L'AMBIENTE ARTISTICO URBINATE NELLA SECONDA METÀ DEL '400 279
non hanno rapporto con quelle di Luciano, sti- L'elasticità, notata a proposito dei capitelli,
lizzate dal vero, nei lobi che si espandono con è carattere comune alle opere di Filippo Brunel-
tanta delicatezza di scavo tra i nitidi lilievi delle leschi: dalla cupola del duomo di S. Maria del
nervature. Il largo spiano- che separa le due Fiore (fig. 20), con le sottili slanciate costolature
metà simmetriche delle foglie regola i vuoti al- raccolte intorno alla svelta cuspide, con le facce
l'intorno; un fiore stellato riempie i vani, conti- a leggiero scavo, di gotico sapore, con la nervosa,
nuando esattamente, col suo stelo, l'asse della eleganza che la rende culmine ideale della città
foglia inferiore. Di grado in grado la ricchezza ed espressione viva dello spirito fiorentino nel
del capitello alimenta seguendo col jsuo peso la Quattrocento, all'aristocratica cappella Pazzi (fì-
Fig. ifi — Urbino, Palazzo ducale.
Capitello di Luciano Laurana.
espansione della campana, e conducendo quie-
tamente all'abaco, al giogo maestoso che com-
prime tutta quella vegetazione e l'assiepa. I.e
grandi foglie del Brunellesco, nella cappella Pazzi,
cadono come per appassimento, ondulando, se-
condo convenzioni gotiche; quelle del Laurana
si piegano rigide, a ombrello immobile, commen-
tando nel loro giro la bella sagoma della campana,
che il fusto aderente decora di strie profonde e
«li delicati festoni. Le foglie del Brunellesco,
riunite in basso, si alzano dietio il pesante collarino
aprendosi a ventaglio, portando un carattere di
slancio verso l'alto, mentre quelle del Laurana,
larghe alla base, fissate al liscio anello del colla-
rino, convergenti per gradi, acquistano significato
di riposo, nelle loro sagome raccolte, nel ritmo
lento della loro ascensione, controbilanciata dal
ricader grave del vertice.
gura 21) con l'arco della facciata sopraelevato
dalla trabeazione, più vicino all'arco del tiburio
nelle chiese romaniche che non agli ampli superbi
archi romani d'un protiro, con gli agili modiglioni
onduli che sorreggono il cornicione del tetto,
lasciando un vuoto, una camera d'aria; col suo
coronamento culminante a imbuto, con la legge-
rezza de' suoi vani. E quale vivacità di getto
prendono gli ai chi delle navate di San Lorenzo
e di Santo Spirito (fig. 22), allacciando nell'aria
i loro ponti disopra gli alti pulvini che il Bru-
nellesco interpone fra colonna ed arco, e che
aggiungono, a questo, carattere di agilità, per
via delle loro rastremature affilate e discoste
l'ima dall'altra gradualmente, a mantice! Quei
pulvini non sono un'aggiunta inerte: sembrano
staccare colonna da pilastro, per loro propria
facoltà espansiva. Anche l'artificio, più volte
non hanno rapporto con quelle di Luciano, sti- L'elasticità, notata a proposito dei capitelli,
lizzate dal vero, nei lobi che si espandono con è carattere comune alle opere di Filippo Brunel-
tanta delicatezza di scavo tra i nitidi lilievi delle leschi: dalla cupola del duomo di S. Maria del
nervature. Il largo spiano- che separa le due Fiore (fig. 20), con le sottili slanciate costolature
metà simmetriche delle foglie regola i vuoti al- raccolte intorno alla svelta cuspide, con le facce
l'intorno; un fiore stellato riempie i vani, conti- a leggiero scavo, di gotico sapore, con la nervosa,
nuando esattamente, col suo stelo, l'asse della eleganza che la rende culmine ideale della città
foglia inferiore. Di grado in grado la ricchezza ed espressione viva dello spirito fiorentino nel
del capitello alimenta seguendo col jsuo peso la Quattrocento, all'aristocratica cappella Pazzi (fì-
Fig. ifi — Urbino, Palazzo ducale.
Capitello di Luciano Laurana.
espansione della campana, e conducendo quie-
tamente all'abaco, al giogo maestoso che com-
prime tutta quella vegetazione e l'assiepa. I.e
grandi foglie del Brunellesco, nella cappella Pazzi,
cadono come per appassimento, ondulando, se-
condo convenzioni gotiche; quelle del Laurana
si piegano rigide, a ombrello immobile, commen-
tando nel loro giro la bella sagoma della campana,
che il fusto aderente decora di strie profonde e
«li delicati festoni. Le foglie del Brunellesco,
riunite in basso, si alzano dietio il pesante collarino
aprendosi a ventaglio, portando un carattere di
slancio verso l'alto, mentre quelle del Laurana,
larghe alla base, fissate al liscio anello del colla-
rino, convergenti per gradi, acquistano significato
di riposo, nelle loro sagome raccolte, nel ritmo
lento della loro ascensione, controbilanciata dal
ricader grave del vertice.
gura 21) con l'arco della facciata sopraelevato
dalla trabeazione, più vicino all'arco del tiburio
nelle chiese romaniche che non agli ampli superbi
archi romani d'un protiro, con gli agili modiglioni
onduli che sorreggono il cornicione del tetto,
lasciando un vuoto, una camera d'aria; col suo
coronamento culminante a imbuto, con la legge-
rezza de' suoi vani. E quale vivacità di getto
prendono gli ai chi delle navate di San Lorenzo
e di Santo Spirito (fig. 22), allacciando nell'aria
i loro ponti disopra gli alti pulvini che il Bru-
nellesco interpone fra colonna ed arco, e che
aggiungono, a questo, carattere di agilità, per
via delle loro rastremature affilate e discoste
l'ima dall'altra gradualmente, a mantice! Quei
pulvini non sono un'aggiunta inerte: sembrano
staccare colonna da pilastro, per loro propria
facoltà espansiva. Anche l'artificio, più volte