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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 24.1921

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Fasc. 2
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Offner, Richard: Due quadri inediti di Taddio Gaddi
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https://doi.org/10.11588/diglit.17341#0148

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120

RICHARD OFFNER

Per affinità decisive bisogna ricorrere però al quadro di S. Felicita di Taddeo (fig. 4) e
alla Vergine degli Uffizi; sebbene la somiglianza col primo sia più significativa. Uguale è il
principio ritmico nella disposizione delle masse, nelle proporzioni tese oltre l'usato; in
entrambi è uno stesso assestamento di linee curve, lo stesso disegno rigido e impassibile
Taddeo cercò la grazia nelle lunghe mani, tanto più cimili nelle due pitture, quanto più
si scostano tondamentalmente dalle brevi quadrate, rudi mani del Caddi primitivo.

Il modo di arrotondare il collo cilindricamente, modo tutto esteriore, puro incurvarsi
di superficie, la forma del capo, il suo peso, il taglio e l'espressione dell'occhio, i capelli
tirati obliqui sulle tempie, la caduta del drappeggio, e specialmente la posizione centrale
della mano destra del Cristo in entrambe le pitture, richiamano le stesse abitudini di co-
struzione e le stesse fasi di gusto, quasi a un medesimo stadio d'evoluzione.

Il pannello degli Uffizi del 1,555, nel suo stato presente, oltre con la nostra Vergine
analogie meno strette di quelle ora esaminate, sebbene, dialetticamente parlando, il loro
rapporto sia rafforzato dalla evidente corrispondenza stilistica fra il primo quadro e il
polittico di S. Felicita. Ma considerando l'intervallo cronologico fra i due dipinti, do-
vremmo ricordare il generale cammino progressivo di Taddeo, e la sua ultima evoluzione
in particolare. Conscio del rischio di datare ipoteticamente in termini precisi entro una
arbitraria unità di tempo, preferirei di collocar il nostro pannello fra le pitture di S. Mar-
tino e quelle di S. Felicita, o — in forma più definitiva e leggermente variata — la Vergine
degli Uffici, del 1.-555. I-a tendenza a una data più tarda non potrebbe essere giustificata
per ragione della stretta relazione ritmica tra la massa cubica e la superficie; della
maggior compattezza del gruppo: della squadratura del tipo della Vergine; dell'arco cuspi-
dato, che l'artista usa a preferenza nei pannelli primitivi.

IL

UN SAN GIOVANNI EVANGELISTA NELLA COLLEZIONE GENTNER

Una minore tavola 1 (fig. 5) nella collezione finemente composta del sig. Filippo
Gentner rappresenta l'apocalittico S. Giovanni e una fase alquanto differente delle opere
di Taddeo.1 Frammento di un polittico, senza dubbio costruito in caselle simili a
quelle del polittico in Giovanni Fuorcivitas a Pistoia, esso probabilmente si elevavaconle
figure a grandezza naturale della Vergine e dei santi e con la schiera degli Evangelisti e
dei dottori della Chiesa.3

Accettando senza ulteriore esame l'opinione invalsa che considera Taddeo come il
pittore di alcuni affreschi trasandati, se pur vigorosi, e di un gruppo di tavole di non grande
distinzione, noi possiamo ben essere sorpresi di trovare tale sintesi di espressione artistica
e tale sostenuta energia di azione. La fermezza della bocca di Giovanni, la nera fissità del-
l'occhio, la vivacità convenientemente rigida dell'aquila, la spinta del corpo e delle ali
di essa, obbediscono alla stessa padronanza creativa che dirige gli astratti e immediati limiti
dei contorni architetturali, il Michelangiolesco arrotondarsi della linea, l'inalterabile
stabilità del gruppo nello spazio ad esso assegnato. Taddeo appare aver acquistato la ca-
pacità, la suggestione spaziale, il volo e la visione della Rivelazione, e qui vi è molto nello
sguardo dritto, lungo, fermo di Giovanni e nell'invincibile aquila a testificare che entrambi
hanno penetrato vasti spazi per tenere il premio divino annunziato in quel libro.

1 |9 7* X nlU- 3 Guardandola sua originale elevazione dal di

4 Qui per la prima volta attribuita a Taddeo sotto, le proporzioni della figura appaiono forse
Gaddi. più soddisfacenti.
 
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