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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 20.1917

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Fasc. 3
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Venturi, Adolfo: L' ambiente artistico urbinate nella seconda metà del Quattrocento
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https://doi.org/10.11588/diglit.17337#0324

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ADOLFO VENTURI

appena, a campana, in alto, e i bei nastri dei
modiglioni si appendono all'orlo di essa, dispa-
rendo nel solco che cinge il purissimo anello
della corona; a Urbino, non più distesi e saldati
al cilindro greve, ma con frequenti nodi e rastre-
matile, irradiano dal sottile cerchio, collarino
ideale, si sgranano intorno alla tazza espansa
del cornicione, formando catena di festoncini
allacciati tra listello e listello come minuscoli
archi poggianti sulle loro colonnine. Due anelli,
a labbri profilati, sovrapposti a combacio, formano

della rapida discesa, elevò, idealizzando l'effetto
napoletano, la. miracolosa serie delle logge so-
vrapposte, affioranti a una superficie unica, e
raccoglienti tutte le voci dell'edificio. Nuda,
squadrata la prima loggia, candore incontaminato
di marmo: di pietra liscia la balaustra, con un
semplice orlo arrotondato; le due grandi lettere
del monogramma di Federico incise appena,
come a graffito, a fior di superficie; tra pilastri
e arcata neppure un solco, come se nella pietra
viva fosse stato tagliato a filo continuo il bel

qui, con la serie dei raggi che li sostengono,
un vero, alto diadema che incorona le torri;
ceichi su cerchi concentrici regolano la dilata-
zione ascendente della massa muraria. Le moli
di Napoli, colossali e uniformi, eran moli di rocca,
adatte a sorgere sul piano sconfinato del mare;
le svelte torrette di Urbino riassumono il carattere
del pendio scosceso che si avalla dietro il palazzo:
la nitida alta facciata sembra attuare, riguardo
all'ambiente naturale che la circonda, il concetto
di armonia e di unità che Leon Battista Alberti
aveva espresso, parlando degli ornamenti in
rapporto all'insieme: l'edificio è incorporato ai
suoi dintorni, continua, riassume le linee del
paese, nasce da esso, A Napoli, Luciano I aurana
doveva aver ammirata la visione della città
sorgente dal mare, delle case ascendenti, piano
per piano, a .filo, sullo specchio delle acque; e
quando, a Urbino, volle creare, con la sua facciata
ovest, il compimento del lato ovest della città,

ponte dell'arco; liscio l'archivolto, che nelle
altre logge è adorno di cassettoni: la pietra grezza
nella purezza della sua sagoma limpida.

La seconda loggia è di un grado più alta e
più svelta; l'arco purissimo riposa su due colon-
nette ioniche, di marmo lucido, a capitelli rac-
colti; le lettere si staccano dal fondo nitide,
impresse come da punta di diamante entro un
piano di cristallo; la balausticlla, sempre bassa,
intreccia, una preziosa, minuta scacchiera. L'ornato
è escluso dal I.aurana, creatore di forma pura;
le ghirlande onorarie degli archi romani scom-
paiono sostituite da due semplici lettere, tracciate
in geometria cosi da diventar parte viva dell'archi-
tettura: l'asta, verticale del grande 77 squadrato
viene a coincidere con la sottile lesena che incor-
nicia i pennacchi, e il cerchietto prezioso del C
si arresta al limite dell'altra lesena, come nascosto
da essa. Le due lettere gemmee incastonate nel
fondo delineano l'aureo listello, che si continua,
 
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