L'INCORONATA DI LÒDI ED IL SUO PROBLEM A COSTRUTTIVO
zzi
vedesse in lui un divulgatore d'idee, liberale di consigli, uno Squarcione non invidioso
di nessun Mantegna sortogli accanto per togliergli la clientela del pedagogista antiquato
con la viva ed intemperante critica dell'archeologo. Assai argomentarono gli studiosi su
la presunta derivazione della sagrestia di S. Satiro dalla cappella Portinari in S. Eu-
storgio, dove — per chi abbia occhi — un ben diverso tema è svolto alla fiorentina.
La luce si propaga nella cappella da due bifore, con la colonnina a candelabro, aperte
ai lati dell'arca; qui il costruttore indulge all'uso locale e non precorre il canone bra-
mantesco. T quattro muri della pianta sono involti da archi su cui s'impesta, per mezzo
di pennacchi, il breve tamburo della cupola a sedici cordonature, con lunette ad oculi,
otto de'quali sono chiusi. Facendoci poi a considerare l'organismo esterno, non rico-
nosciamo alcuna anticipazione stilistica 1 nel rivestimento cilindrico della cupola a
magre lesene corintie, suddivise da spazi rettangolari, adorni di tondi, e nelle quattro
torricciuole (rimaneggiate eleganze del gotico nella matura Rinascita 2), che non ram-
mentano certo i quattro campanili di rinfìanco, ideati per S. Maria di Canepanova in
Pavia,3 i quali traggono origine dal primitivo S. Lorenzo, secondo la miniatura di un
manoscritto di Tristano Calco.4
1 Sarebbe ingenuo il richiamo alla cupola di
San Satiro.
2 Gli ornamenti di terracotta ed i capitelli di
pietra sono in genere lavorati debolmente, tranne
gli ovoli e le freccie, che nello stampo incisivo ri-
velano la signorilità fiorentina, costretta a model-
lare l'argilla. Le torricciole angolari possono anche
provenire dai campanili romanici, che attutiscono
il passaggio dalla pianta quadrata della canna di
mattoni al cono, inserendo quattro pinnacoli negli
spazi liberi.
3 II Fit.arf.tk, descrivendo la chiesa dello Spe-
dale Maggioi e di Milano (Tractat iiber die Bau-
hìinst nebst seinen Buchern von der Zeichcnkunst
und den Banten der Medici, herausg. von Dr. Wol-
fang von Oettingkn, Wien, 1890, p. 357 e fig. 5
a p. 369), scrive: « Su ogni canto, cioè sopra alle
capette e sagrestie, è uno campanile, che è più alto
che la trebuna ciascheduno braccia uenti ».
4 Biblioteca Ambrosiana di Milano, tristanj
Chalci, Mediolanensis, Historiae Patriae (Ms. A,
188. p. Inf. c. iqv.). Le denigratissime orecchie ag-
giunte dal Bernini al Pantheon potevano rinve-
nire un esempio parziale ne' primi secoli dell'era
nostra. La miniatura del Calco mostra le torri le-
gate come contrafforti alla cornice della rotonda.
Queste, analoghe ai campanili romanici in uso
fino al Trecento, erano parte della chiesa nell' vili se-
zzi
vedesse in lui un divulgatore d'idee, liberale di consigli, uno Squarcione non invidioso
di nessun Mantegna sortogli accanto per togliergli la clientela del pedagogista antiquato
con la viva ed intemperante critica dell'archeologo. Assai argomentarono gli studiosi su
la presunta derivazione della sagrestia di S. Satiro dalla cappella Portinari in S. Eu-
storgio, dove — per chi abbia occhi — un ben diverso tema è svolto alla fiorentina.
La luce si propaga nella cappella da due bifore, con la colonnina a candelabro, aperte
ai lati dell'arca; qui il costruttore indulge all'uso locale e non precorre il canone bra-
mantesco. T quattro muri della pianta sono involti da archi su cui s'impesta, per mezzo
di pennacchi, il breve tamburo della cupola a sedici cordonature, con lunette ad oculi,
otto de'quali sono chiusi. Facendoci poi a considerare l'organismo esterno, non rico-
nosciamo alcuna anticipazione stilistica 1 nel rivestimento cilindrico della cupola a
magre lesene corintie, suddivise da spazi rettangolari, adorni di tondi, e nelle quattro
torricciuole (rimaneggiate eleganze del gotico nella matura Rinascita 2), che non ram-
mentano certo i quattro campanili di rinfìanco, ideati per S. Maria di Canepanova in
Pavia,3 i quali traggono origine dal primitivo S. Lorenzo, secondo la miniatura di un
manoscritto di Tristano Calco.4
1 Sarebbe ingenuo il richiamo alla cupola di
San Satiro.
2 Gli ornamenti di terracotta ed i capitelli di
pietra sono in genere lavorati debolmente, tranne
gli ovoli e le freccie, che nello stampo incisivo ri-
velano la signorilità fiorentina, costretta a model-
lare l'argilla. Le torricciole angolari possono anche
provenire dai campanili romanici, che attutiscono
il passaggio dalla pianta quadrata della canna di
mattoni al cono, inserendo quattro pinnacoli negli
spazi liberi.
3 II Fit.arf.tk, descrivendo la chiesa dello Spe-
dale Maggioi e di Milano (Tractat iiber die Bau-
hìinst nebst seinen Buchern von der Zeichcnkunst
und den Banten der Medici, herausg. von Dr. Wol-
fang von Oettingkn, Wien, 1890, p. 357 e fig. 5
a p. 369), scrive: « Su ogni canto, cioè sopra alle
capette e sagrestie, è uno campanile, che è più alto
che la trebuna ciascheduno braccia uenti ».
4 Biblioteca Ambrosiana di Milano, tristanj
Chalci, Mediolanensis, Historiae Patriae (Ms. A,
188. p. Inf. c. iqv.). Le denigratissime orecchie ag-
giunte dal Bernini al Pantheon potevano rinve-
nire un esempio parziale ne' primi secoli dell'era
nostra. La miniatura del Calco mostra le torri le-
gate come contrafforti alla cornice della rotonda.
Queste, analoghe ai campanili romanici in uso
fino al Trecento, erano parte della chiesa nell' vili se-