Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 20.1917

DOI Heft:
Fasc. 2
DOI Artikel:
Ferrari, Emma: Albertino e Martino Piazza da Lodi
DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.17337#0189

DWork-Logo
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
ALBERTINO E MARTINO PIAZZA DA LODI

155

ripeteva nei suoi polittici, cercò d'imitare nel viso del suo diacono i tipi di quello, nelle
altre figure di quest'opera sua ha lasciato l'idealismo, per dire le sue parole vive e sin-
cere. La testa d'uno di questi personaggi è rappresentata con uno scorcio che Alber-
tino non avrebbe trovato mai, e mostra il suo profilo camuso; altri due hanno teste
quadre e vigorose con fronte bassa e labbra sporgenti: un santo, inginocchiato presso

Fig. 7 — Albertino Piazza :
Tavoletta della Galleria dell'Accademia Carrara a Bergamo
(Fot. Anderson).

la morta, si direbbe di Callisto, tanto è vivo. La verità dei gesti, il panneggio agitato,
persino svolazzante, i colori che sono in tutta la gradazione del rosso, vivificano la bella
scena, dove Albertino non ha agito se non per influsso blando.

Dopo quest'opera, che non possiamo datare per nessun documento storico, e tanto
meno stilistico, (mancandoci una successione delle opere di Martino) non sappiamo più
nulla del padre di Callisto. Con tutta probabilità egli era defunto quando il fratello
nel 1529 viene a mancare: non soltanto, infatti, egli non è chiamato a succedere nel-
l'opera d'Albertino (e lo avrebbe potuto), ma non e nominato affatto coi suoi tre figli
nel documento dell'agosto: i tre fratelli vivevano in Lodi nella vicinia di S. Damiano,
e cominciavano a sostituire il padre e lo zio come pittori ufficiali dell'Incoronata e
delle chiese di Lodi,
 
Annotationen