ALCUNE NOTE AGGIUNTIVE A QUADRI PRIMITIVI
25
in un articolo sulla Rassegna d'Arte (1914), sono ge-
neralmente di qualità alquanto superiore.
Fig. 1 — Roma, Pinacoteca Vaticana, n. 4.
(Fot. Anderson).
N. 5. Bernardo Daddi: La Vergine col Bam-
bino. Come indicai nel mio articolo, questa è una
debole creazione nella maniera di Bernardo, ma
certamente non opera del maestro stesso. Può
essere stata dipinta nella sua bottega, da suo
figlio, o da qualche altro aiuto.
N. 6. Scuola Fiorentina: Storie della vita
di Gesù Cristo. Polittico. Questo grande quadro
con gran numero di piccole figure è appeso così
in alto che è impossibile vederlo bene addentro.
Tuttavia, oso dirlo, esso certamente non è fio-
rentino, bensì bolognese. Il preponderante carat-
tere decorativo dell'insieme, le composizioni am-
massate e l'iconografia di alcune scene, come
la Crocifissione, sono prove già abbastanza nu-
merose della sua origine bolognese. Sembra aver
considerevolmente sofferto nel restauro ma, per
quanto ho potuto osservare i tipi ed il modo di
trattare i panneggi, mi è sembrato assai vicino
a Iacopo Avanzi di Bologna. Se ho ragione, questa
dev'essere un'opera giovanile di Jacopo: più tardi
egli cambia il suo stile e dipinge con un fare più
largo.
NN. 7 ed 8: sono ben note opere di Taddeo di
Bartolo.
N. 9. Di Pietro Lorenzetti.
N. 10. Di Bartolo di Fredi.
\NT. 11 e 12. Scuola fiorentina: Battesimo
di S. Pancrazio e Martirio di S. Pancrazio. Queste
due pilline da predella sono opere caratteristiche,
sebbene non particolarmente belle, di Mariotto
di Nardo, la cui arte è molto meglio rappre-
sentata da un altro quadro (n. 103) al (piale ri-
torneremo più avanti.
N. 13. Scuola senese: L'Apparizione a Castel
Sant'Angelo. La proposta origine senese di questo
dipinto mi sembra dubbia. Lo determinai con
sicura giustezza nel mio articolo, come appar-
tenente alla stessa serie di due piccoli dipinti per
predella nell'Accademia di Siena, raffiguranti
scene dalla vita di S. Paolo (un. 117 e 118), in-
dicati come della « maniera di Spinello Aretino »
Tutte queste pitture sembrano esser opera di un
maestro indubbiamente in stretto contatto con
Spinello e, forse, suo aiuto nel periodo della
attività artistica nel Palazzo Pubblico a Siena
(1404-1410).
NN. 14, 15. Maniera dei Lorenzetti: Storia
di S. Antonio Abate e di S. Paolo Eremita. Il mio
antico suggerimento intorno all'oiigine di queste
due pitture era: scuola pisana, ca. 1400. Ed an-
cora penso che esso è propriamente buono. \"è
qualcosa di provinciale in questi dipinti: essi
mostrano le tendenze della tarda arte fiorentina
del Trecento in una forma pesante erozza. Ètroppo
rischioso il pronunziare un nome individuale in
cospetto di tali opere volgari e senz'arte; mi ram-
mentano alcuni pittori pistoiesi, proprio altret-
tanto quanto alcuni pisani.
N. 16. Scuola senese: La Crocifissione e
Santi. Piccolo trittico. Il dipinto è assai proba-
bilmente un'opera di Paolo di Giovanni Fei, seb-
bene di qualità eccezionalmente bella per il mae-
stro. Credo che sia stato pubblicato da Mr. Be-
renson, ma in questo momento non so indicale
dove.
NN. 17-18. Maniera di Lorenzo di Niccolò:
L'Annunciazione: la Natività (fig. 2). L'attribuzione
può essere data senza alcuna esitazione; questi
due frammenti di predella sono opere del tutto
caratteristiche di Lorenzo di Niccolò, dipinte
al principio del secolo xv. Allo stesso artista
può anche essere attribuita la predella in tre
parti (N. 57) che rappresenta scene della vita di
S. Giovanni Evangelista. I tipi quadrati delle
figure ed il colorito gessoso indicano Lorenzo di
Niccolò come autore del dipinto, piuttosto che
Agnolo Gaddi, col nome del quale è catalogato
conformemente al mio antico suggerimento.
L'Arte. XXIV, 4.
25
in un articolo sulla Rassegna d'Arte (1914), sono ge-
neralmente di qualità alquanto superiore.
Fig. 1 — Roma, Pinacoteca Vaticana, n. 4.
(Fot. Anderson).
N. 5. Bernardo Daddi: La Vergine col Bam-
bino. Come indicai nel mio articolo, questa è una
debole creazione nella maniera di Bernardo, ma
certamente non opera del maestro stesso. Può
essere stata dipinta nella sua bottega, da suo
figlio, o da qualche altro aiuto.
N. 6. Scuola Fiorentina: Storie della vita
di Gesù Cristo. Polittico. Questo grande quadro
con gran numero di piccole figure è appeso così
in alto che è impossibile vederlo bene addentro.
Tuttavia, oso dirlo, esso certamente non è fio-
rentino, bensì bolognese. Il preponderante carat-
tere decorativo dell'insieme, le composizioni am-
massate e l'iconografia di alcune scene, come
la Crocifissione, sono prove già abbastanza nu-
merose della sua origine bolognese. Sembra aver
considerevolmente sofferto nel restauro ma, per
quanto ho potuto osservare i tipi ed il modo di
trattare i panneggi, mi è sembrato assai vicino
a Iacopo Avanzi di Bologna. Se ho ragione, questa
dev'essere un'opera giovanile di Jacopo: più tardi
egli cambia il suo stile e dipinge con un fare più
largo.
NN. 7 ed 8: sono ben note opere di Taddeo di
Bartolo.
N. 9. Di Pietro Lorenzetti.
N. 10. Di Bartolo di Fredi.
\NT. 11 e 12. Scuola fiorentina: Battesimo
di S. Pancrazio e Martirio di S. Pancrazio. Queste
due pilline da predella sono opere caratteristiche,
sebbene non particolarmente belle, di Mariotto
di Nardo, la cui arte è molto meglio rappre-
sentata da un altro quadro (n. 103) al (piale ri-
torneremo più avanti.
N. 13. Scuola senese: L'Apparizione a Castel
Sant'Angelo. La proposta origine senese di questo
dipinto mi sembra dubbia. Lo determinai con
sicura giustezza nel mio articolo, come appar-
tenente alla stessa serie di due piccoli dipinti per
predella nell'Accademia di Siena, raffiguranti
scene dalla vita di S. Paolo (un. 117 e 118), in-
dicati come della « maniera di Spinello Aretino »
Tutte queste pitture sembrano esser opera di un
maestro indubbiamente in stretto contatto con
Spinello e, forse, suo aiuto nel periodo della
attività artistica nel Palazzo Pubblico a Siena
(1404-1410).
NN. 14, 15. Maniera dei Lorenzetti: Storia
di S. Antonio Abate e di S. Paolo Eremita. Il mio
antico suggerimento intorno all'oiigine di queste
due pitture era: scuola pisana, ca. 1400. Ed an-
cora penso che esso è propriamente buono. \"è
qualcosa di provinciale in questi dipinti: essi
mostrano le tendenze della tarda arte fiorentina
del Trecento in una forma pesante erozza. Ètroppo
rischioso il pronunziare un nome individuale in
cospetto di tali opere volgari e senz'arte; mi ram-
mentano alcuni pittori pistoiesi, proprio altret-
tanto quanto alcuni pisani.
N. 16. Scuola senese: La Crocifissione e
Santi. Piccolo trittico. Il dipinto è assai proba-
bilmente un'opera di Paolo di Giovanni Fei, seb-
bene di qualità eccezionalmente bella per il mae-
stro. Credo che sia stato pubblicato da Mr. Be-
renson, ma in questo momento non so indicale
dove.
NN. 17-18. Maniera di Lorenzo di Niccolò:
L'Annunciazione: la Natività (fig. 2). L'attribuzione
può essere data senza alcuna esitazione; questi
due frammenti di predella sono opere del tutto
caratteristiche di Lorenzo di Niccolò, dipinte
al principio del secolo xv. Allo stesso artista
può anche essere attribuita la predella in tre
parti (N. 57) che rappresenta scene della vita di
S. Giovanni Evangelista. I tipi quadrati delle
figure ed il colorito gessoso indicano Lorenzo di
Niccolò come autore del dipinto, piuttosto che
Agnolo Gaddi, col nome del quale è catalogato
conformemente al mio antico suggerimento.
L'Arte. XXIV, 4.