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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 20.1917

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Fasc. 3
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Muñoz, Antonio: Alcune opere sconosciute del Bernini
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https://doi.org/10.11588/diglit.17337#0223

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ALCUNE OPERE SCONOSCIUTE DEL BERNINI

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dello spazio destinatogli, tra due colonne, non ha permesso al Bernini di dar carattere
grandioso al sepolcro, e specialmente di dargli quella forma piramidale che egli predi-
ligeva; imaginò così una nicchia superiore (intorno alla quale per ottenere effetto di
maggiore profondità disegnò un arco prospettico, come quelli da lui posti nel terzo
piano del palazzo Barberini); e avanti alla nicchia, in basso pose una piccola urna sor-
montata da targa retta da due puttini; il tutto, esempio raro nell'arte berniniana,
in marmo bianco. Anche l'esecuzione dei varii elementi slegati del mausoleo, lasciata
ai discepoli, non è troppo fine, ove se ne eccettui la statua della contessa, e specialmente
la testa che il Bernini scolpì di sua mano. La bella donna, dalle forme giunoniche, sta

eretta in atto solenne, in costume classico, tunica e manto, col capo cinto da diadema
e tiene nella destra un bastone, insegna della potestà regia, e col braccio sinistro stringe
contro il seno la tiara pontificale e le chiavi di Pietro. Nella collezione privata del prin-
cipe Barberini si conserva una piccola statuetta in bronzo della Contessa, che è certo
un modelletto eseguito dal Bernini (piando preparava il mausoleo della gentildonna.
La figuretta, alta cm. 39, non presenta varianti di atteggiamento o di attributi dalla statua;
tuttavia è assai diversa da questa: nel marmo la matrona ha forme opulente, poderose;
largo è il collo, il volto pieno; e il panneggio forma grandi pieghe, ampie canncllature,
e si distacca molto dal corpo, invece il modellino di bronzo è più raccolto; le forme
sono più lini; il panneggio più stretto attorno alla persona; e il manto non si annoda
affagottato intorno alla cintola, ma è più serrato e aderente. 11 volto della gentildonna
è fine, i capelli raccolti e tirati, mentre nella statua grande ricadono abbondantemente dalle
due parti. Dal bozzetto traducenrlo l'opera in marmo il Bernini ha slargato le forme,
ha cercato quei maggiori effetti di chiaroscuro, che sono propri del suo secondo periodo
del 1630 al '40: l'epoca in cui scolpiva il San Longino.

6. Bernini: David strozza il leone
(Dai l'ormata di Urbano Vili).
 
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