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MARIO SALMI
pala di San Zaccaria (1505) dalla quale è pure tolto e riprodotto inversamente il San Pietro;
appena un certo ampio e nuovo respiro alita nella Santa Caterina. 1 Ma in complesso il Santa
Croce è in quest'opera del 15 31 ancora un quattrocentista nella composizione, nell'abbiglia-
mento delle figure e nella tecnica.
* * *
Ai primi del Cinquecento, fra i vari ritardatari o i bizantineggianti che operano in Pu-
glia,2 unico risente, delle nuove correnti, il minuscolo artefice che lasciò la sua firma in una
tavola centinata e Umettata presso le monache francescane di San Luigi in Bisceglie. Elevò
sul fondo azzurro la Vergine col Putto nudo in trono, sotto al quale una piccola monaca, di
profilo, aguzza lo sguardo implorante al gruppo divino; mentre ai lati pose San Francesco e
Sant'Antonio da Padova con gli attributi loro consueti. Sull'alto piedistallo fiorito ed entro un
cartello scrisse: FRANCISCVS . PAL | VISINVS . DE . POT | ENIANO . PINCIT | 1528. 3
Nella lunetta l'Eterno con barba bianca e bianchi capelli arruffati, sorge a mezzo busto
da una nube leggera e benedice accompagnato dalla colomba.
La Madonna (fig. 17), nei suoi rigidi contorni e nella disposizione della persona un poco
gonfia e ondulata verso destra, graffita nel manto a ricami di broccato d'oro, par quasi an-
cora inspirata al Trecento. La collocazione delle figure di lato alquanto piatte e legnosette,
è caratteristica invece pei veneti e quel trono rialzato, assai comune fra i quattrocentisti, come
ad esempio ad Antonio Solario. Nè il nome fu citato a caso, poiché nel nostro dipinto, la
parte superiore del trono ripete lo schema di quello della pala del Carmine a Fermo, opera
di quell'artista, ed è ugualmente limitato da pilastri finiti con due sfere; il Bimbo tiene, secondo
il motivo arcaicizzante caro allo Zingaro, un uccellino nella destra e, quel che più conta, lo
squadro dei volti un po' allungati, le sopracciglia ben curve, col naso caratteristico, grosso
all'apice, la bocca piccola e le lunghe mani sottili corrispondono alle forme del pittore ve-
neto, quali specialmente si ritrovano negli affreschi del chiostro dei Santi Severino e Sossio
1 Di Girolamo da Santa Croce, il Frizzoni, op.
cit., illustrò una tela nel Duomo di Lucerà, dove lesse
solo il principio della data e nella quale gli angeli
musicanti sono vicini per atteggiamento a quelli di
Castellaneta. La tela è riprodotta da K. Caggese,
Foggia e la Capitanata, Bergamo, [910, p. 116.
2 Nella sacrestia della Cattedrale di Modugno è una
tavola con la Vergine a mezzo busto e col Bimbo
nella sinistra rivolto alla Madre, in atto, di benedire
e col rotule La Madonna lo presenta ai. fedeli, nel-
1 ' atteggiamento familiare ai seguaci di Guido da
Siena.
Alti bordi d'oro orlano il manto e spiccano nel
fondo un paesaggio montuoso, i nimbi ed un drappo
rigidamente steso dietro al gruppo. E fatica di un ritar-
datario legnoso nei volti e sgargiante nelle vesti, che
lasciò ai piedi del dipinto la data 1533. Simili per
iconografia e per arte sono altre due Madonne, una
nella Cattedrale di Ruvo ed una in San Giacomo di
Barletta (datata questa 1536) appartenenti forse alla
medesima mano.
Lo stesso indirizzo rivela un San Rocco in tavola
nella sacrestia della Madonna di Loreto presso Mola
di Bari, dipinto coi soliti attributi, in atto di mostrar
la piaga sulla coscia sinistra, mentre a tergo è steso
un drappo verde a fiorami d'oro e due angioletti ten-
gono un filatterio con una preghiera, disposto ad arco
acuto trilobo.
A Bisceglie, nella chiesa di San Matteo, un bizan-
tineggiante dipinse una tavola ai primi del Cinque-
cento con la Vergine ed il Bimbo seduta su d'uno sga-
bello, mattonosa nel colorito e campeggiante su di uno
sfondo di monti e ad oro, e incoronata da due angeli.
Appartiene forse a uno dei due Bizamani dei quali
Angelo dipinse anche in Barletta. Cfr. Thieme-Be-
cker, Allg. Lex. f. Bild. Kunst, IV, p. 75.
Di Donato ho rintracciata un'opera bizantina per
tecnica e di cromatismo cupo nella chiesa di Noicat-
taro. Vi è raffigurata la Madonna in trono fra Santa
Caterina d'Alessandria, San Francesco e il donatore
ai piedi nel mezzo. Il quadro reca la scritta : DONA-
TVS . BIZAMANVS . PINXIT . HVDRVNTI . A.
B. 1539 ; e sotto il piedistallo del trono : FRANCI-
SCVS CORRADVS DE | NOVA IVSSIT HOC OPVS
FIERI.
Ad un madonnero di molto inferiore, ma dello stesso
tempo, va assegnata una Vergine a mezzo busto su
fondo d'oro col Putto che tiene un cartello e bene-
dice, tavoletta che si trova nella chiesa dello Spirito
Santo a Gioviuazzo.
3 Putignano è un paesello delle Murge Baresi. Il
dipinto misura con la lunetta m. 1,95 per 0,92.
MARIO SALMI
pala di San Zaccaria (1505) dalla quale è pure tolto e riprodotto inversamente il San Pietro;
appena un certo ampio e nuovo respiro alita nella Santa Caterina. 1 Ma in complesso il Santa
Croce è in quest'opera del 15 31 ancora un quattrocentista nella composizione, nell'abbiglia-
mento delle figure e nella tecnica.
* * *
Ai primi del Cinquecento, fra i vari ritardatari o i bizantineggianti che operano in Pu-
glia,2 unico risente, delle nuove correnti, il minuscolo artefice che lasciò la sua firma in una
tavola centinata e Umettata presso le monache francescane di San Luigi in Bisceglie. Elevò
sul fondo azzurro la Vergine col Putto nudo in trono, sotto al quale una piccola monaca, di
profilo, aguzza lo sguardo implorante al gruppo divino; mentre ai lati pose San Francesco e
Sant'Antonio da Padova con gli attributi loro consueti. Sull'alto piedistallo fiorito ed entro un
cartello scrisse: FRANCISCVS . PAL | VISINVS . DE . POT | ENIANO . PINCIT | 1528. 3
Nella lunetta l'Eterno con barba bianca e bianchi capelli arruffati, sorge a mezzo busto
da una nube leggera e benedice accompagnato dalla colomba.
La Madonna (fig. 17), nei suoi rigidi contorni e nella disposizione della persona un poco
gonfia e ondulata verso destra, graffita nel manto a ricami di broccato d'oro, par quasi an-
cora inspirata al Trecento. La collocazione delle figure di lato alquanto piatte e legnosette,
è caratteristica invece pei veneti e quel trono rialzato, assai comune fra i quattrocentisti, come
ad esempio ad Antonio Solario. Nè il nome fu citato a caso, poiché nel nostro dipinto, la
parte superiore del trono ripete lo schema di quello della pala del Carmine a Fermo, opera
di quell'artista, ed è ugualmente limitato da pilastri finiti con due sfere; il Bimbo tiene, secondo
il motivo arcaicizzante caro allo Zingaro, un uccellino nella destra e, quel che più conta, lo
squadro dei volti un po' allungati, le sopracciglia ben curve, col naso caratteristico, grosso
all'apice, la bocca piccola e le lunghe mani sottili corrispondono alle forme del pittore ve-
neto, quali specialmente si ritrovano negli affreschi del chiostro dei Santi Severino e Sossio
1 Di Girolamo da Santa Croce, il Frizzoni, op.
cit., illustrò una tela nel Duomo di Lucerà, dove lesse
solo il principio della data e nella quale gli angeli
musicanti sono vicini per atteggiamento a quelli di
Castellaneta. La tela è riprodotta da K. Caggese,
Foggia e la Capitanata, Bergamo, [910, p. 116.
2 Nella sacrestia della Cattedrale di Modugno è una
tavola con la Vergine a mezzo busto e col Bimbo
nella sinistra rivolto alla Madre, in atto, di benedire
e col rotule La Madonna lo presenta ai. fedeli, nel-
1 ' atteggiamento familiare ai seguaci di Guido da
Siena.
Alti bordi d'oro orlano il manto e spiccano nel
fondo un paesaggio montuoso, i nimbi ed un drappo
rigidamente steso dietro al gruppo. E fatica di un ritar-
datario legnoso nei volti e sgargiante nelle vesti, che
lasciò ai piedi del dipinto la data 1533. Simili per
iconografia e per arte sono altre due Madonne, una
nella Cattedrale di Ruvo ed una in San Giacomo di
Barletta (datata questa 1536) appartenenti forse alla
medesima mano.
Lo stesso indirizzo rivela un San Rocco in tavola
nella sacrestia della Madonna di Loreto presso Mola
di Bari, dipinto coi soliti attributi, in atto di mostrar
la piaga sulla coscia sinistra, mentre a tergo è steso
un drappo verde a fiorami d'oro e due angioletti ten-
gono un filatterio con una preghiera, disposto ad arco
acuto trilobo.
A Bisceglie, nella chiesa di San Matteo, un bizan-
tineggiante dipinse una tavola ai primi del Cinque-
cento con la Vergine ed il Bimbo seduta su d'uno sga-
bello, mattonosa nel colorito e campeggiante su di uno
sfondo di monti e ad oro, e incoronata da due angeli.
Appartiene forse a uno dei due Bizamani dei quali
Angelo dipinse anche in Barletta. Cfr. Thieme-Be-
cker, Allg. Lex. f. Bild. Kunst, IV, p. 75.
Di Donato ho rintracciata un'opera bizantina per
tecnica e di cromatismo cupo nella chiesa di Noicat-
taro. Vi è raffigurata la Madonna in trono fra Santa
Caterina d'Alessandria, San Francesco e il donatore
ai piedi nel mezzo. Il quadro reca la scritta : DONA-
TVS . BIZAMANVS . PINXIT . HVDRVNTI . A.
B. 1539 ; e sotto il piedistallo del trono : FRANCI-
SCVS CORRADVS DE | NOVA IVSSIT HOC OPVS
FIERI.
Ad un madonnero di molto inferiore, ma dello stesso
tempo, va assegnata una Vergine a mezzo busto su
fondo d'oro col Putto che tiene un cartello e bene-
dice, tavoletta che si trova nella chiesa dello Spirito
Santo a Gioviuazzo.
3 Putignano è un paesello delle Murge Baresi. Il
dipinto misura con la lunetta m. 1,95 per 0,92.