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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 20.1917

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Fasc. 1
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Bollettino bibliografico
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https://doi.org/10.11588/diglit.17337#0092

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BOLLETTINO BIBLIOGKAFICO

La sola superstite è la tavola della Cattedrale di Reggio Emi-
lia, grossolana imitazione delle ancone del Cossa, di Ercole de'
Roberti e degli intarsi dei Lendinara. B. O. figlio di un Lazzaro
falegname nacque a Reggio intorno al 1446. lavorò tra 1*81 e
il 1522 e non fu legato di alcun vincolo di parentela con Lelio
Orsi da Novellara di cui fu probabilmente il maestro, (a. b.j.

7. Poggi (G.), Di un cammeo di Giovan An-
tonio de* Rossi nel R. Museo Nazionale di Fi-
renze. (Rivista d'Arte, diretta da G. Poggi, 1916,
gennaio-marzo).

L'A. illustra un'opera di G. A. de Rossi, ampiamente elo-
giata dal Vasari, il Cammeo con i ritratti di Cosimo I de' Me-
dici, di Eleonora di Toledo e dei figli, ritenuto scomparso ed
ora esposto nel Museo N. di Firenze. Un disegno libero del
Cammeo attribuito al Vasari, della Christ-Churoh Library di
Oxford, lo riproduce con una incorniciatura imaginaria.

{a. b.).

8. Sirèn (Osvakl), Leonardo da Vinci, The Artist
and the man. Revised with the aid of William
Rankin a. others. New Haven, 1916.

Non conosciamo lo svedese, come era prevedibile, ma cre-
diamo sulla parola il signor Sirèn, che questa seconda edizione
inglese dello studio su Leonardo sia assai differente dalla prima,
scandinava, per aver applicato una « greater emphasis upon
aesthetic analysis » e aver preferito piuttosto « to direct at-
tention to Leonardo's chief qualities as an artist *. Chi in-
fatti ricordando le prime forme dell'attività di storico del pro-
fessor Sirèn, formo tutte morelliane, e pur avendone seguito i
primi tentativi di evoluzione verso una critica più attuale seb-
bene applicata ad argomenti non abbastanza n realizzabili
criticamente » (cfr. Buri. Magaz., 1912: A Late Gothic paci of
Une), legge queste pagine su Leonardo resta quasi sbalordito
dell'abilità con cui l'autore con l'umiltà di un giovine di belle
speranze si è voluto rieducare alle tendenze critiche più in voga.
Spiro d.i queste pagine l'aria leggermente snobistica che è ca-
rattere precipiio del criticismo alla moda nella cerchia che fa
capo al Burlington Mdgazine, sebbene non si possa stabilire
(sempre per colpa dello svedese) quanto di ciò possa risalire
alla alleanza stretta dell'autore con il traduttore William
Rankin, un critico americano molto al corrente, come dimostra
la breve Stona della Pittura italiana scritta da lui e da un col-
legio di misses, e ottima per le biblioteche d'Hòtols internazio-
nali, dove « Mornings in Florence » e « Stones of Venice »
sono ormai giù di moda.

É v' è in più un residuo di teorismo germanico — una mi-
stione adunque che non potrebbe meglio rappresentare la sorte
critica di uno —- svedese.

Fatta dunque astrazione dallo scheletro del volume, che
aell*alternare la discussione biografica museografìea all'esame
estetico d^lle opere, la questione cronologica esterna a quella
interna, nell'aggiungere « a sketch of Leonardo's personality,
character and views of Life », e nel non dimenticare, fra le
illustrazioni, neppure una veduta del luogo di Vinci risente
ancora un poco della fìsonomia tradizionale della monografia
un po'farcita e boujfie, affermiamo subito con piacere e senza

reticenze che il libro è veramente ragguardevole sotto lo
aspetto critico, impostato com'è con cautela mirabile su una
cernita del gruppo d'opere autentiche del maestro sulle quali
basare la ricostruzione della personalità.

È certo che un criterio più largo ed equanime s'è venuto
afforzando di recente attorno ai problemi d'autenticità leo-
nardesca; e il Sirèn, che nella prima edizione s'era mostrato
piuttosto restio, aderisce ora in gran parte a questo nuovo cri-
terio, così da riconoscere ampiamente la mano di Leonardo
neh11Annunciazione degli Uffizi, così da ritenere totalmente di
Leonardo la Madonna fìénois ora all'Eremitaggio di Pietro-
grado {e si consente) e il San Giovanni Battista del Louvre (ed
è difficile aderire). L'autore è arche molto tentato (ma cre-
diamo a torto) dalla bellissima terracotta di Madonna coi
Figlio ch'è al Victoria and Albert Museum. Forse qualche anno
ancora, e Sirèn si deciderà ad adottare il nuovo criterio per La
Belle Ferronière e perla supposta Ginevra della Galleria Liech-
tenstein, ma non dubitiamo che si manterrà costantemente
contrario all'accettazione della Fanciulla colf Ermellino a Cra-
covia, della stordita Resurrezione del Museo di Berlino, e che
accentuerà la negazione di fronte alla Madonna Lilia per la
quale pare ancora pensare benignamente alla collaborazione
di Leonardo con uno scolaro.

E nella congerie dei disegni attribuiti a Leonardo è impossi-
bile essere in due a trovarsi sempre d'accordo: così, sebbene
la scelta del Sirèn sia ottima, non ci sentiremmo di rite-
nere con lui di mano del maestro il disegno a matita rossa
creduto uno studio per V Ultima Cena, e quello per la SanVA una
Metterza all'Accademia di Venezia; il foglio con gli studi per
la testa della Leda a Windsor e qualche altro; siamo ancora
incerti, mentre il Sirèn pare certo, che si debbano attribuire a
Leonardo gli studi per la Leda a ginocchi, a Chatsworth e a
Weimar, che Morelli è vero attribuì male a Sodoma, ma che
tuttavia parrebbero importare uno sbalzo troppo grande nelle
tendenze figurative del maestro, da un ideale cioè di plastica
insottilità, di linea resa estremamente duttile, viste entrambe
attraverso un tramato di tratteggi pittoreschi, a un senso di
plastica ed isolata pienezza, affatto michelangiolesco.

A parte queste poche riserve, basti il detto per dimostrare
quanto corretta e fondata sia nel complesso la scelta iniziale
del Sirèn per formare il gruppo d'opere sulla qui genuinità
basare la valutazione estetica dell'artista.

E per tornare appunto ad essa diremo ch'è basata essen-
zialmente su due grandi precedenti critici : Wòlrflin e Be-
renson. L'influenza del primo è visibile, fra l'altro, nella con-
cezione insistente dell'High Renaissance (Hoch-Renaissance)
e nell'interpretazione e rilievo dati agli aggruppamenti com-
positivi triangolari, piramidali, ecc. A dimostrare la presenza
del secondo basterebbe scegliere una frase fra mille: ■• The
highest pitch of animation is reached in the dash, the suppie
interplay of muscular strain between borse and rider, — a
tension more than visible, for we react to it in our own mu-
scular memeries and potentials », detto a proposito di uno
studio per la statua equestre dello Sforza.

Non si può negare che in questa scelta dei precedenti cri-
 
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