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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 24.1921

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Fasc. 1
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Sirén, Osvald: Alcune note aggiuntive a quadri primitivi nella Galleria Vaticana, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17341#0053

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ALCUNE NOTE AGGIUNTIVE A QUADRI PRIMITIVI

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che furono dipinte intorno alla metà del secolo.
A fatica io penso che il quadro debba esser da-
tato più tardi del 1330. Ma chi fu il maestro?

Fig. 4 — Roma, Pinacoteca Vaticana, n. 56.
(Fot. Anderson).

Fu egli Giuliano da Rimini che firmò il grande
quadro d'altare già in (Jrbania, ma da molti anni
sepolto nella collezione di Mrs. C.ardner in Boston,
deve non può neppure esser fotografato? Oppure
fu qualche pittore bolognese primitivo, un pre-
cursore di Jacopo Avanzi e di Vitale? 11 Clisto
sulla croce mi sembra di carattere piuttosto bo-
lognese. Queste questioni devono esser lasciate
aperte qui per il presente, perchè non posseggo
il mateiiale necessario a un confronto.

Un altro dipinto romagnolo, ancor più bello
e importante e probabilmente un poco posteriore
di data, è il N. 54. Scuola di Giotto: La Cro-
cifissione e tre Santi' S. Pietro, S. Paolo e S. Ludo-
vico in trono. Il dipinto è un vero gioiello di raf-
finatezza coloristica e di squisito disegno, perfet-
tamente conservato, così da lasciar comprendere
come esso sia stato onorato da critici egregi
del nome di Giotto. Tuttavia non è punto opera
di Giotto giovane, ma del miglior seguace di
Giotto in Romagna: Giovanni Baronzio, come è
stato indicato in due recenti articoli n°i quali il
quadro è stato riprodotto (cfr. articolo di Lionello
Venturi, in L'Arte, [915, 1 e Burlington, Maga-
zine, nov. 1916). Secondo la mia opinione, è uno
dei primi e meglio conservati quadretti di Gio-
vanni Baronzio; è in istrette relazioni con i piccoli
quadri di Monaco, con la piccola Adorazione dei
Magi di Highnam Court e con parecchie altre
opere menzionate nell'articolo del Duri. Magazine,
ma più fine e notevole del maggior numero delle
altre. Giovanni Baronzio tu evidentemente alla
testa di una scuola o bottega ben grande, neces-

saria per l'esecuzione di cicli di affreschi così estesi
come quelli in S. Maria, in Porto Fuori a Ravenna
ed in S. Niccolò a Tolentino. Alcuni dei piccoli
quadri nella sua maniera furono probabilmente
eseguiti da aiuti.

Questo può essere stato il caso di due numeri
della Collezione Vaticana (N. 52: Crocifissione, e
N. 56: Deposizione) (fig. 4), entrambi assegnati alla
Scuola di Giotto. Certamente, questi appar-
tengono alla stessa Scuola del N. 54, ma sono
alquanto inferioii tanto per stato di conservazione,
quanto per qualità, e manifestano alcune diver-
genze individuali ili stile. Le forme flessibili ed
affinate di Giovanni sono esagerate, le figure sono
eccessivamente sottili ed avvolte in marti aderenti
dalle lunghe ricurve pieghe sì da subordinare le
forme al Unente ritmo lineare. Con ogni pro-
babilità questi quadri furono eseguiti da Pietro
<la Rimini, che pare essere stato aiuto di Giovanni
a Tolentino ed il cui stile individuale è conosciuto
per mezzo di un Crocifisso firmato in Urbania.

Migliori proporzioni e forma più plastica ci
appaiono nei quattro Santi raffigurati in un
piccolo dipinto (N. 44) definito come .1 maniera

Fig. 5 — Roma, Pinacoteca Vaticana, n. 45.
(Fot. Anderson).

dei Lorenzetti », sebbene esso appartenga eviden-
temente allo stesso gruppo di quelli sopra men-
zionati. Può esseie bene un'opera di Giovanni

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