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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 22.1919

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Fasc. 1-2
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Gibellino Krasceninnicowa, Maria: La statua del Budda nel Museo Kircheriano di Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.17339#0065

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LA STATUA DEL BUDDA

NEL MUSEO KIRCHERIANO DI ROMA

Il Museo Kircheriano possiede una statua in legno del Budda, raro esemplare della
arte cinese.

L'enorme figura, tutta d'un pezzo, è seduta con le gambe incrociate, atteggiamento
tradizionale. La potente mole delle spalle è coperta dall'ampio panneggiamento che
ricade in fastose pieghe, ora ovoidali alla maniera bizantina, ora uncinate e quasi goti-
cheggianti, ora, come sulle spalle, arricciate in modo da assumere certa apparenza
barocca. La magnifica stoffa, affluente in pieghe ricchissime e varie, segue tutte le curve
delle ginocchia incrociate e avvolge le gambe intonando un ritmo quasi greco di movi-
mento, avvolgendo il corpo di una pellicola sottilissima, di esecuzione nervosa, di rara
finezza. La testa potente e ben squadrata, che si libra con dignità sulle spalle sporgenti
e ricurve, si china leggermente in avanti, reggendosi sul suo poderoso sostegno, giun-
gendo a un perfetto equilibrio di masse.

L'atteggiamento delle mani sovrapposte, a formare, con le braccia, catena, di altis-
simo significato espressivo nelle azioni rituali del buddismo, completa l'impressionante
senso letargico della figura.

•La magnifica testa divina è ricoperta di regolari ricci, serrati, attorcigliati a chioc-
ciola, bizzarro ornamento, sporgente a nodo sulla fronte, segno caratteristico del Budda.

L'orecchio, col padiglione; stilizzato in chiocciola e il lobo in lungo pendente, dà idea
di un greve barbaro orecchino. La testa massiccia, con lo sguardo cupo, appiombato, che
racchiude in sè..l'enigma profondo della vita, s'impregna di solennità e di mistero. Una
pace profonda emana dalla raccolta figura, dal viso immobile di divinità; gli occhi si
fermano come presi, rapiti dal sogno intimo. Non è la pace serena, consolatrice, quella
del Budda; è una pace di morte, di riposo eterno, di nirvana. Si curvano le spalle opu-
lenti, oppresse da sapienza sconfinata, si abbassa lo sguardo, troppo perspicace e sazio.
Gli occhi del Budda non possono sollevare le palpebre dinanzi ai profani, il suo sguardo
cupo e profondo non può rivelare tutta l'immensità e la vastità del sapere divino.

Questa testa è un raro esemplare dell'arte greco-buddistica; rare volte l'arte umana
raggiunge una generalizzazione così grande.

Quale è l'epoca in cui sorsero nell'estremo Oriente simili monumenti artistici? Quale
è lo stile del nostro Budda?

Questo stile porta impronta di due elementi: dell'elemento greco e di quello dell'India
primitiva.

Come è.noto, già molti secoli avanti Cristo, la Cina possedeva un'arte robusta, forse
creata sotto l'influenza delle terre bagnate dal Pacifico.

Nel terzo secolo avanti Cristo s'inizia in Cina un altro ricchissimo periodo artistico
sorto sotto un influsso culturale non ancora definito.1

1 Non ci è pervenuto niente di questo periodo
di cui la ricchezza viene confermata dallo storico
cinese Se-ma Ts'ien. Questi parlando del regno
di Ts' Che'-hoang menziona dodici (12) uomini di

bronzo che Ts'in Clie-hoang fece fondere nell'anno
222 a. C. (Vedi: Les memoires historiques de Se-ma
Ts'ien, par Edouard Chavannes, voi. 2, p. J3<]).
 
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