Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Instytut Sztuki (Warschau) [Hrsg.]; Państwowy Instytut Sztuki (bis 1959) [Hrsg.]; Stowarzyszenie Historyków Sztuki [Hrsg.]
Biuletyn Historii Sztuki — 69.2007

DOI Heft:
Nr. 1-2
DOI Artikel:
Loffredo, Fernando: Un contributo alla biografia fiorentina di Santi Gucci: =
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.35031#0034

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
UN C0NTR1BUT0 ALLA BIOGRAFIA FIORENTINA DI SANTI GUCCI

29

H 6 ottobre del 1565 due blocchi di marmo appartenuti a Giovann'Angelo Montorsoli,
morto nel 1563, furono venduti a Giovanni per la somma di 100 lire-^. Le notizie a lui
inerenti si dileguano da queiranno, e ció ci induce a confermare che, come proposto oh
/n/ho da Gaetano Milanesi, Giovanni della Camilla si spense nel 1566-^.
Si e gia detto che il nucleo familiare di Santi domici!iava in Via della Crocetta, anche
detta Via del Rosario, e che Giovanni aveva quasi certamente li la sua bottega, nella quale
e supponibile che i figli riceverono il primo esempio formativo. Forsę su questa localizza-
zione e opportuno riflettere qualche istante. Nelle zonę limitrofe impiantarono bottega
molti scultori, ad esempio Baccio da Montelupo, Francesco da Sangaho, Zanobi Lastrica-
ti, e il piu celebre Giambologna-^. In un breve raggio di distanza si raggruppava un gran
numero di maestri dello scalpello, e Giovanni della Camilla entrava a pieno diritto in tale
circuito. E ancora piu interessante rimarcare che Benvenuto Cellini attese al famoso Pcr-
proprio in una bottega tra Via del Rosario e Via della Pergola*^. Santi, ventenne, ebbe
Fopportunita di collaborare alFesecuzione del capolavoro di Cellini. Per quest'uhimo egli
prestó opera almeno dal 7 febbraio al 7 maggio 1553, attendendo alla rinettatura delle
figurę della base, come provato in un documento gia pubblicato da Francesco Tassi, nella
sua edizione critica delPautobiografia celliniana del 1829"^. Le quattro statuette bronzee
furono gettate a due a due nelFaprile e nel giugno del 1552, prima ii Mcrcnr/o e la Donno
eon Por^oo/ono/nho, poi il Ciov<? e la Af/norro. 11 20 agosto dello stesso anno Bernardetto
-4 Birgit LASCHKE, Era G/ouaa Angg/o Moator^o/i. E/n E/orgni/agr Ei/g/haMgr g/g^ 76. 7ahr/mag/gr^, Beriin 1993,
Gebr. Mann Verlag, p. 147, e nota 11. L'autrice cita un documento (ASF, Coaygai/ ^opprg^i, a. 779, 636, c. 55 recto)
che attesta la vendita di alcuni marmi della grgg/Ea g/g/ p[adre]fro G/oyaaa'Aagg/o Montorsoli, due acquistati da ma-
g^/ro G/oyaaa/ Cam///g;a/ jca/iorg e uno da Zanobi Lastricati (per 42 lirę), probabilmente in origine destinati alla nuova
tribuna della Santissima Annunziata, alla quale attendeva Montorsoli, e che a causa della sua morte rimase incompiuta.
^ VASARI-MILANESI, vol. VII, 1881, p. 628, nota 1.
Baccio da Montelupo nel 1504 stava costruendo una casa in Via Laura (ASF, Dgg/ara Egpgg/?h//caaa, 351, c. 687 recto
in Riccardo GATTESCHI, Eacc/o A? TUoa/g/apo. EcgE/org g arc/a2gtto Eg/ C/a^agcgato, Firenze 1993, Editoriale Tosca,
p. 55; documenti trascritti in John DOUGLAS TURNER, EAg ^ca/^iarg Eacc/o & A7oa/g/ggpo, tesi di dottorato,
Brown University, Providence, Rhode Island, USA, 1997, pp. 222-223). Francesco da Sangallo nei primi anni '50
abitava in Via Pinti (Censimento del 25 febbraio 1552, ASF, A7Acg//aaca ALcE/cca, 314, c. 153 recto). Nel censimento
del 1562 Zanobi di Bernardo Lastricati risulta domiciliato nel popolo di San Pier Maggiore (MELONITRKULJA, op.
cit., c. 118 verso). Giambologna risiede dal 1587 fino alla morte in Borgo Pinti (Dimitrios ZIKOS, "Giambologna's
land, house, and workshops in Florence", M/ftgZ/aagga Eaa^Z/aS/orAcAga 7aA/Z/a/g^ a? E/orcaz, XLVI, 2002, pp.
.357-361).
22 Si vedano Karl FREY, Der /Z/grarAcAg 7Vac/i/a^^ GZorg/o 2 voll., Milnchen 1923-1930, bei Gerog Muller,
n. CLXXI, pp. 330-331; e John POPE-HENNESSY, Cg//iai, Milano 1986, Arnoldo Mondadori Editore, p. 171.
2^ VZta g/Z Eganga/o Cg//ZaZ, org/Zcg g ^ca/forg/Zo^T/^o, a cura di Francesco TASSI, 3 voil., Firenze 1829, presso
Guglielmo Piatti, vol. 111, p. 50; anche ne 7 ZraZZaZ/ g/g/Eorg/7c^rM ^ Eg//a yca/Zara g// EcaygaaZo Cg//ZaZ. AonaarcaZg
mg^^Z a//g ^Za/a^g ^gcoaEo /a or/g/aa/g g/gZZaZara g/g/ ccg/icg marc/aao pgr cara g// Car/o MZ/aag^Z. EZ agg/aagoao
i g/AconE g / r/corg/Z in/orno a//'ar/g, /g /g/Zgrg g /g ^app/Zc/rg, /g pog^/g, Firenze 1857, Felice Le Monnier, doc. XIV,
p. 256. MARKHAM SCHULZ (op. cit., p. 130) ha citato altri documenti dove compare il nonie di Santi legato alla
produzione del Egrygo, ringraziando Louis Waldman della segnalazione e indicando la collocazione archivistica. Le
carte sono contenute in un fascicolo intitolato CoaZ/ g// EgaygaaZo Cg//ZaZper aygrfaZZo // Egrigo <? 'mZa g// opgrgfaZZ^ Ea
g/Zygr^Z per // pg/Zo g/g//a Mgg/a^a. Si fa mezione del lavoro di Santi nelle domande di rimborso che Cellini inoltró presso
la corte ducale nel 1554, per aver anticipato a sue spese alcuni compensi destinati ai coilaboratori nel periodo compreso
tra il luglio 1552 e il marżo 1554. Le richieste vennero accolte il 23 maggio 1554, in seguito alla revisione dei conti di
Cellini commissionata a due deputati delLUffizio dei Soprassindaci Carlo Marucelli e Giulio del Tovaglia, dove ritorna
la lista dei salariati da Cellini, tra i quali compare anche Santi. ASF, Eopra^ZaEacZ, EZag/acZ g TT^ZcZo g/g//g Egy/^ZoaZ
g EZag/acaZ/ 7555-7E0E, I, inserto 14, c. 64 verso: AEg/Z 7g// maggio 7553 /irg 73.7X4, paga/Z a Eaa/Z g/i G/oDaun/j g/g/a
Caaa7/a ^ca/Zorg pgr .sag opgrg g/a/g a r/agZZarg /g/Zgarg g/g/a Ea^a g/a' g/i 7 g/ZfgEEra/o pro^Zaropa^aZo a/ ^oprag/g/Zo
EZ pa^a/o Eg/Zo, coaZaaZ/ /a 72 part/tg.
 
Annotationen