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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 24.1921

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Fasc. 4
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Calosso, Achille Bertini: Il classicismo di Gian Lorenzo Bernini e l'arte francese
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https://doi.org/10.11588/diglit.17341#0280

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ACHILLE BERTINÌ C A LOS SO

tato ammirazione ed imitazione per (jnei grandi affreschi ornamentali nei quali le spi-
rito berniniano aleggia accanto alle forme di Pietro da Cortona, ti progetto per il Lou-
vre poi, sebbene non eseguito, ha esercitato una larga influenza sugli architetti francesi,
e del pari gli scultori mostrarono di non sapersi sottrarre al fascino del busto bellis-
simo di Luigi XIV che ancora oggi irradia tanta luce nel Castello di Versailles.

Ma forse l'influenza più decisiva sull'arte francese il Bernini — più ancora che a Roma
avanti il suo viaggio in Francia e più ancora che a Parigi col suo esempio diretto — la
esercita ritornato a Roma col patronato che prende dell'Accademia di Francia instituita
in questa città nel i(>(>(> da Luigi XIV quasi per farvi trionfare il programma che
abbiamo veduto tracciato così minuziosamente, e con un sentimento così classico, dal
Bernini.

La magnifica edizione della Corrcspoiidiuicc des Dirccteurs de l'Académie de Franco
à Rome ci permette di seguire e documentare così il pensiero del Colbert, violento roma-
nizzatorc dell'arte del suo paese, come l'opera del Bernini nei riguardi dei giovani
francesi mandati a perfezionarsi a Roma. !1 Colbert, tenace nell'attuazione del suo
piano di estetica politica, dimostra sempre il più vivo attaccamento e la maggiore stima
per il Bernini, nonostante l'abbandono definitivo del suo piano per il rinnovamente ed il
completamento del Louvre, e nonostante il lavoro lento, e condotto dal maestro con evi-
dente disgusto, della statua equestre del Re. Il Colbert, nell'impartire le sue istruzioni ai
Direttori dell'Accademia di Francia in Roma, s'inspira nel modo più stretto ai dettami di
quella pedagogia artistica predicata dal Bernini, che, in sostanza, era una specie di neo-
eclettismo, in cui veniva data una parte preponderante all'arte classica, in vista appunto
della straordinaria sua virtù formativa. Ai precetti del Bernini s'inspira evidentemente
il Colbert (piando fa le sue raccomandazioni relative alla copia dal modello antico, ma
in maniera anche più impressionante allorché, ricordando ciò che ha appreso dalla viva
voce del maestro, o aiutandosi con gli appuntì lasciati da questo, ripetutamente rac-
comanda il viaggio degli artisti in Lombardia, perchè possano vedere e studiare quei pit-
tori, il cui esempio i! Bernini — lo abbiamo veduto — reputa particolarmente utile per
i giovani francesi. Nelle lettere del grande uomo di Stato, dalla fondazione dell'Acca-
demia — ebe, notisi, segue immediatamente al viaggio in Francia del maestro, e quasi
ne è una conseguenza — fino alla morte del Bernini, è continua la raccomandazione
perchè a questo sia affidata la preparazione dei giovani artisti francesi, perchè ne siamo
sollecitati e seguiti i consigli. Allorché il figlio del Colbert si reca in Italia, fra
le raccomandazioni paterne — redatte con quella minuzia e con quel tono perentorio che
sono le caratteristiche dello stile del ministro di Luigi XIV — è quella di recarsi a cono-
scere e a vedere all'opera il Bernini. Questi, d'altra parte, mostrava di gradire tali
prove di fiducia, e noi lo sorprendiamo nel suo vivo interessamento per i progressi del
Girardon, e lo vediamo attendere con amore e con pazienza al perfezionamento dei
giovani ai quali il suo esempio doveva riuscire tanto efficace, e fino agli ultimi anni
della vita operosa lo troviamo av vinto da amore schietto all'instituzione che è insieme
h a mese e romana.

Al Colbert il programma berniniano, che non snatura l'arte francese anche se la
devia dal suo corso, piaceva moltissimo anche perchè gli permetteva di raccogliere
riproduzioni e calcili di cose grecite e romane per adornamento dei palazzi e ch'Ile
ville del suo sovrano, e perchè gli dava l'affidamento di avere un gruppo di artisti
capaci di proseguire la costruzione e la decorazione di quegli edifici con senso ch'ila
grandiosità e con rispetto delle tradizioni classiche. Ma il suo attaccamento, il suo
feticismo per le massime berniniane si rivela anche in un altro curioso particolare rive-
latoci dalla ( orrespondancc, e che non avrebbe valore di per sè se non ci mostrasse la più
cieca obbedienza del grande ministro ad ogni prescrizione, anche di carattere mate-
riale, del grande maestro. Ho, dunque, già notato più addietro con quale amore il Ber-
 
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