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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 20.1917

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Fasc. 3
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Venturi, Adolfo: L' ambiente artistico urbinate nella seconda metà del Quattrocento
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https://doi.org/10.11588/diglit.17337#0321

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L'AMBIENTE ARTISTICO URBINATE NELLA SECONDA METÀ DEL '400 287

nell'ombra della nicchia potente; a Firenze arcata
e porta s'immedesimeranno, qui la seconda sembra
abbassata apposta, perchè la voce trionfale
dell'arco si levi più alta e sola. E se è vero che
l'Alberti si sia ispirato, nel gettare le tre superbe
arcate sulla facciata del tempio malatestiano
dall'arco di Augusto a Rimini, non si può affer-

solamcnte a questo fine », egli scrive, a che ammo-
niti da queste varie spezie di edificazioni, ci
sforziamo con le nostre nuove invenzioni di ugua-
gliarci a quelle, o veramente per laude superarle ».
Il fianco della chiesa riminese (fig. 30) è una gran-
diosa sfilata di arcate aperte nello soessore ampio
del muro: gli archi a pieno centro riposano soli-

mare che lo abbia ripetuto tre volte: l'arco di
Augusto è ampio: è grave e massiccio, a bocca
capace di grotta; l'arco del tempio di Rimini
unisce alla maestà d'ampiezza le proporzioni
eleganti del Rinascimento toscano, sagome più
pure e più svelte; raggiunge, nel suo slancio per-
fettamente equilibrato, nel suo dominio dello
spazio anche in altezza, un grido eli trionfo mag-
giore. Dappertutto, anche nella forma dei capi-
telli, superiori per gradazione di aggetti a quelli
dell'arco augusteo, l'innato buon gusto toscano
rinnova e trasforma. L'Alberti dà romanità
d'imponenza alle sue costruzioni, ma non copia
mai; egli, lo ha detto, vede nell'antichità un mezzo
proprio al rinnovamento dell'architettura, «ma

damente su massicci pilastri dorici, in perfetta
quiete; entro le grandi nicchie i sarcofagi, poten-
temente squadrati, purissimi nella loro semplicità,
formano come il terzo grado dello zoccolo a sca-
linata. Neppure gli archi della, facciata dànno
un'idea di romanità più forte di questo porticato
massiccio, co' suoi pilastri solidi, i suoi archi
gravi, i suoi nitidi sarcofagi. Il tempio di Rimini
rimase incompiuto: manca l'arcata grandiosa
che doveva incoronarlo, manca la cupola immensa,
ma anche qual è porta l'impronta di dominio e
di magnificenza che Leon Battista Alberti voleva
serbata ai templi e alle reggie; attua un sogno di
grandiosità romana rinovellata. Euritmia di
rapporti crea la potente unità dell'organismo
 
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