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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 24.1921

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Fasc. 2
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Sirén, Osvald: Alcune note aggiuntive a quadri primitivi nella Galleria Vaticana, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17341#0126

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98

OSVALDO SIREN

Supcriore a tutti questi dipinti di Giovanni è
la piccola Regina Sanctoram (n. 80), riprodotta e
descritta da parecchi autori come opera di questo
maestro. E, veramente, una delle opere più belle,
da lui stesso mai sorpassata per grazia orna-
mentale e raffinatezza.

N. 59. Scuola fiorentina. La Beata Vergine
Madre delle virtù. I.a mia antica attribuzione di

Fig. 9 — Roma, Pinacoteca Vaticana, n. 79.
(Fot. Anderson).

questo quadio ad Agnolo Gaddi può essere cor-
retta. Il dipinto appartiene allo stesso gruppo
di una piccola pittura dell'Accademia di Firenze,
che rappresenta una Mater Misericordiae, e di
una Crocifissione degli Uffizi (assegnata tradi-
zionalmente a Spinello Aretino). Solevo consi-
derare tutte queste come opere di Agnolo, ma
è possibile siano stata dipinte da qualche artista
che abbia lavorato sotto l'influenza di Agnolo nella
sua bottega (poiché i tipi mostrano lievi variazioni
da quelli che prevalgono negli affreschi di Agnolo).

N. 61. Scuola senese: La Resurrezione di
Lazzaro. Questo quadro non è nè senese nè pi-
sano (come io una volta suggerii), ma proviene
dalla scuola bolognese-romagnola. Purtroppo è
miseiamente conservato, il che rende del tutto
arrischiata un'attribuzione più determinata.

N. 62. Scuola fiorentina: La Passione di
Gesù Cristo. Trittico. Nelle figure di questo trit-
tico si può osservare un certo nesso stilistico
con Giovanni da Milano, ma esse sembrano
quasi caricature delle creature di Giovanni;
sono eccessivamente rotonde, pesanti e insi-
pide. La distanza da Giovanni non è tuttavia
grandissima, se noi accettiamo come sua opera
la piccola Incoronazione della Vergine nella Gal-
leria Corsini a Roma; il trittico vaticano ha per
di più sofferto nel restauro. Bisogna ammettere
che la determinazione dello stile personale e del
carattere di Giovanni non è stata, per anco, bene
stabilita, e noi non sappiamo come egli sia dive-
nuto insipido nei suoi momenti meno felici, ni:'
sentiamo che c'è una tendenza alla insipidezza
nell'indirizzo totale della sua arte. Egli è fon-
damentalmente lombardo, e non assimilò molto
della fantasia creativa della scuola fiorentina,
nonostante che passasse il più della sua vita in
Firenze.

Ire dipinti della Scuola di Giovanni possono
esser qui ricordati, cioè i frammenti di predella
(nn. 93-95) raffiguranti il Convito in casa del Fa-
riseo, la Crocifissione e il Noli me tangere. I tre
quadri sembiano della stessa mano del trittico
descritto sopra, e sono in questo caso giustamente
catalogati come « Scuola di Giov. da Milano ».

Un'opera più autentica di Giovanni da Milano
è il n. 79: Ascensione di Cristo (fig. 9), che io as-
segnai a Giovanni nel mio vecchio articolo ed an-
cora vorrei assegnare. I tipi di Maria e degli apo-
stoli sono caratteristici del maestro (e consueti),
come pure il diligente modellato pittorico e il
modo di trattare i panneggi. L'aspetto piuttosto
aspro e spiacevole dello spezzato schema colori-
stico può essere in parte causato dall'eccessiva
pulitura del dipinto; tuttavia non è del tutto
estraneo alle altre opere di Giovanni.

NN. 64-65. Scuola senese: Due quadretti
con quattro Santi. Evidentemente di un artista
fiorentino, Jacopo da Casentino.

N. 66. Scuola fiorentina (?): f.a Crocifis-
sione (fig. 10). Sebbene l'effetto generale del quadro
abbia notevolmente sofferto per la ridipintura
del fondo, possiamo qui riconoscere una opera
di Andrea Buonaiuti da Firenze. Tutte le fi-
gure, e in particolare il S. Domenico inginoc-
chiato ai piedi della Croce, sono in istrettissimi
rapporti con alcune figure degli affreschi di
Andrea nella Cappella degli Spagnuoli in Fi-
renze. Uno che ha ben conosciuto i tipi di Andrea
può facilmente riconoscerli in questo quadro dal
peculiare modellato della bocca e del mento, e
dalla bassa fronte. Le mani e i piedi grossi e
pesanti non sono meno caratteristici, come pure
 
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