234
ALDO F OR ATTI
alla chiave dell'arco interno, e questo fascio di raggi si diffondeva calmo su le pitture
circostanti,1 perchè gli stucchi d'oro, fioriti su le lesene turchine, su gli archi e su le
volte, cesellate come cofani, non assorbissero tutta la luce proiettata dalle alte aperture
della lanterna o riflessa obliquamente dalle controbifore dell'ambulacro. Dei trentasei
oculi. aperti nel tamburo e sotto il tetto, e divisi a coppie, solo i primi sedici danno
scarsissima luce alla cupola, per mezzo delle analoghe controaperture di questa, che
sono quasi accecate dai fregi; gli altri guardano in un corridoio donde si può ammirare,
come in quello inferiore, l'ossatura della cupola congiunta da larghe fasce sopraelevate
di muratura. Lo spazio compreso fra il nascimento della volta ed il perimetro equivale
alla profondità delle cappelle e alla larghezza dell'ambulacro.
L'interno dell'Incoronata ha certo migliori proporzioni d'ogni altro edilizio bra-
mantesco. Nella sagrestia di S. Satiro 2 la loggia è oppressa dalla decorazione (fìg. n)
nella (piale il rapporto architettonico intristisce senza un significato intrinseco, cosicché
1 Gli affreschi tolti dalle pareti delle cappelle di
S. Giovanni Battista e di S. Antonio abate (ora
nel Museo Civico di Lodi) sono interessanti per la
disparità dello stile. T primi non si scostano dalle
abitudini impacciate e un po' volgari di un ritar-
datario antibergognonesco, che impaglia fantocci
dai visi schiacciati, con occhi che sgusciano senza
sentimento; ed i secondi siimi da riconoscersi per
opera dell'indistinto Martino Piazza, meno fine e
più tagliente di Albertino, suo fratello e collabo-
ratore. Non consentiamo, dunque, nel garbato esame
fattone dalla signorina E. Ferrari (in L'Arte, XX
(1917), pag. 147-48), e rimandiamo, per gli oppor-
tuni confronti, alle undici tavole pubblicate dal
fotografo G. Marchi di Lodi.
2 Nonostante i rilievi che facciamo a questa
opera, ci sembra appropriata l'impressione del
Geymult.kr, che, dopo un'acuta analisi, con-
chiude: « Pcrhaps no building in [taly produces
a more intense charm of harmony both in the
aerial and in the linear proportions » (The school of
Bramante, in The IL j. />'. A. Journal, v. VII,
N. S. (1.891), pp. 99- 1 00).
ALDO F OR ATTI
alla chiave dell'arco interno, e questo fascio di raggi si diffondeva calmo su le pitture
circostanti,1 perchè gli stucchi d'oro, fioriti su le lesene turchine, su gli archi e su le
volte, cesellate come cofani, non assorbissero tutta la luce proiettata dalle alte aperture
della lanterna o riflessa obliquamente dalle controbifore dell'ambulacro. Dei trentasei
oculi. aperti nel tamburo e sotto il tetto, e divisi a coppie, solo i primi sedici danno
scarsissima luce alla cupola, per mezzo delle analoghe controaperture di questa, che
sono quasi accecate dai fregi; gli altri guardano in un corridoio donde si può ammirare,
come in quello inferiore, l'ossatura della cupola congiunta da larghe fasce sopraelevate
di muratura. Lo spazio compreso fra il nascimento della volta ed il perimetro equivale
alla profondità delle cappelle e alla larghezza dell'ambulacro.
L'interno dell'Incoronata ha certo migliori proporzioni d'ogni altro edilizio bra-
mantesco. Nella sagrestia di S. Satiro 2 la loggia è oppressa dalla decorazione (fìg. n)
nella (piale il rapporto architettonico intristisce senza un significato intrinseco, cosicché
1 Gli affreschi tolti dalle pareti delle cappelle di
S. Giovanni Battista e di S. Antonio abate (ora
nel Museo Civico di Lodi) sono interessanti per la
disparità dello stile. T primi non si scostano dalle
abitudini impacciate e un po' volgari di un ritar-
datario antibergognonesco, che impaglia fantocci
dai visi schiacciati, con occhi che sgusciano senza
sentimento; ed i secondi siimi da riconoscersi per
opera dell'indistinto Martino Piazza, meno fine e
più tagliente di Albertino, suo fratello e collabo-
ratore. Non consentiamo, dunque, nel garbato esame
fattone dalla signorina E. Ferrari (in L'Arte, XX
(1917), pag. 147-48), e rimandiamo, per gli oppor-
tuni confronti, alle undici tavole pubblicate dal
fotografo G. Marchi di Lodi.
2 Nonostante i rilievi che facciamo a questa
opera, ci sembra appropriata l'impressione del
Geymult.kr, che, dopo un'acuta analisi, con-
chiude: « Pcrhaps no building in [taly produces
a more intense charm of harmony both in the
aerial and in the linear proportions » (The school of
Bramante, in The IL j. />'. A. Journal, v. VII,
N. S. (1.891), pp. 99- 1 00).