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Buonpensiere, Emilio Claudio
Il Disegno Nei Suoi Principj Scientifici E Nella Sua Pratica Applicazione: Con 81 tavole incise e cromolitografate — Palermo, 1893 [ersch.] 1894

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https://doi.org/10.11588/diglit.23913#0023

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— 13 —

mette dopo quella una terza tinta che ricopra la
seconda di una divisione a destra e a sinistra
(fig. 23, tav. IV); si continui della medesima ma-
niera ricoprendo di piti in più secondo le diret-
trici a lapis, il che darà successivamente dei ri-
sultati espressi dalle fig. 24, 25, 26.

In ultimo bisogna occuparsi della parte feig,
che è nella mezza tinta e che la si ricopre egual-
mente di tinte successive e più leggiere indicate
dalla fig B, tav. IV. Si termini in fine, con
una tinta leggerissima, che si estenda su quasi
tutta la superficie, non lasciando scoperta che
una piccolissima porzione della superficie bril-
lante e m n i.

ACQUARELLO A TINTE FUSE

Sia proposto di acquarellare un cilindro a tinte fuse.

(fig. 27, 28, 29, C, tav. IV)

32. La posa di queste tinte presentando più

difficoltà, esige una certa pratica che può acqui-
starsi, del resto, seguendo il metodo come è qui
appresso indicato.

Seguendo le indicazioni date (fig. 20, tav. IV),
per la posa regolare dei toni, gli allievi potranno
acquarellare un cilindro a tinte fuse , mettendo
prima una tinta sulla linea di separazione di om-
bra e di luce, e fondendola in ciascun fianco di
essa (fig. 27, tav. IV); poscia successivamente
una seconda e una terza tinta che si fonde egual-
mente (fig. 28, tav. IV) ; si arriva così ai risul-
tati espressi dalle fig. 29 e C, tav. IV.

Non abbiamo creduto dovere indicare tutte
queste tinte successive, perchè abbiam fatto suf-
ficientemente comprendere il metodo acconcio a
questo processo ; consigliamo gii allievi a fare
così qualche studio di acquarello sopra i corpi
semplici di differenti dimensioni.

Per le macchie che possono nascere per di-
fetto della carta o per tutte le altre cause si ri-
corra alle avvertenze dei §§ 12 e 13.

LEZIONE IV.

Principi generali della disposizione delle forme e dei colori
nell' architettura e nelle arti decorative.

Principii generali.

Prop. la — Le arti decorative nascono dall'ar-
chitettura e da essa dipendono.

Prop. 2a — L'architettura è l'espressione ma-
teriale dei bisogni, delle facoltà e dei sentimenti
del tempo in cui essa è stata creata.

Lo stile in architettura è la forma particolare
che questa espressione prende sotto V influenza
del clima, dei costumi e dei materiali di cui essa
dispone.

Prop. 3a — Come nell'architettura, così in tutte
le opere d'arte decorativa, devono coesistere la
convenienza, la proporzione e l'armonia, le quali
nel loro insieme hanno per risultamento il riposo.

Prop. 4a — La vera bontà risulta dal riposo

che prova l'anima, allorché la vista, l'intelligenza
e le affezioni si trovano sodisfatte.

Prop. 5* — La costruzione deve essere deco-
rata. La decorazione non deve avere per fine sè
medesima.

Ciò che è bello è vero; ciò che è vero è ne-
cessariamente bello

Della forma generale.

Prop. 6a — La bellezza della forma è prodotta
dalle linee che nascono le une dalle altre in on-
dulazione graduata. Non vi saranno punto escre-
scenze; non vi sarà null'altro che nuoca alla bel-
lezza della composizione.
 
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