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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 20.1917

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Fasc. 4
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Pittaluga, Mary: Eugène Fromentin e le origini de la moderna critica d'arte, [4]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17337#0372

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33»

MARY PITTA LUCA

tendano conseguir effettiva capacità. « Il est la clef de beaux arts; c'cst lui qui donne
entrée aux autres parties de la peinture; c'est l'organe des nos pensées, l'instrumcnt de
nos démonstrations et la lumière de notre entendement o.1 Altrove spiega ancora come
il gusto e la correttezza de la linea siano tanto necessari, che un pittore, il quale non
si mostri sopratutto buon disegnatore, deve far miracoli, per conseguir fama; e con-
clude: « Le dessein termine les couleurs et debroùille Ics objets, son élégance et sa cor-
rection ne sont pas moins nécessaires dans la peinture que la pureté du langage dans
l'éloquence ».2 Se il colore, quindi, è ritenuto qualchecosa di più che la semplice sotto-
lineatura del disegno; se gli effetti di luce non sono considerati come distrazione de
l'occhio da la linea pura; se il chiaroscuro cessa d'esser biasimato, quale inopportuno velo
degli errori e dei pregi del contorno, tuttavia, è evidente che Roger de Pyles teorico
consideri ancora la pittura, come vassalla del disegno.

Accade, così, che l'antico trovi ancor una volta un fautore; il quale lo ritiene mezzo
precipuo d'esplicazione de la scienza del nudo, e, come gli academici, mezzo di consegui-
mento d'ogni perfezione: « C'est de l'antique que l'on doit non sculement tirer ce qu'il y
a de meilleur pour les proportions, mais il contient cncore plusieurs choses qui con-
duisent au sublime et à la perfection ».' Roger de Pyles ammette che poche persone
siano capaci di capire tutta la felicità di una statua greca; ma dichiara, che l'artista
deve a ciò sforzarsi, tenendo presente che, se l'antichità soltanto à conosciuto la vera
bellezza, è necessario venire in possesso d'un sistema di sicura interpretazione de l'an-
tichità stessa. Nel trattatcllo L'idée du peintre parfait, che è, fra tutti, quello in cui più
palese appare l'influenza academica, l'amatore scrive: « lls [i Greco-Romani] ont donné
à leurs figures des proportions conformes à leur caractère, et ont designé les divinités
par des contours plus coulans, plus élégans et d'un plus grand-goùt que ceux des hommes
ordinaires. Ils ont fait un chois epuré de la belle nature, et ils ont excellement remédié
l'impuissance où la matière qu'ils employent, les mettoit de tout imiter », 4 — soggiunge:
« Il pittore non potrebbe dunque far di meglio, che cercar di penetrare l'eccellenza di
queste opere, per ben conoscere la purezza de la natura e per disegnare più dottamente
ed elegantemente ».s Tuttavia, neppur Roger de Pyles (anzi, egli meno che altri), com-
prende lo spirito de l'arte greca, in quanto è espressione mirabile d'un genio sereno,
appassionato de la vita e del vero — e, mentre suppone, come tutti al suo tempo, che
gli scultori antichi si siano più che altro affannati ne la ricerca d'una bellezza sopranna-
turale, rimane cieco dinanzi a le manchevolezze del periodo greco-romano, le cui opere
personificarono quasi essenzialmente la scultura ellenica, agii occhi del Sei e Settecento.

A le sue teorie l'Amatore trova conforto in un argomento grave: lo stesso Rubens
non proclamò l'imitabilità de le statue antiche nel De imitatione statuarum, che appare
tradotto nel Cours de peinture! 11 critico non potrebbe quindi supporre, che, nel sec. xix,
dinanzi a la Crocifissione e a la Deposizione d'Anversa, si dovesse censurare, appunto,
l'ispirazione a l'antico, che da le tele traspare — non potrebbe supporre che, in esse,
si dovessero apprezzare proprio quei particolari, in cui meno si manifesta l'influsso « du
romanisme »; nè che quell'influsso verrebbe considerato come un preconcetto, dal quale,
tuttavia, le due opere, la Deposizione specialmente, avesser tratto popolare rinomanza.6

Charle Le Brun aveva insegnato di corregger la natura, secondo i classici modelli.
E Roger de Pyles scrive: « La nature est ordinairement défectueuse dans les objets par-
ticuliers, dans la formation desquels elle est... detournée, par quelques accidents contre
son intention, qui est toujours de taire un ouvrage parfait » 7 — e ripete, così, un con-
cetto consueto, che implica già la winckelmanniana teoria del Bello Ideale — consueto

1 Cours de peint., pag. n8.

2 L'idée du peintre parf., pag. 42.

3 Cours de peint., pag. 122.
* Pag. 25.

5 Pag. 25.

5 E. Fromentin', Mattres, pag. 75 c segg.
7 L'idée du peintre parf., pag. 26.
 
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