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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 20.1917

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Fasc. 4
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Bollettino bibliografico
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https://doi.org/10.11588/diglit.17337#0389

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BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

VI. - Rinascimento italiano.

a) Quattrocento.

143. Bode (W.), Lorenzo Ghiberti als fùhrender
Meister unter den Florentiner Tonbildnern der
ersten Hàlfte des '400. (Ihrb. d. K. Pr. Ksismlgn.,
XXXIV).

Von Bode espone qui una nuova sua tesi. Lorenzo Ghi-
berti sarebbe l'autore dei più begli esemplari di quelle Madonne
col Bimbo in terracotta policroma, che si solevano fin qui
attribuire o alla cerchia di Jacopo della Quercia, o al maestro
della cappella Pellegrini. Il Bode crede che questo maestro
sia stato nient'altro che uno dei tanti imitatori — e non uno
de' migliori — dei modelli Ghibertiani. Già il von Fabriczy
aveva tentato di raccogliere a gruppi le migliori di queste
terrecotte; ora il Bode giunge ad attribuire le più rare al Ghi-
berti. Egli rileva nella base di una di quelle Madonne una
figura decorativa quasi identica a un'altra ch'è sui bordi
delle Porte del Paradiso; e istituisce altri raffronti isolando
abilmente dai rilievi sicuri del Ghiberti altre figure in atto
materno. Alcune di queste terrecotte attribuite dal Bode al
Ghiberti sono a Berlino nel Friedr. Museum, e nelle raccolte
Simon e Huldscnisky, al Louvre e al Victoria and Albert
Museum. Il Bode riunisce a gruppi anche le terrecotte di
qualità inferiore, attribuendole ad ignoti Ghibertiani. (r. I.)

144. Bode (W.), Die Marmorstatuette einer Ma-
ria mit dem Kinde in K. Fr. Museum, FAn Jugend-
werk Donatellos? (Ihrb. d. K. Pr. Kstsmlgn. XXXII).

Nel 1893 il Museo di Berlino comperò a Firenze una sta-
tuetta di Madonna col Bambino che il Bode tendeva allora
ad attribuire al « Florentiner Tonbildner », forse al Maestro
della cappella Pellegrini; ma la forza scontrosa e rivoluzio-
naria di quella statuetta l'ha indotto ora a pensare che si
possa avere a che fare con un'opera primitiva di Donatello.
All'uopo istituisce confronti con i due profeti giovinetti
della Mandorla; e non pare che l'attribuzione sia da scartare
senz'altro. {r. I.)

145. Sirèn (Osv.), Two Fiorentine Sculptvres
sold to America. (Buri. Mag., agosto 1916).

Sono le due note sculture di casa Martelli passate con
licenza del Governo Italiano nella collezione di Mr. Widener
a Philadelphia.

Il Davide è, secondo il Sirén, se non di Donatello almeno
del suo studio, secondo l'opinione manifestata da A. Ven-

turi, di Bertoldo; il giudizio ne è reso più difficile per esser
l'opera non finita; il busto del S. Giovannino, che fu attri-
buito dal Bode ad Antonio Rossellino, è invece di Desi-
derio come già .affermarono Adolfo Venturi e Marcel
Reymond. (r. /.)

146. De Nicola (Giac), Notes on the Museo
Nazionale of Florence III. Three « Crete » by Do-
natello. (Buri. Mag., marzo 1917).

Giacomo de Nicola ha esumato quasi dai fondi di magaz-
zino del suo museo tre mirabili crete frammentarie rap-
presentanti la Coronazione di spine, Cristo dinanzi a Pilato
e VAndata al Calvario ch'egli attribuisce a Donatello. Poiché
questi bozzetti provengono dall'opera del Duomo, il De Ni-
cola li pone in relazione con il lavoro delle porte di sa-
grestia affidato a Donatello nel 1437, e toltogli nel 1447,
per trasferirlo a Michelozzo, Luca e Maso di Bartolomeo.

La violenza nella trattazione della materia plastica con-
corderebbe veramente con le crete dopo il periodo pado-
vano, eseguite in tempo prossimo ai pulpiti di San Lorenzo,
in generale opera di seguaci.

147. Biehl (W.), Fine Tonstatuette des heil.
Sebastian von Meister von ]ohannesstatuen. (Zeit-
schr. f. Bild. Kst. XXIII . 7).

Nel Museo d'arte industriale di Lipsia è entrata di recente,
una statuetta di S. Sebastiano che il Biehl afferma con certa
ragione esser di mano di quel Maestro delle statue di S. Gio-
vanni, individuato in parecchie opere dal Bode. (r. I.)

148. Horne (H.), Notes on Luca della Robbia
(Buri. Mag., ottobr G 1915)-

Una serie di appunti a proposito del libro di Allan Mar-
quand su Luca della Robbia (London, H. Milford, roi4).

L'Home non ammette che tutte le quattro versioni di
quella che il Marquand chiama la Madonna Genovese siano
di mano di Luca. Non accetta la data primitivissima pro-
posta dal Marquand per la Visitazione di Pistoia (pr.d. 1438),
e per mezzo di documenti dimostra che la lunetta già in Via
dell'Agnolo ora al Bargello non può essere anteriore al 1470.
Discute poi la data probabile in cui Luca ebbe a iniziare i
suoi lavori di rilievo colorati in terracotta invetriata; che gli
pare il Marquand tenda a riportarla troppo addietro quando
Luca era attivo semplicemente come scultore.

Chiudono alcune osservazioni sulla retta interpretazione
dei soggetti ne' rilievi di Luca per il campanile; altre sulla
 
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