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Buonpensiere, Emilio Claudio
Il Disegno Nei Suoi Principj Scientifici E Nella Sua Pratica Applicazione: Con 81 tavole incise e cromolitografate — Palermo, 1893 [ersch.] 1894

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https://doi.org/10.11588/diglit.23913#0180

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— 170 —

accrescere la vivacità delle tinte del dipinto. Quelle
di legno naturale, di colore oscuro, come il caso
di una cornice di noce, può anche permettersi
per contrapposto a certi fondi di colore azzurro
piuttosto carico e incupito, ma sempre più chiaro
della cornice.

In generale le cornici siano larghe, indorate
o di colore oscuro; ma queste ultime solamente
da adattarsi a dipinti d'intonazione chiara.

Siccome però non è cosa facile, come parreb-
be, armonizzare la cornice con l'intonazione del
quadro, e siccome, d'altra parte, dipingendo senza

cornice, certi colori appajono ben più vivaci che
non lo siano realmente, mentre invece, incorni-
ciato che sia il quadro, quelli vengono a mostrarsi
più incupiti e meno intensi, così, a ovviare sif-
fatti inconvenienti, è buona cosa incominciare e
compiere il dipinto nella stessa cornice che gli
i appresta, la quale, per altro, si dovrà scegliere
tra quelle che, per profilo e colore, rispondano
meglio all'intonazione che si vuol dare al dipinto,
cioè che non torni di eccessivo contrasto di tono.

Tutte le regole sin qui trattate non si debbono
mai tenere in una importanza secondaria.

LEZIONE XXII

Degli stili architettonici e ornamentali.

A complemento di quest'opera, che mira a
svolgere quanto è necessario per una generale
cultura artistica in coloro che esercitino arti at-
tinenti al disegno, facciamo seguire alcune linee
generali sui caratteri che distinguono i varj stili
architettonici e decorativi dei varj popoli.

Sin da quando l'uomo ebbe bisogno di fabbri-
carsi un ricovero, si costruirono semplici capanne
e si praticarono grotte nel vivo masso. Ma il
modo di costruire siffatti ricoveri rimase mestiere
sino all'epoca che l'uomo, perdute le tracce di sua
barbarie, sentì il bisogno di porre ad effetto i
primi concetti ideali effettuando nella materia il
bello creato dalla mente; e si ebbe così la prima
costruzione architettonica.

Quest'arte, che si svolse col progresso morale
dell'uomo e giunse all'apogeo della perfezione se-
condo il carattere locale, la vediamo pregevole
in modo altissimo nei tempj in onore alla divi-
nità, e specialmente nelle epoche classiche di tutti
i popoli d'Europa.

Osserviamo intanto come l'architetto di qual-
sivoglia opera, che pur non sia monumentale,
agisce sotto l'influsso dell'indole dell'epoca, in cui
vive e delle necessità locali; onde le produzioni
architettoniche rivelano insieme le idee religiose,
il vero carattere delle nazioni, il modo di pen-

sare di un popolo e di un'epoca, le condizioni e-
steriori, i costumi, le condizioni del clima e la ma-
teria da costruzione che si trova nel paese.

184. Stile egizio. L'Egitto vanta una civiltà an-
tichissima. La sua età storica è divisa in tre im-
peri, e comprende trentuno dinastie regnanti.

L'antico impero, che precede le conquiste de-
gl' Hyksos, o re pastori, fu governato da dieci di-
nastie per 1076 anni (?), le quali ebbero quasi tutte
sede in Menfi, città costrutta dal primo re, Me-
ne, circa 5000 anni av. C. Fu egli il primo che
riunì nelle sue mani il potere innanzi diviso in
più stati, e che i suoi successori seppero esten-
dere. Peraltro la floridezza dell'antico Egitto non
va oltre la VI dinastia , come ci confermano i
monumenti che esistono dell'antico impero.

Il medio impero ebbe per capitale Tebe, e durò
450 anni(?), cioè dalla XI alla XVII dinastia (1).
Tra queste la XII fu illustrata da Amenemhe III
che innalzò il labirinto presso il grande serbatojo
da lui scavato per le acque del Nilo e chiamato
dai Greci lago Meri.

(1) Quest'epoca fu turbata dalla grande invasione
dei Pastori (2200 anni av. C), che governarono solo il
basso Egitto, per 500 anni durante le dinastie XV, XVI,
XVII, sotto la quale ultima visse Giuseppe ministro
del principe Apoppus.
 
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