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Buonpensiere, Emilio Claudio
Il Disegno Nei Suoi Principj Scientifici E Nella Sua Pratica Applicazione: Con 81 tavole incise e cromolitografate — Palermo, 1893 [ersch.] 1894

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https://doi.org/10.11588/diglit.23913#0163

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LEZIONE XXI.

Pittura

NECESSITA DI UN INSEGNAMENTO SCIENTIFICO.
IL COLORE NEI CORPI, I PIGMENTI COLORATI, LA PROSPETTIVA AEREA.

Abbiamo sin qui svolto le cognizioni proprie
a sviluppare le facoltà del genio decorativo in
ogni ramo di arte, specialmente nella parte che
riguarda l'estetica delle forme e dei colori. No-
tizie più estese intorno alla policromia decora-
tiva in genere si possono attingere nella celebre
opera dello Chevreul, De la loi da contraste
simultanee des couleurs et de ses applications.
In quella del Prof. Giulio Belletti è svolto tutto
un sistema di teoria scientifica sulla luce e co-
lori, che forma il titolo del manuale. Oltre a
questa opera vi è quella del Brucke des princips
scientifiques des beaux arts, opera utilissima, spe-
cialmente ai pittori-e agli scultori, la quale spiega
gli inganni ottici e altri fatti che sono d'importanza
capitale nella pratica. Dopo lo studio di siffatte
opere abbiamo compilato la nostra, nell'intendi-
mento di corredare i giovani, i quali coltivano le
varie arti che hanno per fine il bello, di tutti quei
principi scientifici ed estetici che non soglionsi
impartire nelle scuole di arti belle.

169. Indirizzo degli Istituti di Belle Arti. Ci si è
detto, parlando della pittura decorativa e di qua-
dri , che gì' istituti di belle arti servono a dare
un indirizzo, un avviamento all'arte pittorica,
giacché il giovane si forma artista nel suo stu-
dio. Bene! ma come lo avviate? Facendo copiare
dalla stampa o dal rilievo il tale o tal'altro mo-
dello, di questo e di quell'altro genere, e fa-
cendo imparare quattro regole prospettiche. E
ciò costituisce un indirizzo artistico? Cotesto per
noi è dare delle infarinature che fanno degli
sporca-tele, che, pel soverchio lor numero, di-
struggono il gusto per le belle arti ; nè ciò si

può mettere in dubbio: l'occhio si abitua a vedere
sempre del brutto, o, quanto meno, delle cose
che lasciano un vuoto nell'animo, e a lungo an-
dare è conseguente la decadenza del gusto.

Gl'Istituti di Belle Arti in Italia sono troppi:
il loro soverchio numero presuppone una molti-
tudine di frequentatori; che a sua volta farebbe
sperare che essi fossero vere pipiniere di genj.
I genj però sono come le mosche bianche, e poi-
ché quelli che fan progredire le arti sono per
l'appunto i genj, bisogna, a non creare spostati
o mediocrità pennelleggianti e scalpellanti, avere
cura soltanto dei genj. Per gli altri che non sono
genj (e quanti ce ne sono!) bastano le scuole
d'arti industriali, che abbiano officine annesse,
sul tipo del Museo industriale di Napoli, e che,
più o meno, sono istituite in quasi tutti i capi-
luoghi di provincia.

In quanto poi all'aver cura dei genj, bastereb-
bero due soli, o, al massimo, tre istituti di belle
arti, in un paese come l'Italia , i quali fossero
ordinati, come conviensi alla nobiltà , alle esi-
genze dell'istituzione e dei tempi. L'Italia non ha,
neppure in Firenze, la patria di Michelangelo, nep-
pure in Roma, politecnico vivente, un istituto
ordinato come quelli delle altre nazioni civili cui
Roma fu già maestra di ogni cultura.

Taluni voglion dire che per far ciò v'abbiso-
gnino 'molti mezzi, e non si accorgono che si
spende forse assai più a tenere su tanti istituti
di belle arti, quanti ve ne sono ora in Italia (1).

(1) Potremmo dimostrare con l'eloquenza delle ci-
fre , che noi sosteniamo una irrefutabilissima verità.

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