PARTE PRIMA
21
DESCRIZIONE IV
PIAZZETTA DI S. MARCO
La magica prospettiva di questa Piazzetta è tale
da potersi più presto ammirare che descrivere, pre-
cinta ai due lati dalle superbe moli de’Palazzi Du-
cale e Reale, e come nel fondo della scena chiusa
dall’isola di s. Giorgio, che galeggia sull’acque e
su cui 1’ occhio piacevolmente riposa. Uscendo dal-
la Basilica di s. Marco, torreggia, a destra, volgen-
dosi al Molo, la nobilissima facciata di questo se-
condo lato del Palazzo Reale, architettata dal ge-
nio di Jac. Sansovino e di Vincenzo Scamozzi
(che viene a formare la II parte della I Descri-
zione). Diviso in due ordini, dorico e ionico, con
sottoposto un porticato di 21 arco, il sopra orna-
to ha un fregio egregiamente ripartilo, e sopra la
cornice una balaustrata con belle statue rappresen-
tanti alcune Divinità dei Pagani scolpite da Dane-
se Cutaneo e Tommaso Lombardo. Due gigantesche
cariatidi, che formano gli stipiti dell’ arco interno
di mezzo, danno ingresso a questo, un tempo Bi-
blioteca, ora Palazzo Reale, per una magnifica Sca-
la, dipinta dal Semolei e da Batista Del Moro, nelle
ornate rivolte messe a stucchi dal Vittoria. Le pre-
giate prospettive nel soffitto della prima Sala sono
di Cristoforo e Stefano Rosa. E’degna del pennello
di Tiziano la bella figura della Sapienza, quantun-
que si dica suo lavoro senile. La Sala maggiore, che
si stimava da quel fiore degli architetti, Palladio,
il più ricco et ornato edilìzio dagli antichi fino ai
nostri giorni, in 21 comparto, ripartiti in selle or-
dini, ha il cielo rallegrato da varie pitture legate
fra loro da leggiadre fantasie del Franco. Nei tre
primi comparti, verso la porta, Giulio Licinio volle
rappresentare la Vigilanza, la Pazienza e il Digiuno
che mai non si scompagnano dalla Virtù, le Cure
che si domandano al conseguimento di essa, e la Glo-
ria e la Felicità che ne derivano. IL Giuseppe del
Salviati la Virtù disprezzatrice della Fortuna, l’Ar-
te con Mercurio e Plutone, e la Guerra, vago nu-
do, con molt’ altre figure. III. Il Franco 1’ Agricol-
tura, la Caccia e la Fatica. TV. Giovanni de Mio
i pregi della Religione, e la Natura produttrice in-
nanzi a Giove : e il Prete Genovese la Scultura,
co’suoi emblemi. V. Gio. Battista Zelotti l’amore
delle Scienze, il piacere dell’Arti; e il Padovanino la
Geometria e l’Astronomia. VI- Paolo Veronese la
Musica, la Geometria, l’Aritmetica e l’Onore diviniz-
zato. VII- Nel mezzo a queste è di Andrea Schia-
vane il decoro del Sacerdozio, del Principato e della
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DESCRIZIONE IV
PIAZZETTA DI S. MARCO
La magica prospettiva di questa Piazzetta è tale
da potersi più presto ammirare che descrivere, pre-
cinta ai due lati dalle superbe moli de’Palazzi Du-
cale e Reale, e come nel fondo della scena chiusa
dall’isola di s. Giorgio, che galeggia sull’acque e
su cui 1’ occhio piacevolmente riposa. Uscendo dal-
la Basilica di s. Marco, torreggia, a destra, volgen-
dosi al Molo, la nobilissima facciata di questo se-
condo lato del Palazzo Reale, architettata dal ge-
nio di Jac. Sansovino e di Vincenzo Scamozzi
(che viene a formare la II parte della I Descri-
zione). Diviso in due ordini, dorico e ionico, con
sottoposto un porticato di 21 arco, il sopra orna-
to ha un fregio egregiamente ripartilo, e sopra la
cornice una balaustrata con belle statue rappresen-
tanti alcune Divinità dei Pagani scolpite da Dane-
se Cutaneo e Tommaso Lombardo. Due gigantesche
cariatidi, che formano gli stipiti dell’ arco interno
di mezzo, danno ingresso a questo, un tempo Bi-
blioteca, ora Palazzo Reale, per una magnifica Sca-
la, dipinta dal Semolei e da Batista Del Moro, nelle
ornate rivolte messe a stucchi dal Vittoria. Le pre-
giate prospettive nel soffitto della prima Sala sono
di Cristoforo e Stefano Rosa. E’degna del pennello
di Tiziano la bella figura della Sapienza, quantun-
que si dica suo lavoro senile. La Sala maggiore, che
si stimava da quel fiore degli architetti, Palladio,
il più ricco et ornato edilìzio dagli antichi fino ai
nostri giorni, in 21 comparto, ripartiti in selle or-
dini, ha il cielo rallegrato da varie pitture legate
fra loro da leggiadre fantasie del Franco. Nei tre
primi comparti, verso la porta, Giulio Licinio volle
rappresentare la Vigilanza, la Pazienza e il Digiuno
che mai non si scompagnano dalla Virtù, le Cure
che si domandano al conseguimento di essa, e la Glo-
ria e la Felicità che ne derivano. IL Giuseppe del
Salviati la Virtù disprezzatrice della Fortuna, l’Ar-
te con Mercurio e Plutone, e la Guerra, vago nu-
do, con molt’ altre figure. III. Il Franco 1’ Agricol-
tura, la Caccia e la Fatica. TV. Giovanni de Mio
i pregi della Religione, e la Natura produttrice in-
nanzi a Giove : e il Prete Genovese la Scultura,
co’suoi emblemi. V. Gio. Battista Zelotti l’amore
delle Scienze, il piacere dell’Arti; e il Padovanino la
Geometria e l’Astronomia. VI- Paolo Veronese la
Musica, la Geometria, l’Aritmetica e l’Onore diviniz-
zato. VII- Nel mezzo a queste è di Andrea Schia-
vane il decoro del Sacerdozio, del Principato e della