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Buonpensiere, Emilio Claudio
Il Disegno Nei Suoi Principj Scientifici E Nella Sua Pratica Applicazione: Con 81 tavole incise e cromolitografate — Palermo, 1893 [ersch.] 1894

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https://doi.org/10.11588/diglit.23913#0019

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— 9 —

derlo perfettamente eguale, o se talvolta occorra
togliere le tinte in un disegno, riuscite ineguali
e frastagliate per mancanza di pratica, fa duopo
allora lavare il disegno, adoperando, nel primo
caso, un grosso pennello imbevuto di acqua lim-
pida e, nel secondo, una spugna finissima, insi-
stendo nelle parti più oscure e macchiate, sino
a che la tinta appresa non presenti in generale
una eguaglianza uniforme; e, poscia nettato il di-
segno istesso con acqua versata da alto getto
sulla tavoletta inclinata, vi si passa sopra l'acqua
di allume , per riapplicarvi quindi con maggior

diligenza tante velature della medesima tinta ,
sino a che non riesca dell'intensità voluta.

14. Disegni a matita e modo di fissarli. — Chiaro-
scurando un disegno a matita s'impiegano ma-
tite di diverso numero, cioè le più dure per i
contorni, le più tenere per le ombre. Siccome
però questi disegni vanno soggetti ad alterazione,
per fissarli sulla carta , si versa sopra acqua
satura di allume, o ancor meglio, benzina o ben-
zolo in cui siasi fatto digerire, a temperatura
ordinaria, della gomma elastica tagliata in pezzi.

LEZIONE II.

Del chiaroscuro e dei tratti di effetto

15. La luce è un principio emanato da certi
corpi chiamati luminosi, come per esempio il
sole, la fiamma e tutti i corpi d' ignizione.

16. Chiamasi raggio di luce quella linea retta
descritta dal lume nel vibrare il proprio splen-
dore sui corpi.

17. La luce propagandosi in tutte le direzioni,
i suoi raggi riempiono interamente lo spazio se
nessun corpo opaco trovasi sulla loro direzione
ad intercettarli; ma esistendo un tal corpo, tutti
i raggi sulla cui direzione esso si trova verranno
arrestati, e produrranno in esso i chiari o le
parti illuminate. Questa luce che deriva imme-
diatamente dal corpo luminoso dicesi luce diretta.

18. I raggi luminosi intercettati dal corpo non
si estendono più al di là di esso, il quale lascia
dietro di sè uno spazio privo di luce che si chia-
ma ombra.

19. L' oscurità prodotta sul corpo istesso di-
cesi ombra propria , e ombra portata o ribat-
timento quella, che manda o proietta il corpo
sopra il piano od altro corpo gettandola fuori di
sè nella stessa direzione dei raggi luminosi tan-
genti al corpo istesso. Se il punto luminoso o
il corpo opaco cambia di posizione, l'ombra can-
gia di posto anch'essa.

20. Dicesi luce riflessa quella , che proviene

da un corpo non per sè luminoso, ma che ri-
ceve la luce, e quindi la respinge illuminando
altri corpi o parti di essi, le quali senza di ciò
starebbero nell'ombra.

Quando un raggio di luce arriva sopra un
corpo opaco, viene dallo stesso respinto nella me-
desima inclinazione che lo riceve, la quale è mi-
surata dalla normale che parte dal punto ove il
raggio si arresta ; da ciò si deduce che se il
raggio avrà la direzione della normale, nel ri-
flettersi torna su di sè stesso. Il primo raggio
dicesi incidente, il secondo di riflessione; così
pure il primo angolo dicesi angolo d'incidenza,
e il secondo di riflessione. La fisica dimostra
essere eguali questi due angoli; quindi, conside-
rata la proprietà di eguaglianza di questi angoli
e le forme e la situazione dei corpi riflettenti,
è assai facile stabilire la direzione dei riflessi.

La teoria delle ombre è della massima im-
portanza pel disegno essendo uno dei principali
elementi che serve ad esporre con evidenza na-
turale gli oggetti che senza di esse resterebbero
sulla superfìcie della carta figure piane.

21. Per determinare la direzione e la forma
delle ombre si deve supporre che il punto lu-
minoso sia ad una distanza indefinita, come sa-
rebbe il sole rispetto a noi, i cui raggi lumi-

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