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Hulin de Loo, Georges [Honoree]
Mélanges Hulin de Loo — Bruxelles [u.a.], 1931

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https://doi.org/10.11588/diglit.42068#0038

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MÉLANGES HULIN DE LOO

lion puô affatto stupire, qnando si rifletta corne, a partire
almeno clal 1450, la pittura fiamminga sia penetrata pro-
fondamente negli ambienti signorili italiani. Il ginbileo di
papa Nicolô V porto in Italia Ruggero Yan der Weyden;
la corte papale, qnella aragonese di Napoli, i Medici, g-li
Estensi, gli Sforza ebbero rapporti con lui. Puô dirsi che
—- corne Giovanni Van Eyek nella Penisola Iberica circa
un quarto di secolo prima — Ruggieri di Bruggia sia stato
il divulgatore délia pittura fiamminga nelle terre d’Italia.
Ma nei confronti di Clemente VII c’è qualche cosa di
più del generico interesse italiano per la pittura fiamminga :
è noto infatti corne verso la fine del Quattrocento (a. 1499) il
Cardinale Giovanni de’ Medici (Leone X) viaggiô Oltralpe,
spingendosi fin nelle Flandre e corne il cugino Giuliano
(Clemente VII) gli fu compagno in queste peregrinazioni.
A voler penetrare più intimamente nell’esame di questo
trittico al fine di procedere da una classificazione generica
o una attribuzione specifica, la nostra attenzione si ferma
subito di preferenza sullo scomparto centrale délia Pietà.
Il tipo di questa, con i busti del Cristo morto e dell’ Addo-
lorata, ravvicinati in due tavolette distinte o riuniti nella
stessa tavola, è notissimo. Di essa esistono moite repliche :
una prima al Museo di Bruges, una seconda al Museo di
Strasburgo, una terza alla Galleria Nazionale di Londra,
una quarta al Louvre, una quinta nella Galleria Spiridon.
Sono state genericamente attribuite a scuola fiamminga
délia seconda metà del secolo XV; ma per l’esemplare di
Strasburgo è stato fatto clal Priedlander (Jahrb. f.
Knstw., 1923, pp. 167 ss.) e dal Michel {Gaz. B. A., sett-
ott. 1927) il nome di Simon Marmion, mentre per quello
di Londra lo stesso Friedlander, indicandolo corne il proto-
tipo délia sérié, ha pensato alla bottega di Thierry Bouts.
Si aggiunga che la Mater Dolorosa acquistata recentemente
per il Museo Jacquemart-André (Gaz B. A., nov. 1926)
potrebbe appartenere, secondo il Fierens (Rev. de VArt,
nov. 1926), a una quasi analoga figurazione di Pietà, da
 
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