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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 22.1919

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Fasc. 1-2
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Bollettino bibliografico
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https://doi.org/10.11588/diglit.17339#0099

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BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

I. - Teorie sull'arte, sulla storia e critica artistica,
sulla pedagogia artistica, ecc.

1. Fry (Roger), Line as a means of expression
in tnoderiì art. (Buri. Mag., dicembro 1918).

Note sull'impiego della linea in disegni di Picasso, Ma-
tisse, Sickert, per dimostrare che l'arte moderna può servirsi
dell'elemento lineare in modo più spregiudicato e quintes-
senziale che non abbia potuto il rinascimento troppo legato
a particolari canoni anatomici. Soltanto, l'avvento di un di-
segno il cui ritmo corrisponda al verso libero o alla prosa
poetica in confronto del verso regolare è cominciato in arte
almeno da Rembrandt, e non da Matisse. Vorremmo discu-
tere più ampiamente lo scritto del Fry, ma ci basti averlo
Citato ad esempio del vigile interessamento che la dotta ri-
vista inglese dimostra anche per gli eventi più attuali del-
l'arte figurativa.

2. Gilman (Benjamin lves), Mitseum Ideals ni
Purpose and Method. (Printcd by ordcr of the Trus-
tees of the Mnsenm of Fine arts Boston at the
Riverside Press, Cambridge, 1918).

Libro molto importante. Una prima parte verte sulle idee
generali intorno all'arte e sebbene le fonti estetiche del Gilman
siano un po' troppo puritane e di non grande levatura, tut-
tavia riescono a concludere in bene su parecchi punti. La
definizione dei musei di belle arti rome esposizioni perma-
nenti limitate ad oggetti che posseggano qualità artistiche
è stata troppo spesso dimenticata anche dai dirigenti dei musei
di Europa; da quella prima definizione discende la conseguenza
che il museo è destinato in primo luogo a quelli che intendono
ricercare lo scopo propostosi dall'artista, pur non dimenti-
cando ai offrire facilitazioni a coloro che tendono ad inve-
stigazioni scientifiche e tecniche sulle opere d'arte. Il fine dei
musei è dunque in alto senso di cultura estetica, e non di-
dattico, contemplativo e non pedagogico.

.Ve conseguono i principi, sanissimi, del metodo (II parte)
da seguire nell'impianto di un museo, li qui si potrebbero
fare melanconiche osservazioni sulla chiarezza che questo
americano sa conservare nella messa in opera, nella valoriz-
zazione pratica dei concetti estetici dapprima espressi.

Si parla adunque del metodo da seguire nel sorgere e
nell'aumentarsi delle collezioni, nella costruzione di un museo
e nella installazione degli oggetti in riguardo alla più comoda
e naturale osservazione di essi, nel fornire al pubblico le
indicazioni necessarie intorno agli oggetti esposti; si rap-

presentano infine i problemi generali amministrativi e statali
connessi all'esistenza dei musei.

Molte pagine sarebbero probabilmente di grande utilità
ai preposti delle gallerie nostrane; il libro meriterebbe di
essere in tutto o in parte tradotto, non essendovi da nói ancora
traccia di pubblicazioni di questo genere, e sentore alcuno
di discussioni intorno a simili importanti problemi. Utilis-
simo e ricco è anche il riferimento ad altri scritti intorno allo
stesso argomento.

3. Sul significalo della parola « prospettiva »
(Cronaca delle Belle Arti, anno V, gennaio-aprile
1918).

È ima memoria in due parti presentata dall'Associazione
artistica fra i cultori d'architettura per invito di Corrado
Ricci. La prima parte, un po' raccogliticcia ed incerta, rie-
voca di sui dizionari i vari significati assunti dalla parola
prospettiva; la seconda parte verte sul senso pi» compren-
sivo della parola intesa cioè a significare «la scena che rac-
chiude il monumento, il quadro entro cui esso è composto,
l'ambiente del monumento stesso, quando le masse architet-
toniche e le linee naturali, le condizioni di forma, di colore, di
carattere artistico del detto ambiente abbiano nel modo di
vederlo, d'apprezzarlo, di intenderne il valore una diretta
funzione d'arte». Si sente subito qui l'impronta del Gio-
vannoni cui fu felicemente affidata questa parte della re-
lazione, che si risolve così nella migliore dissertazione che
sia stata scritta sull'interessante argomento dopo il breve
e bel saggio dell'Hildebrand sul Nesso artistico nelle confi-
gurazioni architettoniche.

III. - Arte romanica.

4, Kingsley Porter (A.), « Le Roì de Bonrges »
(Art in America, ottobre 1918).

La storia della pittura su vetro è pressapoo ancora al
punto cui la lasciò il Lasteyrie mezzo secolo fa, Grandi dubbi
esistono sempre nell'interpretazione dei testi che si riferiscono
ai primi resti delle rappresentazioni figurate su vetri (Teofilo,
Sugero, ecc.), sicché la storia dei vetri emerge dall'incertezza
solo colla creazione delle finestre di S. Denis (metà del xn se-
colo) eseguite sotto la direzione di Sugero e alcune delle
quali esistono ancora {Male, La pari de Suget dans la créatiou
de Viconographie du Moyen dge, in Revtte de l'art a. e ni.,
1914). La scuola eli S. Denis si diffuse rapidamente (Le Mans,
Veadóme, Angers, seconda metà del xn secolo). Ad essa
succedette la scuola di Chartres, senza tuttavia che si possa

l'Arte. XX7T, ro.
 
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