158 MARIO
vanto, alla scuola romana con la quale non man-
cano rapporti. Ad es. la figura ili S. Pietro è molto
vicina a quella di S. Giuseppe nella Natività della
Basilica superiore di Assisi e quella dell'apostolo
che le sta accanto, ai vecchioni delle Storie di
Noè. Ma il modellato dei volti è raggiunto con
sfumature rossiccie e con luci verdastre cui si ag-
giungono talora, nei pomelli, leggere pennellate di
rosso, al modo bizantino; e se le vesti dalle pieghe
increspate e taglienti, somigliano a ([nelle degli
affreschi con le Storie della Genesi, hanno una sec-
Fig. 4 — Imitatore di Cimabue:
Particolare della Cena. Perugia, Spedale militare.
chezza che quasi identica si trova nell'arte di Ci-
mabue, realistica e possente ma meno plastica di
quella dei romani e più legata alla tradizione.
Così in alcuni degli apostoli, le teste si allungano
eccessivamente, presentano nella fronte, ricurve
rughe concentriche ed hanno la canna del naso de-
pressa alla radice, come nelle figure di Cimabue.
Questa depressione è sovente lunata, nel Maestri,
fiorentino, e tale vediamo nei nostri angeli (fi-
gure 6-8). Inoltre l'Assunzione è composta, nel
gruppo mediano e nei quattro angeli che recano la
mandorla, in modo affatto simile a quella che (Una ■
SALMI
bue dipinse nel coro della chiesa superiore di As-
sisi,1 alla quale la riteniamo inspirata.
11 nostro pittore non giunge sino a quel realismo
esagerato che fa apparire, come altri notò/ quasi
repugnanti, • grifagne », le angeliche figure del
maestro fiorentino, ma ha senza dubbio studiato
nella vicina Assisi, più le cose di lui che l'arte ro-
Fig. 5 — Imitatore di Cimabue:
.Assunzione della l'ergine. Perugia, Spedale militare.
Fig. 6 — Imitatore^di Cimabue:
Un'angelo dell'^Assunzione. Perugia, Spedale militare.
mana. Si tratta probabilmente di un artefice lo-
cale attivo alla fine del sec. xin e ai primissimi del
seguente, la cui mano ci sembra di poter ricono-
* A. Acbkrt. Cimabue Frage, Leipzig, i<m>7, tav. 12.
Ivi, passim, si vedano i caratteri morfologici propri a Ci-
mabue, ai quali accenniamo.
2 P. Toksca, in L'Arte, a. VII (1904), 316.
vanto, alla scuola romana con la quale non man-
cano rapporti. Ad es. la figura ili S. Pietro è molto
vicina a quella di S. Giuseppe nella Natività della
Basilica superiore di Assisi e quella dell'apostolo
che le sta accanto, ai vecchioni delle Storie di
Noè. Ma il modellato dei volti è raggiunto con
sfumature rossiccie e con luci verdastre cui si ag-
giungono talora, nei pomelli, leggere pennellate di
rosso, al modo bizantino; e se le vesti dalle pieghe
increspate e taglienti, somigliano a ([nelle degli
affreschi con le Storie della Genesi, hanno una sec-
Fig. 4 — Imitatore di Cimabue:
Particolare della Cena. Perugia, Spedale militare.
chezza che quasi identica si trova nell'arte di Ci-
mabue, realistica e possente ma meno plastica di
quella dei romani e più legata alla tradizione.
Così in alcuni degli apostoli, le teste si allungano
eccessivamente, presentano nella fronte, ricurve
rughe concentriche ed hanno la canna del naso de-
pressa alla radice, come nelle figure di Cimabue.
Questa depressione è sovente lunata, nel Maestri,
fiorentino, e tale vediamo nei nostri angeli (fi-
gure 6-8). Inoltre l'Assunzione è composta, nel
gruppo mediano e nei quattro angeli che recano la
mandorla, in modo affatto simile a quella che (Una ■
SALMI
bue dipinse nel coro della chiesa superiore di As-
sisi,1 alla quale la riteniamo inspirata.
11 nostro pittore non giunge sino a quel realismo
esagerato che fa apparire, come altri notò/ quasi
repugnanti, • grifagne », le angeliche figure del
maestro fiorentino, ma ha senza dubbio studiato
nella vicina Assisi, più le cose di lui che l'arte ro-
Fig. 5 — Imitatore di Cimabue:
.Assunzione della l'ergine. Perugia, Spedale militare.
Fig. 6 — Imitatore^di Cimabue:
Un'angelo dell'^Assunzione. Perugia, Spedale militare.
mana. Si tratta probabilmente di un artefice lo-
cale attivo alla fine del sec. xin e ai primissimi del
seguente, la cui mano ci sembra di poter ricono-
* A. Acbkrt. Cimabue Frage, Leipzig, i<m>7, tav. 12.
Ivi, passim, si vedano i caratteri morfologici propri a Ci-
mabue, ai quali accenniamo.
2 P. Toksca, in L'Arte, a. VII (1904), 316.