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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 20.1917

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Fasc. 4
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Pacchioni, Guglielmo: La villa "Favorita" e l'architetto Nicolò Sebregondi
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https://doi.org/10.11588/diglit.17337#0367

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LA VILLA « FA VOLUTA » E Vi

Principe Umberto n. 3); dei camini di marmo
quei pochi che, in mezzo alla ruina generale
dell'edifìcio aveyan potuto conservarsi in buono
stato, furono, pochi anni la, divelti da] loro
luogo e trasportati in una villa moderna a Mon-
tichia ri,

I a fuga di sale clic, per compiacere il gusto
del suo signore il Sebregondi s'ora ingegnato a
ricavare (come c'informa la sua lettera al duca
il 13 giugno 1624) dalla pianta interna dell'edi-
ficio, di giorno in giorno minacciata di totale
abbattimento, priva di tetto, va rovinando len-
tamente e sul pietriccio qua e là ammonticchiato
seguitano a cadere i frammenti di stucco delle
cornici, gli stipiti marmorei delle porte, gli ul-
timi rimasugli di decorazione dei soffitti e delle
finestre incorniciate di stucchi bizzarri.

Della lunga e piena attività artistica del
Sebregondi, che visse a Mantova circa un quaran-
tennio, non ci rimangono (piasi altro che dei
ricordi.

« Nicolò Sebregondi abita di dietro a. S. Gervaso
et è di nazione svizzero e di professione mate-
matico, architetto e ingegnerò. Abitò un temilo
in Fiandra et indi in Roma di dove lo condusse
a Mani iva il duca Ferdinando per suo archi-
tetto, dandogli uilicio delle fabbriche. Sono suoi
disegni il palazzo della Favorita, l'Eremo dei
Camaldolesi e la porta di ("erese ». Così la cronaca
e mtemporanea dello Zucchi.1

l'istrutti nel [793 la Chiesa e il Romitorio
al Bosco della Fontana è rimasto soltanto il
Palazzo detto del Padiglione che il D'Arco,
scambiando una notizia data dall'Amadèì, dice
costrutto: «nell'anno 1633 per ordine di Carlo
Duca Vili » (Carlo I di Nevers).

II Palazzo del Padiglione, diventato ora anche
esso una modesta casa colonica, non era che un
piccolo luogo di sosta: una specie di Casino o di
Padiglione da caccia, adatto per brevi riposi in
mezzo al vastissimo bosco che vi si stendeva e
in parte vi si stende ancora d'intorno sulla via
che da Mantova e mduceva al castello di Marmi-
nolo. Un edificio quadratele massiccio rialzato agli
angoli da quattro piccole e tozze tonicene rustiche;
un grande atrio si apre nel mezzo e risponde
vers> le due facciate attraversando l'edificio in
tutta la sua profondita; Dall'atrio si accede in
poche sale terrene ove agonizza ancora qualche
traccia di affresco; le modeste stanzette del
piano superiore erano senza dubbici riservate
ai servizi (fig. (>).

1 D'Arco, Arti e artefici mantovani, voi. 1", pag. tot.

ÌRCHITETTO N. SEBREGONDI 333

I.a decorazione esterna dell'edificio, a bugnato
e alla rustica, semplice, massiccia ed organica,
riflette i modi che Giulio Romano aveva ormai,
da circa mezzo secolo, resi tradizionali nella
architettura mantovana, spogli di ogni più
sbrigliata fantasia pittorica, di ogni impeto di
originalità, ridotti sopra una schema di classi-
cismo più rigido, più composto e riflesso, inter-
pretati con un,) spirito di gravità e di pesantezza
eccessive.

K, insomma la traduzione, entro schemi più
accademici, delle forme architettoniche di Giulio
Romano.

Ma non cosi pare si determinasse nella lunga
operosità mantovana l'arte del Sebregondi che,
se non fu mai tanto fattiva da creare intorno a

Fig. e - Parco ili Bosco Fontana (Marmirolo) : Casino
■\<-\ Padiglione. Arch. Anton Maria Viani (?).

sé una scuola, nò tanto personale da stabilire
una. tradizione, sia pur breve e ristretta, non
poteva però limitarsi a ricopiare, col ritardo
ili (piasi un centennio, gli esemplari di Giulio
che già da un pezzo il Bertani aveva messo fuor
di moda alla corte mantovana.

Quanto rimane della costruzione della Favorita
ci pruda, d'altra parte, assai lontani dalla tradi-
zi me artistica del Pippi.

Il casino del Padiglione, che ancora vediamo
cinto di fossato sorgere presso un con fluire di
viali selvosi nel Bosco della Fontana, non è
infatti quello fatto costruire da Carlo di Nevers
accanto al Romitorio dei Camaldolesi, ma una
più antica costruzione che risale all'epoca 0 di
Guglielmo o (li Vincenzo 1 e della (piale ('-Intra
ritiene autore il cremonese Anton Maria Viani.

Accanto a questo Casino o Castello era la
famosa fontana popolata di Naiadi e di Tritoni
marmorei di cui parla il biografo del duca Gu-
glielmo1 e dalla- (piale venne il nome al bosco
e alla villa. Di essa non c'è ora più alcun ricordo.

' 1). Intra, Guida di Mantova, pag. Cfr. anche

Arrivamene, Vita, dì Guglielmo. Mantova. ijHK.
 
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