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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 24.1921

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Fasc. 3
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Salmi, Mario: Note sulla Galleria di Perugia
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NOTE SULLA GALLERIA DI PERUGIA

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merlata di un castello con una torre centrale
messa inprospettiva. Due mandorle occupano l'in-
tera superficie. In quella di sinistra campeggia la
croce aurea su ili un monte fiancheggiata da due
stelle, e ai piedi di essa sta chiuso il libro apoca-
littico dei sette sigilli, sul quale giace l'agnello
nimbato. Nell'altra mandorla, il Cristo Giudice
lancia dardi a piene mani come un Giove tonante,
e sotto, la Vergine seduta, apre l'ampio manto
damascato d'oro, per accogliervi i fedeli inginoc-
chiati. Fra questi, a sinistra sta un monaco, a de-
stra stanno due monache: è probabile che il di-
pinto fosse per ciò commesso per qualche convento
in seguito a pestilenza, e dato il suo interesse ico-
nografico, è strano che sia sfuggito a chi studiò
l'arte umbra sotto un tale aspetto.1 La paurosa
visione apocalittica dominata dalla croce e la
Madonna clemente come appare, fiancheggiala da
due santi, nell'affresco dell'oratorio di S. Croce
dei Falegnami e quindi in una rappresentazione
ampliata nel gonfalone di S. Francesco al Prato,
sono integrate da invocazioni scritte in gotico che
girano intorno alle due mandorle.2 Nessun dubbio,
quindi, con tali soggetti, che il quadro sia stato
eseguito per Perugia. Il pittore si è affaticato a
ricercarvi effetti prospettici: il Cristo con la testa e
il busto piegati, i devoti in piani digradanti, il
castello e la croi e messi in prospettiva, lo dimo-
strano. Le forme tozze della Madonna (fig. 17) ci
ricordano la Vergine di misericordia di Piero della
Francesca a Borgo S. Sepolcro e le derivazioni
di Girolamo eli Giovanni a S. Martino di Tedico
e del Boccati nella tempera Platt ad Englewood.
Ma il pittore perugino non è riuscito neppure lon-
tanamente ad avvicinarsi alla costruzione conica
di Piero: ed egli dimostra, d'altronde, maggiori ri-
scontri con Domenico Veneziano. Infatti la figura
femminile ammantata di giallo chiaro in primo
piano, rammenta une delle assistenti alla Natività
della Vergine, negli affreschi della cappella del-
l'Assunta nel Duomo di Prato non di Domenico
come vuole lo Schmarsow,' ma di un seguace di
lui; la figura maschile in secondo piano a sinistra,
ricorda col suo mantello rosso e il berrettone

1 W. Bombi:, Gonfaloni umbri (studi iconografici), in
Augusta Perusia (1907), a II, fase. 1-2.

2 Nella prima mandorla resta quasi completa l'iscrizione
che suona cosi: Sante ■ deus • sante fortis • sante in-

mortalis • miserere ■ nobis 1 amen 1 [Cr]iSTU ■ cruci-
fi.xe • angnus ' dei ' qui ■ tollis • peccata ' mundi ' per '

santa m • crucem • PARcr ms] Ri Ri - mi i. Nella seconda:

...[figlio]lo • della 1 sua ' ira 1 libera ' nos 1 santa 1 MA-
ria | misericordia 1 VIRGO ' pia ' a mala 1 morte 1 et '
peste ' in via ' prega ' christu che ' non ' sia.

3 A. Schmarsow, in L'Arte, a. XV (1912), fase. I e II.

azzurro, le cose schiettamente fiorentine di Paolo
Uccello, ad es.; il Cristo Giudic rammenta l'Eterno
che sovrasta alla Madonna di Domenico già nel
canto dei Carnesecchi ora nella Galleria Nazionale
di Londra. Ma il pittore, pure sforzandosi di imi-
tarlo, non capì Domenico Veneziano non dico
nelle forme che conservano ancora residui di go-
ticismo nel sovrabbondante manto del Cristo e
nell'arricciato contorno della tunica della Vergine
e della devota surricordata, ma neppure nell'incar-

Fig. 17 — Ignoto perugino:
Madonna della Misericordia. Perugia, Galleria.
(Fot. Verri).

nato che è verdastro ed ha torbidi sbattimenti
di luce

È noto che sullo svolgimento della pittura
umbra del Quattrocento, influì moltissimo Benozzo
Gozzoli. Il ricordo di questo pittore rimane ap-
punto associato, in noi, a quello di una piccola ta-
vola (n. 7) della nostra Galleria, indubbiamente
umbra, che forse fu un simulacro da portarsi in
processione (fig. 18). Sul fondo d'oro, si delinea
tragica la testa dolorante del Cristo. La verde co-
rona di spine e il sangue che si aggruma intorno
alla fronte e macchia i capelli biondicci o c ola co
pioso sul volto terreo, e affiora anche sul bianco
degli occhi, si accordano mirabilmente col rosso

VArU. XXIV, 22
 
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