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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 24.1921

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Fasc. 2
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La Ferla, Clelia: Saggio sull'abbigliamento femminile del Trecento
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saggio su Li: abbig li amento femminile nel trecento

69

vano, come vedemmo, il rosso, il verde, l'azzurro, il si propagasse per la bella persona senza ; rrestarsi,

rosa e le vesti bipartite rappresentavano nella senza interrompersi bruscamente a dare l'illusione

moda quello che nell'arte era che una brezza lieve avvolgesse tutta quella vapo-

il colore giustaposto: due, tre, rosa eleganza e l'agitasse, la occupasse, sollevandola

quattro zone di colore si accor- in un ampio respiro, tenendola dolcemente in sua

davano negli abbigliamenti balìa.

con gusto squisito, sotto il Fu in onore e in armonia a codesto linearismo
pretesto di guarnire un abito elegante che la scarpa esile terminò in una punta
o di distendere un mantello. acuta, che il cappuccetto, aderendo al viso, lo pro-
Vi fu nell'arte senese, nella filò con grazia allungandolo in un fine ovale, che le
vita tutta del 300, una tale brevi linee ondulate, i riccioli sinuosi, le trecce mor-
ammirazione per il colore, che bidè sfuggirono alla sevcia custodia e .si confusero
lo si volle quasi animare, vi- con le frange preziose e tutto l'abbigliamento, con
vificare, rendere fulgido come mirabile armonia si ispirò alla molle linea gotica,
racchiudente in sè i bagliori
del sole; ed allora le vesti
Fig. 18 — Metà del parvero quasi madide di goc-

sec. Jùv: Panico]. cioiine d'oro, allora le vesti
della Leggenda dei

Tre vivi e dei Tre azzurre portarono trapunti

Morti; Pisa, Cam- tanti 1 ccclletti d'oro, come

posa ito. se vojassero inebbriati e do-

rati dal sole in un lembo di
cielo, le vesti verdi ebbero i fiori argentei, quasi
si diffondesse su di essi, apertisi in un prato, la
luce diafana della luna, ebbero ancora i pesci guiz-
zanti fra le acque che parevano, nell'aureo ricamo
rossiccio, racchiudere gli ultimi bagliori delle luci
crepuscolari. La luminosità intensa che il Cristia-
nesimo aveva diffuso, ad avvolgervi l'umanità sof-
ferente e brancolante nelle tenebre, l'arte aveva
accolto e trasmesso alla vita, all'abbigliamento ful-
gido di mille splendori.

Alla bellezza e preziosità del colore aggiunse,
l'arte dolcissima di Siena, la sobria elegante padro-
nanza della linea, e la moda con la stessa fine ele-

Fig. 20 — Taddeo Gaddi:
Partic. del Mirat olo della Croce. Firenze, S. Croce.

Più tardi, (piando inesorabilmente l'arte si av-
viava alla sua decadenza e alla pura corrente colori-
stica senese o alla integra corrente formale fioren-
tina, si mescolò e succedette una corrente d'arte
Imo. I9 _ Metà del sec. XIV: inferiore, precisa, minuziosa, essa non seppe nei

l'articolare del Trionfo della Morie. graziosi motivi ornamentali trovare la maggior

Pisa, Camposanto. leggerezza cercata, ma si appesantì in una grazia di

maniera, tutta leziosa, in una eleganza artificiosa
che non sapeva scaturire dall'insieme, ma voleva
ganza, profuse linee armoniose ad avvolgere e con- essere suggerita, o meglio, imposta da elementi
tinuare la sinuosa bellezza dell'agile persona: lo affatto secondari.

strascico svoigcntesi a spira mollemente, le maniche Ma la pesantezza dell'arte divenne, nell'abbiglia-
csili lunghissime, serpeggianti, i veli ad onde e mento, sfarzo sontuoso: non più fini, morbidi
guizzi, vibranti come lingue di fuoco, davano al- colori, non più sottili e snelle eleganze gotiche, ma
l'insieme una grazia lieve simile a un fremito che non ancora, in modo assoluto, goffa ineleganza:in
 
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