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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 20.1917

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Fasc. 3
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Venturi, Adolfo: L' ambiente artistico urbinate nella seconda metà del Quattrocento
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https://doi.org/10.11588/diglit.17337#0323

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L'AMBIENTE ARTISTICO URBINATE NELLA SECONDA METÀ DEL '400 289

■ S*m^

i monumenti dell'arte intangibili. «E quantunque», d'Urbino (fig. 31), il Laurana ricordò i due tor-
scriveva, « nessuna cosa possa farsi dagli uomini rioni (fig. -52) chiudenti, a Napoli, l'arco trionfale
che sia stabile, che sia fortificata abbastanza d'Alfonso, ma, non pili costretto a schiacciare tra
contro all'ingiuria degli uomini, pure la bellezza due moli gigantesche la nuova costruzione,
sola impetrerà grazia dagli nomini ingiusti, giunse, nel palazzo urbinate, a un'altezza idealo
sicché essi moderino la stizza loro, e soffrano che infinitamente più grande. La lascia mediana si
non le sia latta villania: ed io voglio avanzarmi distende, ampia e divisa in tre zone; e una serie
a dire clie un lavoro per nessun'altra cosa può di arcate, nel centro della facciata, col suo piano
giammai esser più sicuro dalle ingiurie de' nemici, a rilievo, assopisce il distacco dalla parete liscia
(pianto per la dignità e venustà della sua bellezza ». agli sporgenti torrioni cilindrici, sicché l'organismo

Fig. 29 - Rimini, tempio Malatestiano. Facciata.

* * *

Non, in Luciano Laurana, gli slanci elastici
del Brunellesco, ne la monumentalità di Leon
Battista Alberti, ma studio di proporzioni, chia-
rezza di superne! distese, abbandono degli ornati
per amoro di forma pura, quiete inalterata e
profonda. Come lo scultore Francesco Laurana
tornisce i suoi busti marmorei per togliere alla
forma conchiusa in ideali schemi geometrici ogni
asprezza, l'architetto dalmata distende lo bolle
superfici riducendo quanto sia possibile ogni
rilievo di modanatura perchè rientri nella, chiara
massa muraria: per questo, il fogliame dei capi-
telli si affittisce in spessore; i successivi listelli
delle arcate son graduati leggermente; l'archi-
trave delle finestre appena si distacca dal piano
della parete. Leon Battista Alberti, per via di
proporzioni numeriche, dà agli edifici risonanze
armoniche; lo stile del Laurana, conduce a, ritmo
tranquillo, a ìcgolarità cadenzata di pause.
Nell'idcarc la facciata ovest del palazzo ducale

L'Arte. XX, 38

architettonico si compone con adamantina, rego-
larità di forme: il soffocamento della stretta fascia
centrale tra iorti rotonde masse, il dominio della
rocca medioevale sulle classiche arcate sovrap-
poste dispare: Laurana è libero di attuare i suoi
sogni, di comporre in perfetta sintesi geometrica

10 spazio.

A Napoli, per necessità di cose, l'organismo
mancava di unità e di chiarezza; non si componeva.

11 dissidio tra la rocca del Medioevo e le logge del
Rinascimento; mentre, a Urbino, veramente
sorelle, come Leon Battista Alberti voleva,
parti indissolubili di uno stesso edificio, sono le
zone che costituiscono le pause ritmiche, il poema
architettonico, f torrioni pesanti si sono mutati
in due svelte torri che levano alto le loro belle
corone; e che s'inseriscono con perletta natura-
lezza sopra il piano liscio della facciata, immede-
simandosi con ossa, dando l'idea di due rollili
fermi, fra i (piali si stiri e distenda, un lembo
rasato di storta. A Napoli le grandi torri si aprono
 
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