IL CLASSICISMO DI CI.IX LORENZO BERNINI E L'ARTE FRANCESE 249
" questo solo può supplire al difetto degli spiriti, che nella vecchiaja languiscono ». lì così,
in grazia di questa compiuta pratica del disegno, che sappiamo donde derivi, noi pos-
siamo anche nelle opere ultime — per esempio nella statua della beata Lodovica Albcr-
toni che è a Roma in S. Francesco a Ripa—ammirare la vigorosa, corretta, organica
costruzione artistica, nonostante che siano spinte all'ultimo limite le caratteristiche più
personali dell'arte berniniana.
Nell'architettura, ugualmente, dobbiamo riconoscere proporzioni armoniche e di-
segno corretto d'impronta fondamentalmente classica. Cosi nella facciata del Palazzo
Barberini, così nella deci nazione dei palchetti ospitanti i personaggi della famiglia (di-
naro in S. Maria della Vittoria, così nel colonnato di S. Pietro costruzione degna in
tutto dell'età più bella ch'il'architettura imperiale, cosi nel progetto per la riedificazione
della tribuna di S. Maria Maggiore. Oliando è meno romano, si accosta ai modelli
di Michelangelo, il cui esempio e ricordato a Parigi in una conversazione da Mattia De
Rossi, il lido scolaro e compagno di viaggio. E così, inspirandosi all'esempio del
Campidoglio, nel Palazzo Chigi, ora Odescalchi, in piazza SS. Apostoli, abbraccia con
l'altezza dei pilastri due piani successivi, e ugnale motivo adotta nel progetto per la
facciata del Louvre. Come errava il Cicognara dicendo del Bernini che t L'antico gli
parve arido, il michelangiolesco gli parve ributtante»!
Per il Bernini — qui sta il punto — al pari che per tutti i seri artisti di ogni tempo
e di ogni luogo, è stoltezza accademica voler invocare il rispetto delle regole, l'ossequiò
ad ogni forma tramandata dal passato. Il precetto che giova nella scuola è vano quando
si passa all'effettivo esercizio dell'arte; più ancora che vano, è peso dannoso il (piale
anziché all'espressione conduce alla maniera. Il Bernini ha sentito tutto questo, e l'ha
espresso alla buona in una formula incisiva: « Chi non esce tal volta di Regola, non
la passa mai ». Insomma, chiamando classico il Bernini, noi appunto vogliamo non con-
fonderlo con la turba dei manieristi, dei copiatori, degli imitatori, ma far vedere come,
uniformandosi alle regole classiche più rigorosi-, abbia poi potuto uscitile fuori legitti-
mamente, superarle vittoriosamente, salvando l'arte da un'estrema decadenza.-
figli è classico, in un certo senso, come Michelangelo al cui esempio ed alla cui
grandezza si riannoda, perchè dalla perfezione degli antichi, anziché derivare leggi ste-
rili e caduche, ha saputo trarre la sicura perizia del lavoro artistico, l'elevata coscienza
della propria dignità. Guardiamoci soprattutto dal concetto troppo restrittivo, e troppo
a lungo durato in onore, per il quale entro i limiti dell'arte classica può rientrare un
bolso manierista della line del Cinquecento, mentre ne viene escluso Gian Lorenzo Ber-
nini! Questi, occorre proclamarlo, è invece classico appunto perchè ha sconfitto l'arte
di maniera, insincera ed ignobile anche se riproduceva meccanicamente parvenze del-
l'antico, è classico perchè ha saputo derivare ogni sua abilità, ogni suo vigore dallo
studio degli esemplari del mondo greco e del mondo romano, trattenendosi però in
modo assoluto dall'imitazione servile, e volgendosi a tentare, a raggiungere nuove pos-
sibilità espressive. Vogliamo condannare il Bernini perchè ha superato nella figurazione
del movimento i prototipi più noti della scultura antica? vogliamo escluderlo dal novero
dei più grandi artisti perchè il mirabile giuoco di luci ed ombre sulla superficie delle
sue sculture rappresenta un'innovazione troppo ardita per chi ha perduto ogni capacità
critica nella contemplazione passiva della statuaria da museo? Come Michelangelo
- che è grande, che è classico perchè riesce a. suscitare dietro di sé tutto il meraviglioso
movimento del Barocco italiano — Gian Lorenzo Bernini è insieme pagano e mistico,
in (pianto riesce a sentire profondamente tutta la viva poesia, tutta l'energica attra-
zione dei ricordi antichi e della fede cattolica, in quanto sa essere compiutamente ori
ghiaie senza rinnegare la tradizione. Vogliamo sul serio accusare di anticlassicismo il
Bernini perchè si è prestato a togliere gli ornamenti in bronzo del pronao del Pantheon
per fare il baldacchino della Basilica Vaticana, 0 perchè non si opponeva all'idea di
L'Arte. XXIV, 32.
" questo solo può supplire al difetto degli spiriti, che nella vecchiaja languiscono ». lì così,
in grazia di questa compiuta pratica del disegno, che sappiamo donde derivi, noi pos-
siamo anche nelle opere ultime — per esempio nella statua della beata Lodovica Albcr-
toni che è a Roma in S. Francesco a Ripa—ammirare la vigorosa, corretta, organica
costruzione artistica, nonostante che siano spinte all'ultimo limite le caratteristiche più
personali dell'arte berniniana.
Nell'architettura, ugualmente, dobbiamo riconoscere proporzioni armoniche e di-
segno corretto d'impronta fondamentalmente classica. Cosi nella facciata del Palazzo
Barberini, così nella deci nazione dei palchetti ospitanti i personaggi della famiglia (di-
naro in S. Maria della Vittoria, così nel colonnato di S. Pietro costruzione degna in
tutto dell'età più bella ch'il'architettura imperiale, cosi nel progetto per la riedificazione
della tribuna di S. Maria Maggiore. Oliando è meno romano, si accosta ai modelli
di Michelangelo, il cui esempio e ricordato a Parigi in una conversazione da Mattia De
Rossi, il lido scolaro e compagno di viaggio. E così, inspirandosi all'esempio del
Campidoglio, nel Palazzo Chigi, ora Odescalchi, in piazza SS. Apostoli, abbraccia con
l'altezza dei pilastri due piani successivi, e ugnale motivo adotta nel progetto per la
facciata del Louvre. Come errava il Cicognara dicendo del Bernini che t L'antico gli
parve arido, il michelangiolesco gli parve ributtante»!
Per il Bernini — qui sta il punto — al pari che per tutti i seri artisti di ogni tempo
e di ogni luogo, è stoltezza accademica voler invocare il rispetto delle regole, l'ossequiò
ad ogni forma tramandata dal passato. Il precetto che giova nella scuola è vano quando
si passa all'effettivo esercizio dell'arte; più ancora che vano, è peso dannoso il (piale
anziché all'espressione conduce alla maniera. Il Bernini ha sentito tutto questo, e l'ha
espresso alla buona in una formula incisiva: « Chi non esce tal volta di Regola, non
la passa mai ». Insomma, chiamando classico il Bernini, noi appunto vogliamo non con-
fonderlo con la turba dei manieristi, dei copiatori, degli imitatori, ma far vedere come,
uniformandosi alle regole classiche più rigorosi-, abbia poi potuto uscitile fuori legitti-
mamente, superarle vittoriosamente, salvando l'arte da un'estrema decadenza.-
figli è classico, in un certo senso, come Michelangelo al cui esempio ed alla cui
grandezza si riannoda, perchè dalla perfezione degli antichi, anziché derivare leggi ste-
rili e caduche, ha saputo trarre la sicura perizia del lavoro artistico, l'elevata coscienza
della propria dignità. Guardiamoci soprattutto dal concetto troppo restrittivo, e troppo
a lungo durato in onore, per il quale entro i limiti dell'arte classica può rientrare un
bolso manierista della line del Cinquecento, mentre ne viene escluso Gian Lorenzo Ber-
nini! Questi, occorre proclamarlo, è invece classico appunto perchè ha sconfitto l'arte
di maniera, insincera ed ignobile anche se riproduceva meccanicamente parvenze del-
l'antico, è classico perchè ha saputo derivare ogni sua abilità, ogni suo vigore dallo
studio degli esemplari del mondo greco e del mondo romano, trattenendosi però in
modo assoluto dall'imitazione servile, e volgendosi a tentare, a raggiungere nuove pos-
sibilità espressive. Vogliamo condannare il Bernini perchè ha superato nella figurazione
del movimento i prototipi più noti della scultura antica? vogliamo escluderlo dal novero
dei più grandi artisti perchè il mirabile giuoco di luci ed ombre sulla superficie delle
sue sculture rappresenta un'innovazione troppo ardita per chi ha perduto ogni capacità
critica nella contemplazione passiva della statuaria da museo? Come Michelangelo
- che è grande, che è classico perchè riesce a. suscitare dietro di sé tutto il meraviglioso
movimento del Barocco italiano — Gian Lorenzo Bernini è insieme pagano e mistico,
in (pianto riesce a sentire profondamente tutta la viva poesia, tutta l'energica attra-
zione dei ricordi antichi e della fede cattolica, in quanto sa essere compiutamente ori
ghiaie senza rinnegare la tradizione. Vogliamo sul serio accusare di anticlassicismo il
Bernini perchè si è prestato a togliere gli ornamenti in bronzo del pronao del Pantheon
per fare il baldacchino della Basilica Vaticana, 0 perchè non si opponeva all'idea di
L'Arte. XXIV, 32.