PER LEONARDO DA VINCI
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1506. In essa, fatto ricordo del contratto stipulato nel 1483, del compenso stabilito di lire 800
imperiali e del sopraprezzo promesso, come del pagamento ricevuto dagli artisti di 730
imperiali, più di lire 100 « prò et occasione solutionis predicte ancone et tabule », è
dichiarato che « dieta ancona non fuerit finita, nec etiam de presente sit finita », per essersi
Leonardo assentato da Milano « jam pluribus annis prox. preteritis non finitis dictis
laborerijs ». Il collegio dei periti, tra i quali ancora si fa il nome di frate Agostino de'
Ferrari, ventitre anni prima guardiano della Scuola della Concezione, aveva il compito
di « videre et diligenter considerare dictam anconam et tabulam ». Avendola veduta
e considerata ben lontana dal suo compimento, con gli altri periti sentenziò: « declarant
dictos Magistrum Leonardum et Jo. Ambrosium suo et dictis nominibus (gli eredi del
fratello Evangelista) teneri et obligatos fore ad finiendum seu finiri faciendum bene et
diligenter predictam tabulam seu anconam super qua depicta est figura gloriosissime
Virginis Marie. Et hoc in termino duorum annorum prox. futurorum, per manum dicti
Magistri Leonardi, dummodo dictus Magister Leonardus veniat ad hanc civitatem
Mediolani in dicto termino ». Restava a finire proprio la tavola mediana; e la Confraternita
si impegnava di pagare duecento lire imperiali, in due rate annuali, a saldo « diete
ancone et etiam tabule, super qua depincta est imago gloriosissime Virginis Marie cum filio
et S.to Joanne Baptiste ». A questo documento, fan seguito altri due, uno del 26 agosto 1507,
per il pagamento della prima rata annuale riscossa da Ambrogio Preda; l'altro del
23 ottobre 1508, pei la seconda rata, ricevuta dallo stesso procuratore di Leonardo
da Vinci, il quale, probabilmente sdegnato per le durezze già usate dalla Confraternita,
non intervenne a quest'ultimo atto, benché lo approvasse il giorno stesso, 23 ottobre 1508,
nella sua casa in Milano, a Porta orientale, parrocchia di S. Babila.1
Questi ultimi documenti sembrarono risolvere l'annosa controversia; e il loro espo-
sitore non si peritò di dichiarare, annunciandoli, chela ((Vergine delle Rocce» di Londra
è dipinto originale di Leonardo da Vinci ». Tutto il corredo de' documenti citati si
riferisce difatti alla tavola della Galleria nazionale di Londra venduta a Gavino Hamilton
nel 1785, passata poi nella raccolta del conte di Suffolk, e da essa acquistata per quella
Galleria nel 1880. La vendita fu fatta all'Hamilton dall'amministrazione milanese di
luoghi pii, che dichiarò l'appartenenza della tavola alla soppressa confraternita della
Concezione in San Francesco Grande.2 È chiaro che ci sono tutti i passaggi documentati
della tavola londinese, uno dopo l'altro, in piena regola.
Esaminiamo tuttavia i documenti citati, per vedere se tutte le interpretazioni sono
rigorose, e le conchiusioni assolute. Nel 1483, Leonardo da Vinci, Evangelista e Ambrogio
de Predis assumono in solido la dipintura della pala d'altare per la confraternita della
Concezione: Evangelista, fratello d'Ambrogio, rimasto sempre nell'oscurità, per la prima
volta qui apparso, assume probabilmente eli colorir gli intagli e di dorare le cornici della
ancona; una parte maggiore prende Ambrogio de Predis, di ventotto anni circa,' quando
s'associa nel 1483 con Leonardo, dipintore del duca di Milano, che lo mandò nel 1482,
probabilmente per portare il ritratto, da Ambrogio stesso eseguito, di Anna Sforza fan-
ciiilletta, fidanzata di Don Alfonso d'Este fanciullo, alla Corte ferrarese, dove fu regalato
di dieci braccia di raso alessandrino dalla duchessa Eleonora.4 La parte principale com-
pete a Leonardo da Vinci, maestro, conduttore artistico del lavoro.
Alla fine del 1490, il 27-dicembre, Evangelista de Predis fa testamento, dicendosi
ammalato.s Venne meno probabilmente poco dopo, perchè nella supplica senza data,
1 Luca Beltrami, La « Vergine delle Rocce «
di Londra è dipinto originale di Leonardo da Vinci
(Nuovi documenti vinciani 1506-1508), in Rassegna
d'arte, serie II, 2, 1915, pag. 97 e segg.
2 Ettore Ver&a, La vendita della « Vergine delle
Roccie » a Gavino Hamilton, in Raccolta Vinciana,
fase. II, luglio 1905-luglio 1906, pag. 81 e segg.
3 Cfr. Biscaro, op. cit., a pag. 12 dell'estratto,
in nota.
* A. Venturi, La Galleria Crespi in Milano.
Milano, 1900, pag. 251.
5 Cfr. Biscaro, op. cit., a pag. 28 dell'estratto,
in nota.
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1506. In essa, fatto ricordo del contratto stipulato nel 1483, del compenso stabilito di lire 800
imperiali e del sopraprezzo promesso, come del pagamento ricevuto dagli artisti di 730
imperiali, più di lire 100 « prò et occasione solutionis predicte ancone et tabule », è
dichiarato che « dieta ancona non fuerit finita, nec etiam de presente sit finita », per essersi
Leonardo assentato da Milano « jam pluribus annis prox. preteritis non finitis dictis
laborerijs ». Il collegio dei periti, tra i quali ancora si fa il nome di frate Agostino de'
Ferrari, ventitre anni prima guardiano della Scuola della Concezione, aveva il compito
di « videre et diligenter considerare dictam anconam et tabulam ». Avendola veduta
e considerata ben lontana dal suo compimento, con gli altri periti sentenziò: « declarant
dictos Magistrum Leonardum et Jo. Ambrosium suo et dictis nominibus (gli eredi del
fratello Evangelista) teneri et obligatos fore ad finiendum seu finiri faciendum bene et
diligenter predictam tabulam seu anconam super qua depicta est figura gloriosissime
Virginis Marie. Et hoc in termino duorum annorum prox. futurorum, per manum dicti
Magistri Leonardi, dummodo dictus Magister Leonardus veniat ad hanc civitatem
Mediolani in dicto termino ». Restava a finire proprio la tavola mediana; e la Confraternita
si impegnava di pagare duecento lire imperiali, in due rate annuali, a saldo « diete
ancone et etiam tabule, super qua depincta est imago gloriosissime Virginis Marie cum filio
et S.to Joanne Baptiste ». A questo documento, fan seguito altri due, uno del 26 agosto 1507,
per il pagamento della prima rata annuale riscossa da Ambrogio Preda; l'altro del
23 ottobre 1508, pei la seconda rata, ricevuta dallo stesso procuratore di Leonardo
da Vinci, il quale, probabilmente sdegnato per le durezze già usate dalla Confraternita,
non intervenne a quest'ultimo atto, benché lo approvasse il giorno stesso, 23 ottobre 1508,
nella sua casa in Milano, a Porta orientale, parrocchia di S. Babila.1
Questi ultimi documenti sembrarono risolvere l'annosa controversia; e il loro espo-
sitore non si peritò di dichiarare, annunciandoli, chela ((Vergine delle Rocce» di Londra
è dipinto originale di Leonardo da Vinci ». Tutto il corredo de' documenti citati si
riferisce difatti alla tavola della Galleria nazionale di Londra venduta a Gavino Hamilton
nel 1785, passata poi nella raccolta del conte di Suffolk, e da essa acquistata per quella
Galleria nel 1880. La vendita fu fatta all'Hamilton dall'amministrazione milanese di
luoghi pii, che dichiarò l'appartenenza della tavola alla soppressa confraternita della
Concezione in San Francesco Grande.2 È chiaro che ci sono tutti i passaggi documentati
della tavola londinese, uno dopo l'altro, in piena regola.
Esaminiamo tuttavia i documenti citati, per vedere se tutte le interpretazioni sono
rigorose, e le conchiusioni assolute. Nel 1483, Leonardo da Vinci, Evangelista e Ambrogio
de Predis assumono in solido la dipintura della pala d'altare per la confraternita della
Concezione: Evangelista, fratello d'Ambrogio, rimasto sempre nell'oscurità, per la prima
volta qui apparso, assume probabilmente eli colorir gli intagli e di dorare le cornici della
ancona; una parte maggiore prende Ambrogio de Predis, di ventotto anni circa,' quando
s'associa nel 1483 con Leonardo, dipintore del duca di Milano, che lo mandò nel 1482,
probabilmente per portare il ritratto, da Ambrogio stesso eseguito, di Anna Sforza fan-
ciiilletta, fidanzata di Don Alfonso d'Este fanciullo, alla Corte ferrarese, dove fu regalato
di dieci braccia di raso alessandrino dalla duchessa Eleonora.4 La parte principale com-
pete a Leonardo da Vinci, maestro, conduttore artistico del lavoro.
Alla fine del 1490, il 27-dicembre, Evangelista de Predis fa testamento, dicendosi
ammalato.s Venne meno probabilmente poco dopo, perchè nella supplica senza data,
1 Luca Beltrami, La « Vergine delle Rocce «
di Londra è dipinto originale di Leonardo da Vinci
(Nuovi documenti vinciani 1506-1508), in Rassegna
d'arte, serie II, 2, 1915, pag. 97 e segg.
2 Ettore Ver&a, La vendita della « Vergine delle
Roccie » a Gavino Hamilton, in Raccolta Vinciana,
fase. II, luglio 1905-luglio 1906, pag. 81 e segg.
3 Cfr. Biscaro, op. cit., a pag. 12 dell'estratto,
in nota.
* A. Venturi, La Galleria Crespi in Milano.
Milano, 1900, pag. 251.
5 Cfr. Biscaro, op. cit., a pag. 28 dell'estratto,
in nota.