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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 20.1917

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Fasc. 3
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Venturi, Adolfo: L' ambiente artistico urbinate nella seconda metà del Quattrocento
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https://doi.org/10.11588/diglit.17337#0318

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284

ADOLFO VENTURI

il miracolo: legano la zona inferiore, preesistente,
al grande frontone nuovo; creano un sistema eli
verticali, ossatura dell'edificio, tagliate in due,
con violenza, dalle cornici affilate della trabea-
zione: la chiara geometria del Rinascimento to-
scano, lo squadro che concede intervento solo
all'arco a pieno centro, di tutta maestà, s'impone:
l'organismo nuovo e creato. Nonostante la neces-
sità di rimanere entro le antiche proporzioni

fasto, incorporata alla massa muraria, fusa cor.
essa, quale conveniva all'artista che, nel trattato
d'architettura, parlando d'ornamenti, sosteneva
« non si adopreranno se non come le gemme in una
corona, cioè mettendone poche, e ne' luoghi più
onorati » Ed altrove ancora « e le statue, e le ta-
vole, e tutte le cose belle che si applicheranno è
necessario sieno disposte in modo da sembrare
nate in quei luoghi, e come sorelle ». Cosi l'Alberti

dell'edificio, l'immaginazione accesa dell'Alberti
trova modo di trasfondere nella facciata carat-
tere di maestà solenne, di darle l'impronta della
potenza di Dio, com'egli voleva, per via di sem-
plicità che significhi grandezza. La porta, di puris-
sima sagoma, col magnifico arco della volta., che
riposa così serenamente e con tanta ferme/za
sulla trabeazione, con la sua altezza eccelsa, è la
parte viva dell'antica costruzione; domina senza
contrasti; esprime regalità, larghezza ospitale. Fssa
è il cuore della grande facciata; la nicchia profonda
che la raccoglie, e che associa nel suo spessore due
pilastri insieme saldati, le dà profondità d'ombre,
risonanza, grandezza.

La decorazione è ammessa per arricchire l'ef-
fetto, ed è tra le più elette che l'architettura del
Quattrocento abbia mai accolte; decorazione senza

metteva in vigore il concetto che parsimonia e ar-
monia di rapporti sono fondamento di un'ornamen-
tazione eletta. Vedasi, nelle colonne che fiancheg-
giano la porta di Santa Maria Novella, la bellezza
del fusto affusato, a calice puro; delle rade foglie
che sorgon dall'anello sottile del collarino, come dal
loro cerchietto d'oro le punte di un diadema regale;
e negli stipiti i regolari mazzi di frutta appesa a
semplici anelli e divisi in due tralci che un feston-
cino, vera chiusura di monile, cougiunge nel mezzo.
Non v'è particolare decorativo che non sia calco-
lato nelle gradazioni del suo rilievo con rigore di
proporzioni; la ricchezza di vena fantastica, l'im-
maginazione ardente di Leon Battista Alberti, che
si esalta elevando a un'altezza trionfale questa
porta, si accompagna alla più profonda calma na-
scente da armonia, profonda di proporzioni, da
 
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