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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 20.1917

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Fasc. 4
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Bollettino bibliografico
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https://doi.org/10.11588/diglit.17337#0401

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BOLLETTINO BIBLIOGRA FICO

367

P e y r e R 0 g e r (1913. Fase. II). Les faiences d'Urbin.
Dà notizie dei Fontana, ceramisti in Urbino al tempo di
Guido Baldo II della Rovere. Celebre fra tutti Orazio, che
lavorò su disegni del Genga, di Battista Franco, degli Zuc-
cheri e introdusse nella ceramica le grottesche care a Giovanni
da Udine e a Pierin Del Vaga. Eccessivo talora di tono,
modellava le carni liberamente, con giallo, aranciato, bistro
rosso, turchino, (ili appartiene la collezione di trecentoot-
tanta vasi a Loreto. Le influenze urbinati si estesero a Castel
Durante, a Ferrara, a Firenze, a Gubbio, negli Abruzzi,
a Xevers. Frequenti gli scambi. Porche la sola Gubbio pos-
sedeva il segreto dei riflessi metallici, le si inviavano i pro-
dotti urbinati da a riflessare ». Il favore dei principi per-
mise alia fabbrica di Urbino di svilupparsi liberamente,
fuor delle preoccupazioni commerciali: sin che Urbano Vili
succedendo al ducato, non le preferì Castel Durante e iniziò
la decadenza.

0 u e i r o z José (1913. Fase. III). Azuleios do
secalo XVIII na igreja de S. Vicente de Fora em Lisbona.
Si illustrano certi « azuleios >> rappresentanti le imprese di
I). Alfonso Heririques.

R a 111 i s de A y refi o r y S u r e d a Jose (1916»
Fase. IV). Una mostra ceramica a Palma di Majorca. Ter-
reno scottante, questo di Majorca, per i ceramisti moderni.
11 R. si pone il quesito: esistettero vasai italiani a Majorca?
e cita il catasto della città di Palma, dove si legge di « Je-
ronim Rrassoto, genoves-mestre de fer obra de terra ».

R e b uf f a t Orazio (1916. Fase. III). Studi tecnici
sulle antiche maioliche italiane. E un tentativo nuovissimo per
mettere la chimica e la fisica a servizio della storia d'arte.
S'è cominciato con le ceramiche faentine, giungendo a con-
statare due gruppi di prodotti argillosi ben distinti per
la densità, la basicità e la differente ricchezza in magnesia.

R i c c i Corrado (1916. Fase, III). Ceramiche e ceramisti
in Ravenna. Documenti tratti dall'Archivio storico ravennate.

R u b b i a n r Ali 0 n s 0 (1913. Fase. III). Una pìc-
cola fabbrica di ceramica nel « Podestà » di Bologna? Gli
scavi nel palazzo del « Podestà » misero iti luce molti
avanzi ceramici, taluni de' quali paiono rifiniti in fabbrica,
testimoniando di un'industria locale, favorita dai Bentivoglio
e affine alla faentina.

S i g h i 11 o 1 [ i Li 11 o (1916. Fase. III). Per la storia
dell'arte ceramica. Racconta le vicende dell'arte dei « boc-
calari » unite con quelle dei fabbri, in Bologna.

S t r o c c h i G. (1913. Fase. IV). La pavona cristiana
e la pavona di Galeotto Manfredi. Si dimostra che il motivo
dell'occhio di pavone è anteriore a Cassandra Paoni e rac-
chiude un simbolo eristiano.

T i b e r t e 11 i de P i s i s L. (1916. Fase. IV). Un
ritratto di Alfonso I d'Este. L'identificazione iconografica
di questo curioso cimelio ceramico può non persuadere tutti:
ma mostra le buone e serie qualit à dello scrittor e giovanissimo.

1 d. I d. {i9r7. Fase. I). Appunti sulla ceramica grafita
ferrarese dei secoli XV- XVI. E un buon saggio del molto che
sarebbe a dire sulla ceramica ferrarese. 11 T. limita il suo stu-
dio analitico alla propria collezione, distinguendovi quattro

tipi: a) frammenti arcaici; b) frammenti graffiti o impressi,
monocromi o a poche tinte, con vernice vetrata, decora-
zione d'ornati, animali o figure; e) frammenti variopinti con
prevalenza del turchino; d) materiale di fornace e scarti
di fabbrica. In Ferrara la ceramica sali di rado agli onori
della tavola principesca, dove si preferiva l'argento: e ciò
spiegherebbe il suo carattere popolare e la conformità con
la produzione veneta, romagnola, emiliana. Noi prediamo
tuttavia che lo studio della collezione Pasetti, dove sono
squisiti esemplari ancora inediti, porterà a conclusioni più
ampie, mettendo in luce tutta una deliziosa scuola decora-
tiva, operosa anche nei freschi accanto agli « eroi » della
pittura ferrarese.

Tielii Gi ulio (1915. Fase. IJ). Alcune note sulla
composizione delle antiche ceramiche orientali. — I prodotti
smaltati dell'antico Fgitto sono silicei, non argillosi. Dalla
XVIII dinastia al tempo romano la materia è uniforme, a
granuli quarzosi, tra i quali un poco d'ossido di ferro ma-
gnetico. La stabilità dipende dalla vetratura, a base di si-
licato alcalino e silicato calcareo e colorata dall'ossido di
rame: essa non ha presa che su materiale o ingobbio siliceo.

Vi c en zi Carlo (1915. Fase. II). Fabbriche milanesi, di
maioliche nel 700. Ce n'erano a Porta Vercellina, a VOspi-
taletto di S. Ambrogio, ed ebbero l'onore di servire il re di
Polonia, che voleva fare un presente al sultano Othman III.

Watt Taylor William (1915. Fase. I). The
Rookwood pottery. E una vivace relazione di quanto s'è
fatto nella fabbrica Rookwood (Stati Uniti) dal 1880 ad
oggi per il progresso dell'industria ceramica. Vi si leggono
queste frasi notevoli: « A Rookwood non si dice all'artista:
dovete fare così e così; ma si crea un'atmosfera tale che
le cose riescano ben fatte ». Rapidità e uniformità sono
specifiche della macchina; se esigete dall'artista che si ri-
peta, e in fretta, il sottile spirito dell'arte evapora dalla
sua opera. « Chimico e artista devono lavorare in armonia ».

xxx (1915. Fase. IV). Ceramiche arcaiche americane. Ne
possiede de' bei saggi la collezione Ercole Alberghi di
Faenza, provenienti da Rio Negro. Sono affini ai prodotti
arcaici del Missisip), e, come quelli, anteriori allo sbarco degli
europei: oggetti varii a foggia bizzarra, più spesso umana o
faunina, in terra dura, nera, lisciata coir la stecca o gradita.

Questa rapidissima rassegna di nomi e cose dice già
assai sullo spinto del periodico, che è serio, vigile e signorile.

Per esso si avvera la predizione del Piccolpassa sull'arte
ceramica: « Laddove berre spesso ella è stata fra- persone di
poca considerazione; anderà per le corti fra spiriti elevati
ed animi speculativi ».

E non passerà tempo che le si apriranno anche i battenti
della corte più sottile e gelosa: e la critica estetica, che non
conosce differenza d'arti maggiori e minori, vi cercherà le
leggi fantastiche della forma, del gusto, della razza.

Per ora, la materia scientifica del periodico faentino è
in prevalenza archeologica e tecnica; com'è onesto che sia
in studi nati pur ieri, e fra tanta urgenza di scoprire e di
catalogare. (r* l»)
 
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