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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 24.1921

DOI issue:
Fasc. 4
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Venturi, Adolfo: Disegni sconosciuti di Raffaello nell'Albertina di Vienna
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https://doi.org/10.11588/diglit.17341#0234

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20b

ADOLFO VENTURI

con i disegni per la stanza dell'Eliodoro) con quello, ad esempio, nel gabinetto Taylor
a Oxford, di una guardia per la Liberazione di S. Pietro dal carcere.

Lo sbattimento e il guizzo delle luci sui muscoli fluttuanti del torso e delle braccia,
la cute serica, i gonfi tendini del collo e la tensione del profilo, delle labbra ansimanti,
l'intensa fiamma dell'occhio, che s'incassa profondo nell'orbita, lo slancio stesso del mo-
vimento, suggeriscono la collocazione del fine disegno tra le opere del tempo in cui l'arte
di Raffaello, a un tratto, impensatamente, raggiunge, col movimento delle masse d'ombra
e di luce, la sua massima espressione drammatica; e suggerisce l'ipotesi che appartenga
al ciclo dei molteplici studi per l'affresco più martoriato della stanza: L'incontro di At-
tila con Leone Magno.

Un altro studio (fig. 2), annunciato fra disegni vari di Scuola romana (Busta VII,
353*), senz'attribuzione, è da aggiungersi alla serie sempre crescente dei fogli di Raf-

faello. Il segno fine, tremulo nei contorni, intrecciato spesso a losanghe in mobile rete
sul rilievo tondeggiante dei corpi; la sottigliezza che dà leonardesca impronta ai linea-
menti della testa virile, al volto affilato; il tipo ancor memore della tradizione umbra,
che avvicina il putto ai dolci bimbi attornianti le Madonne dipinte da Raffaello nel
periodo fiorentino, e più ai paggi alati delle Virtù nel soffitto della Stanza della Segna-
tura, circoscrivono la data dell'opera al primo periodo romano, e circa al tempo in cui
Raffaello disegnava per Agostino Chigi due tondi, che l'orafo ( esarino da Perugia
eseguiva in argento.

Alle grottesche romane s'è ispirato il pittore nell'ideare il ricco ornamento, com-
posto, entro la sinuosa cornice di grandi foglie, fiori e cornucopio, da un tritone, che
sulle ritorte spire del pisciforme corpo reca un putto festante, mentre sostiene con le
mani e con [a testa la metà d'uno scudo. Volute di foglie d'acanto si snodano con ser-
pentina eleganza dai viluppi della marina forma, e ai tortuosi contorni delle figure
 
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