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L' idea del viaggio all' altro mondo non è estranea neppure ai Greci, e fin
dall' arguta scena delle liane di Aristofane è stata sviluppata anche da altri poeti
comici1), ma non è mai diventata popolare a tal segno che 1' arte 1' abbia scelta
per decorare un monumento dedicato alla memoria di un defunto. Gli Etruschi,
al contrario, non si stancano di variarla in più modi, come ne fan fede le serie
seguenti.
CAP. XIV.
VIAGGIO AGLI INFERI IN BIGA (CARPENTUM).
Questo soggetto si trova soltanto su urne volterrane.
Dal solito tipo si scosta un rilievo molto basso ed in campo incavato, che deve
essere più antico degli altri.
Museo di Volterra n. 599; 1. 0,885 (il campo incavato occupato dal rilievo
1. 0,545) ! tufo di colore più chiaro e meno compatto di quello generalmente ado-
perato per le urne; molto consumato; tutta la parte sinistra distrutta. Si discerne
un carro scoperto, a due rote, tirato da due cavalli (muli), che procedono verso d.
Sopra le groppe degli animali appare la parte superiore d' un uomo rivolto verso
d. (il cocchiere), e davanti si vede un uomo in vestito corto, che guarda indietro
(un servo o forse Caronte) ; di una figura sdraiata nel carro non si conosce più
nulla. Sul coperchio dell' urna (di pertinenza dubbia) un uomo, di lavoro molto
goffo. —
Il tipo artistico comune agli altri rilievi di questa serie (quasi tutte di alabastro)
può riassumersi brevemente così : Il carro a due ruote (se ne vede sempre una sola
con quattro, sei od otto raggi), della forma del carpentttm dei Romani (s. v.
Blùmner Uòm. Privataltert. p. 463), è munito di una grande coperta di tela, fog-
giata a botte, e non di rado decorata di frange; è tirato da una pariglia di cavalli, o
piuttosto muli(2), che si muovono verso d., quasi sempre al passo, e sempre con
le teste abbassate (si noti che il giogo, ogni qual volta è espresso in scultura, giace,
non sul garrese, bensì più avanti, sul collo degli animali). Il defunto, uomo o donna,
ovvero la coppia matrimoniale, sta sdraiato sotto la coperta e non se ne vede altro
che il busto, all' apertura anteriore. La pariglia, che si muove sempre verso d.,
è preceduta e condotta da un piccolo servo, spesso vestito di un manto a cap-
f1) s. v. E. Rohde, l'si/ehe, p. 289, 2. si trovano espressi in modo chiaro (s. v. i rilievi 364),
(J) La forma ed il portamento della coda, la criniera e la coda in alcuni esemplari è quella del cavallo (s. v. i
rada e tosata sono da mulo, ma le orecchie lunghe e la nn. 1, 5, 9): in genere si deve dire che gli scalpellini
forma della testa, quali son proprie al mulo, rare volte non si sono curati gran fatto di rendere questi distintivi
con esattezza.
L' idea del viaggio all' altro mondo non è estranea neppure ai Greci, e fin
dall' arguta scena delle liane di Aristofane è stata sviluppata anche da altri poeti
comici1), ma non è mai diventata popolare a tal segno che 1' arte 1' abbia scelta
per decorare un monumento dedicato alla memoria di un defunto. Gli Etruschi,
al contrario, non si stancano di variarla in più modi, come ne fan fede le serie
seguenti.
CAP. XIV.
VIAGGIO AGLI INFERI IN BIGA (CARPENTUM).
Questo soggetto si trova soltanto su urne volterrane.
Dal solito tipo si scosta un rilievo molto basso ed in campo incavato, che deve
essere più antico degli altri.
Museo di Volterra n. 599; 1. 0,885 (il campo incavato occupato dal rilievo
1. 0,545) ! tufo di colore più chiaro e meno compatto di quello generalmente ado-
perato per le urne; molto consumato; tutta la parte sinistra distrutta. Si discerne
un carro scoperto, a due rote, tirato da due cavalli (muli), che procedono verso d.
Sopra le groppe degli animali appare la parte superiore d' un uomo rivolto verso
d. (il cocchiere), e davanti si vede un uomo in vestito corto, che guarda indietro
(un servo o forse Caronte) ; di una figura sdraiata nel carro non si conosce più
nulla. Sul coperchio dell' urna (di pertinenza dubbia) un uomo, di lavoro molto
goffo. —
Il tipo artistico comune agli altri rilievi di questa serie (quasi tutte di alabastro)
può riassumersi brevemente così : Il carro a due ruote (se ne vede sempre una sola
con quattro, sei od otto raggi), della forma del carpentttm dei Romani (s. v.
Blùmner Uòm. Privataltert. p. 463), è munito di una grande coperta di tela, fog-
giata a botte, e non di rado decorata di frange; è tirato da una pariglia di cavalli, o
piuttosto muli(2), che si muovono verso d., quasi sempre al passo, e sempre con
le teste abbassate (si noti che il giogo, ogni qual volta è espresso in scultura, giace,
non sul garrese, bensì più avanti, sul collo degli animali). Il defunto, uomo o donna,
ovvero la coppia matrimoniale, sta sdraiato sotto la coperta e non se ne vede altro
che il busto, all' apertura anteriore. La pariglia, che si muove sempre verso d.,
è preceduta e condotta da un piccolo servo, spesso vestito di un manto a cap-
f1) s. v. E. Rohde, l'si/ehe, p. 289, 2. si trovano espressi in modo chiaro (s. v. i rilievi 364),
(J) La forma ed il portamento della coda, la criniera e la coda in alcuni esemplari è quella del cavallo (s. v. i
rada e tosata sono da mulo, ma le orecchie lunghe e la nn. 1, 5, 9): in genere si deve dire che gli scalpellini
forma della testa, quali son proprie al mulo, rare volte non si sono curati gran fatto di rendere questi distintivi
con esattezza.