffaello a Michelangelo. Ma erano in caso Nic-
colò Baroncelli e gli altri, anche minori, di plasmare la terracotta che illustriamo? Pur
non convenendo col Bode quando chiama il Baroncelli « un mestierante », aggiungendo
per derrata che « i suoi lavori autentici sembrano quelli di un battirame »/ dobbiamo
ad ogni costo riconoscere che il Baroncelli non era assolutamente tale artista da model-
lare una creta nel modo pronto, energico, vivo, appassionato, ond'è modellata la nostra.
I putti che reggono l'arca, specialmente il primo a sinistra e quello in basso che si accosta
timido al cane tenendosi pronto a celarsi sotto l'arco, il santo che procede doloroso por-
tando la destra alla faccia, la figura semidistesa in basso, piena di angosciosa stanchezza,
non possono uscire che da una mano che obbedisca ad un grande intelletto, ossia, in altre
parole, da un artista che al fulmineo e magnifico esercizio della stecca sappia con rara
potenza infondere vita e passione.
Che Donatello sia stato a Ferrara, chiamatovi da Padova nel 1450, risulta dai
documenti; non risulta purtroppo che vi rimanesse e vi operasse qualche lavoro. Era
stato invitato a compiere « algune figure de metallo», ma committente ed artista «non
rimaxeno de acchorde ».2
Ma esclude ciò ch'ei non potesse in breve modellarvi la creta che ammiriamo? Esclude
che questa non potesse, ad esempio, esservi portata dalla vicina Padova?
Corrado Ricci.
1 Lo scultore Bartolomeo Belluno da Padova pagina 414.
nell'Archivio storico dell'Arti:, TV (Roma, 1891), 3 Cittadella, <>p. cit., 1, p. 48.
CORRADO RICCI
discutibile che possa esser sua la statua in terracotta della Madonna col Bambino che
ora vedesi nell'interno di quel Duomo.
Niccolò Baroncelli invece visse lungamente a Ferrara; vi stabilì anzi famiglia e
bottega e vi morì nel 1453 dopo aver compiuta una notevole serie di lavori per Borso
d'Este e per il Duomo, aiutato dal figlio Giovanni1, dal genero Domenico Paris e da diversi
altri scultori.
Scolari tanto Antonio che il Baroncelli del Brunelleschi, non isfuggirono certo
alla poderosa influenza di Donatello, di fronte alla quale inchinossi anche « la superba
altezza » del Mantegna come più tardi Raffaello a Michelangelo. Ma erano in caso Nic-
colò Baroncelli e gli altri, anche minori, di plasmare la terracotta che illustriamo? Pur
non convenendo col Bode quando chiama il Baroncelli « un mestierante », aggiungendo
per derrata che « i suoi lavori autentici sembrano quelli di un battirame »/ dobbiamo
ad ogni costo riconoscere che il Baroncelli non era assolutamente tale artista da model-
lare una creta nel modo pronto, energico, vivo, appassionato, ond'è modellata la nostra.
I putti che reggono l'arca, specialmente il primo a sinistra e quello in basso che si accosta
timido al cane tenendosi pronto a celarsi sotto l'arco, il santo che procede doloroso por-
tando la destra alla faccia, la figura semidistesa in basso, piena di angosciosa stanchezza,
non possono uscire che da una mano che obbedisca ad un grande intelletto, ossia, in altre
parole, da un artista che al fulmineo e magnifico esercizio della stecca sappia con rara
potenza infondere vita e passione.
Che Donatello sia stato a Ferrara, chiamatovi da Padova nel 1450, risulta dai
documenti; non risulta purtroppo che vi rimanesse e vi operasse qualche lavoro. Era
stato invitato a compiere « algune figure de metallo», ma committente ed artista «non
rimaxeno de acchorde ».2
Ma esclude ciò ch'ei non potesse in breve modellarvi la creta che ammiriamo? Esclude
che questa non potesse, ad esempio, esservi portata dalla vicina Padova?
Corrado Ricci.
1 Lo scultore Bartolomeo Belluno da Padova pagina 414.
nell'Archivio storico dell'Arti:, TV (Roma, 1891), 3 Cittadella, <>p. cit., 1, p. 48.