JUAN AGUSTIN CEAN BERMUDEZ
41
ticnde. Mi desco es ahorrartc trabajo, hacerte gozar
cuanto antes de! que tienes hecho, y facilitar una
enipresa que por el nimbo que llevas serà mas
larga que tu Vida, y tal vez la arruinarà y abre-
vi ara... »*,
Il tono categorico delle ammonizioni contenute
in questa lettera non lascia dubbio sui rapporti
di sommessione « scientifica » che legavano Ceàn
Bermùdez al suo grande amico; onde vien fatto
di sorridere, quando, nella biografia che molti
anni più tardi Ceàn compose del Jovellanos de-
funto, si vede quello rivendicarsi il merito di
avere forse col suo esempio tratto questo agli studi
dell'arte2, senza poi dire come ne fosse generosa-
mente ricambiato dall'amico divenutogli ben presto
maestro!
E già altri han posto in rilievo — senza ch'io
debba ora insistervi — come Ceàn ormeggiasse
i criteri estetici del Jovellanos, fino al punto da
copiarne spesso testualmente i giudizi; come gli
dovesse, insomma, il più ed il meglio della sua at-
tività spirituale: soprattutto il suo allontanamento
dall'esclusivismo letterario e pseudo classico del-
l'epoca, e l'indipendenza vigorosa e felice con cui
seppe assai più tardi, in un Diàloso salire ci arte de
la Pintura3, ov'erano interlocutori Mengs e Mudilo,
criticare l'eclettismo idealistico ed accademico di
Mengs e richiamarsi contro di esso alle sane tra-
dizioni naturalistiche dell'arte spagnola4: un opu-
scolo che fu il canto del cigno di Ceàn Bermùdez;
al quale tuttavia l'autore non ebbe coraggio di
porre in fronte il suo nome, tanto era timida la sua
— e non sua — audacia estetica!
1 Obras de D. G. M. de Jovelianos, ediz. cit., T. II,
pp. 36» e seg.
2 « No afirmaré quo yo le haya In Spi rado las aficioncs
à estas [las bellas artes]; pero si diré, que manifestandose
en mi muy temprano està misma ofìcion, con que yo habia
nacido, pudn baiarsele comunicado despues, en virtud del
intimo trato y compania en que hemos vivido desde nuestros
primeros afios, y de la buena disposicion de su espiriti! y
talento para recibirla » (Mcmoiias para la vida del exc.mo
senor D. Gaspar Melchor De Jovellanos y noticias analitieas
de sus obras por 1). Juan Acustin CeAn Hermudfz, Ma-
drid, en la Imprenta que fué de Fuentenebro, 1814, p. 315).
3 Sevilla, Imp. de Aragón y C, 1817.
4 V. le Adiciones al « Diccionario histórico de los mas
ilustres Profesores ile las bellas artes en Espana ■ de D. J. A.
Ceàn Bermùdez, compueslas por el Condk de la ViAaza,
Madrid, Tip. de los Huérfanos, 18S9-94, T. I, pp. vi e seg.
Le asserzioni del Conte de la Vifiaza furon poi testualmente
riprese, e ampliate, dal Menéndez y Pelayo, nella Historia
già cit., T. VI, pp. 354 e segg. Idee consimili il Jovel-
lanos aveva espresse fin dal 1781, in un memorabile Elogio
de las bellas artes, letto nell'Accademia di San Fernando,
e — in moao ancor più esplicito —• nel 1780, ponendo in
carta alcune Kefiexioncs y conjeturas sobre el boato originai
Abbandonato a se stesso, Ceàn torna ad essere
queir» autor seco y sin imaginación alguna, pero
escrupuloso y pacienzudo », quel buon uomo,
operoso, diligente e mediocre, del quale giusta-
mente disse il Menéndez y Pelayo, che la sua ine-
stimabile laboriosità nel raccoglier le memorie
dei nostri artisti aveva un termine di paragone
adeguato soltanto nella miseria e volgarità della
sua critica1. Ne è esempio caratteristico, già addi-
tato da altri, e per noi singolarmente interessante,
la piatta imparzialità con la quale, un dopo l'altro,
esaltò i trattatisti delle arti nella Penisola iberica,
De Hollanda, Carducho e Pacheco, a ciascuno di
essi, a volta a volta, assegnando, quasi con le stesse
parole, la palma fra gli scrittori consimili 2. Ne è
prova continua la levità dei suoi giudizi, l'uniforme
sordità del suo temperamento estetico ad ogni
voce interiore, l'incapacità quindi a penetrare i
motivi della bellezza, e a renderne conto altrui.
(Continua). Achille Pf.lli7.zaki.
del cuadro de las Meninas de Veldzquez: bozzetto del quale
egli era fortunato possessore. (Si leggano nel volume di
Julio Somoza de Montsoriu, Jovc I.lanos. Nucvos datos
para su biografia. Madrid, 1S85).
I numerosi e cospicui scritti del Jovellanos attorno le
arti, o comunque riferentisi ad argomenti d'interesse arti-
stico, si troveranno tutti registrati nell'eccellente Inventario
de un Jovellanisla, compilato dal benemerito Julio Somoza
de Montsoriu (Madrid, Sucesores de Rivadeneyra, 1001.
V. i nn. 17, 50, 83-90, 146, 150-1, 161, 190, 204, 209-211,
3^7, 391, 448, 450, 454). È ivi da vedere anche ciò che,
dissentendo in qualche particolare dal Menéndez y Pelayo,
il Somoza osserva sulla critica d'arte del Jovellanos (pp. 158
e seg.). Buon lavoro, sebbene incompiuto, su questo argo-
mento, è quello di Fortunato De Selgas, Jove I.lanos
considerado corno critico en Bellas Artes, Madrid, Tip. de
El Correo, 1883; mentre invano si cercherebbe alcunché
di utile nel recente retoricissimo e vacuissimo libro dj
Edmundo Gonzalez-Blanco, Jovellanos, su vida y su
obra (Madrid, Imp. Artistica Espaflola, 1911). Una tratta-
zione seria e compiuta dell'attività critica del Jovellanos e
della efficacia da essa esercitata si desidera tuttavia.
1 Menéndez v Pelayo, Historia, già cit., T. VI, p. 351,
e T. IV, p. 81.
2 II libro De la pintura antigua, di Francisco De Ho-
llanda, nella versione castigliana procuratane da Manuel
Denis, « es la mejor [obra] que tenemos en nuestro idioma,
y acaso excederà à las que hay en otro sobre tal materia »
(Diccionario, T. II, p. 296).
Il Dialogo de la Pintura, di Vincencio Carducho,
« es el mejor libro que tenemos de pintura en castellano »
(Diccionario, T. I, p. 251).
El arte de la Pintura, di Francisco Pacheco, «los
pintores de Andalucia la ronsideraron corno indispensable
para su instrucción y adelantamiento, y los demàs de
F:snana siempre la respetaron corno la mejor obra de pin-
tura en nuestro idioma « (Diccionario, T. IV, p. 14).
L'Arti. XXIV, 6.
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ticnde. Mi desco es ahorrartc trabajo, hacerte gozar
cuanto antes de! que tienes hecho, y facilitar una
enipresa que por el nimbo que llevas serà mas
larga que tu Vida, y tal vez la arruinarà y abre-
vi ara... »*,
Il tono categorico delle ammonizioni contenute
in questa lettera non lascia dubbio sui rapporti
di sommessione « scientifica » che legavano Ceàn
Bermùdez al suo grande amico; onde vien fatto
di sorridere, quando, nella biografia che molti
anni più tardi Ceàn compose del Jovellanos de-
funto, si vede quello rivendicarsi il merito di
avere forse col suo esempio tratto questo agli studi
dell'arte2, senza poi dire come ne fosse generosa-
mente ricambiato dall'amico divenutogli ben presto
maestro!
E già altri han posto in rilievo — senza ch'io
debba ora insistervi — come Ceàn ormeggiasse
i criteri estetici del Jovellanos, fino al punto da
copiarne spesso testualmente i giudizi; come gli
dovesse, insomma, il più ed il meglio della sua at-
tività spirituale: soprattutto il suo allontanamento
dall'esclusivismo letterario e pseudo classico del-
l'epoca, e l'indipendenza vigorosa e felice con cui
seppe assai più tardi, in un Diàloso salire ci arte de
la Pintura3, ov'erano interlocutori Mengs e Mudilo,
criticare l'eclettismo idealistico ed accademico di
Mengs e richiamarsi contro di esso alle sane tra-
dizioni naturalistiche dell'arte spagnola4: un opu-
scolo che fu il canto del cigno di Ceàn Bermùdez;
al quale tuttavia l'autore non ebbe coraggio di
porre in fronte il suo nome, tanto era timida la sua
— e non sua — audacia estetica!
1 Obras de D. G. M. de Jovelianos, ediz. cit., T. II,
pp. 36» e seg.
2 « No afirmaré quo yo le haya In Spi rado las aficioncs
à estas [las bellas artes]; pero si diré, que manifestandose
en mi muy temprano està misma ofìcion, con que yo habia
nacido, pudn baiarsele comunicado despues, en virtud del
intimo trato y compania en que hemos vivido desde nuestros
primeros afios, y de la buena disposicion de su espiriti! y
talento para recibirla » (Mcmoiias para la vida del exc.mo
senor D. Gaspar Melchor De Jovellanos y noticias analitieas
de sus obras por 1). Juan Acustin CeAn Hermudfz, Ma-
drid, en la Imprenta que fué de Fuentenebro, 1814, p. 315).
3 Sevilla, Imp. de Aragón y C, 1817.
4 V. le Adiciones al « Diccionario histórico de los mas
ilustres Profesores ile las bellas artes en Espana ■ de D. J. A.
Ceàn Bermùdez, compueslas por el Condk de la ViAaza,
Madrid, Tip. de los Huérfanos, 18S9-94, T. I, pp. vi e seg.
Le asserzioni del Conte de la Vifiaza furon poi testualmente
riprese, e ampliate, dal Menéndez y Pelayo, nella Historia
già cit., T. VI, pp. 354 e segg. Idee consimili il Jovel-
lanos aveva espresse fin dal 1781, in un memorabile Elogio
de las bellas artes, letto nell'Accademia di San Fernando,
e — in moao ancor più esplicito —• nel 1780, ponendo in
carta alcune Kefiexioncs y conjeturas sobre el boato originai
Abbandonato a se stesso, Ceàn torna ad essere
queir» autor seco y sin imaginación alguna, pero
escrupuloso y pacienzudo », quel buon uomo,
operoso, diligente e mediocre, del quale giusta-
mente disse il Menéndez y Pelayo, che la sua ine-
stimabile laboriosità nel raccoglier le memorie
dei nostri artisti aveva un termine di paragone
adeguato soltanto nella miseria e volgarità della
sua critica1. Ne è esempio caratteristico, già addi-
tato da altri, e per noi singolarmente interessante,
la piatta imparzialità con la quale, un dopo l'altro,
esaltò i trattatisti delle arti nella Penisola iberica,
De Hollanda, Carducho e Pacheco, a ciascuno di
essi, a volta a volta, assegnando, quasi con le stesse
parole, la palma fra gli scrittori consimili 2. Ne è
prova continua la levità dei suoi giudizi, l'uniforme
sordità del suo temperamento estetico ad ogni
voce interiore, l'incapacità quindi a penetrare i
motivi della bellezza, e a renderne conto altrui.
(Continua). Achille Pf.lli7.zaki.
del cuadro de las Meninas de Veldzquez: bozzetto del quale
egli era fortunato possessore. (Si leggano nel volume di
Julio Somoza de Montsoriu, Jovc I.lanos. Nucvos datos
para su biografia. Madrid, 1S85).
I numerosi e cospicui scritti del Jovellanos attorno le
arti, o comunque riferentisi ad argomenti d'interesse arti-
stico, si troveranno tutti registrati nell'eccellente Inventario
de un Jovellanisla, compilato dal benemerito Julio Somoza
de Montsoriu (Madrid, Sucesores de Rivadeneyra, 1001.
V. i nn. 17, 50, 83-90, 146, 150-1, 161, 190, 204, 209-211,
3^7, 391, 448, 450, 454). È ivi da vedere anche ciò che,
dissentendo in qualche particolare dal Menéndez y Pelayo,
il Somoza osserva sulla critica d'arte del Jovellanos (pp. 158
e seg.). Buon lavoro, sebbene incompiuto, su questo argo-
mento, è quello di Fortunato De Selgas, Jove I.lanos
considerado corno critico en Bellas Artes, Madrid, Tip. de
El Correo, 1883; mentre invano si cercherebbe alcunché
di utile nel recente retoricissimo e vacuissimo libro dj
Edmundo Gonzalez-Blanco, Jovellanos, su vida y su
obra (Madrid, Imp. Artistica Espaflola, 1911). Una tratta-
zione seria e compiuta dell'attività critica del Jovellanos e
della efficacia da essa esercitata si desidera tuttavia.
1 Menéndez v Pelayo, Historia, già cit., T. VI, p. 351,
e T. IV, p. 81.
2 II libro De la pintura antigua, di Francisco De Ho-
llanda, nella versione castigliana procuratane da Manuel
Denis, « es la mejor [obra] que tenemos en nuestro idioma,
y acaso excederà à las que hay en otro sobre tal materia »
(Diccionario, T. II, p. 296).
Il Dialogo de la Pintura, di Vincencio Carducho,
« es el mejor libro que tenemos de pintura en castellano »
(Diccionario, T. I, p. 251).
El arte de la Pintura, di Francisco Pacheco, «los
pintores de Andalucia la ronsideraron corno indispensable
para su instrucción y adelantamiento, y los demàs de
F:snana siempre la respetaron corno la mejor obra de pin-
tura en nuestro idioma « (Diccionario, T. IV, p. 14).
L'Arti. XXIV, 6.