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Gesellschaft für Vervielfältigende Kunst [Hrsg.]
Die Graphischen Künste — N.F. 1.1936

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Calabi, Augusto: Note sulla storia economico-sociale degli incisori, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.6336#0124

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Carte geografiche o topografiche, di cittä di regioni di mari, e stampate e colorate sono valu-
tate da cinque soldi a tre lire ciascuna secondo il soggetto e la grandezza del formato, ed un
buon fondo di matrici in metallo ed in legno, nominate singolarmente con titoli che ci per-
mettono una sicura identificazione con opere a noi pervenute dell'arte incisoria fiorentina,
sono disgraziatamente calcolate solo per il loro peso complessivo: quattrocentosettantacinque
libre di rame, ottone e stagno.

8. Prezzi e retribuzioni nel secolo XVII

Maggiormente precise e soprattutto piü specificatamente chiare sono le indicazioni di un
altro inventario, quello della successione di Israel Silvestre mercante ed editore di stampe
parigino, con le stime fatte da Pierre Mariette. Quelle che si riferiscono a Deila Bella sono
particolarmente interessanti, specie se si riuniscono ad altre di diversa origine.

Nel 1661, dieci anni dopo che Fartista era tornato a Firenze, per delle lastre che erano State
certo molte o moltissime volte stampate, poiche avevano in media quindici anni di vita, ed
avevano incontrato il piü grande successo al momento stesso della loro pubblicazione, il Mariette
fa un inventario nominativo a prezzi varianti tra un terzo di lira e sei lire: trattasi in grande
parte di piccolissime lastre, inferiori anche ai cento centimetri quadrati e che erano State
fatte ed erano vendute in serie organiche di almeno sei.

Venti anni prima una di queste serie di sei pezzi era stata comperata appena incisa dal
Langlois, per cento franchi. E per trecento la vedova di lui aveva comperato da un collega
la lastra di Le Pont neuf, edita quindici anni prima. Naturalmente non sappiamo quante
copie ne erano State tirate nei quindici anni trascorsi, ma un'idea del ritmo di vendita ce
la dänno le annotazioni del Langlois a proposito del Siege d'Arras, grande stampa di dif-
ficile vendita, perche di ordinazione ufficiale e quindi distribuita direttamente alle personalitä
del mondo politico che, sole o quasi, potevano esservi interessate. Ebbene il Langlois ne com-
pera per la sua bottega il 31 gennaio venti copie, il 6 marzo dieci copie, il 17 aprile altre otto.

Un documento autentico di Deila Bella, del 56, ci informa di tre spedizioni da lui fatte da
Firenze al Mariette a Parigi per un totale di duecento trentacinque lire, che ad una media
di quattro soldi e sette decimi equivalgono a mille stampe. Mille stampe spedite in breve
tempo e che Fartista pensa possano essere giä vendute e debbano essere sostituite da altri
esemplari ed accompagnate da nuove opere.

Di queste duecentotrentacinque lire, centotrentasei servivano per pagare Faffitto della
casa che Deila Bella occupava, al proprietario abkante Parigi: disgraziatamente non sap-
piamo a quäle periodo di tempo si riferiva.

Per comoditä di conteggio e perche in quell'epoca le stampe di Della Bella sono in mag-
gioranza di grande e medio formato, ho sopra assunto come prezzo medio quattro soldi e sette
decimi; per le piccole il prezzo a cui Fartista le cedeva al mercante era certamente inferiore:
vediamo che egli ricompera (nel 1641, cioe quindici anni prima) qualche libretto delle sue
stampe piü piccole a un soldo la pagina. Compera anche delle altre stampe di altri artisti,
per esempio dei ritratti di varia grandezza, da un soldo ad otto soldi ciascuno, e dei piccoli
Rembrandt a quattro soldi.

II prezzo dei Rembrandt saliva anche piü alto per i pezzi di maggiore importanza, fino
ad un gülden, da quanto pare di capire dai documenti di cui disponiamo, ed era piü variabile
che per altri artisti data la grandissima differenza di quantitä di lavoro rappresentata dai
diversi gruppi di stampe. Si intende che considero solamente i prezzi normali di edizione
e non quelli eccezionali e posteriori di speculazione, sia stata pure promossa da Rembrandt
stesso e dal figlio con acquisti nelle vendite all'asta, e che non mi sento di far deduzioni dalle

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