PARTE SECONDA
^L
DESCRIZIONE IX
INTERNO DELL’ARSENALE (ia tana)
Prima di giungere a questa imponente Officina,
detta tana, o Corderìa, si passa un ordine di luo-
ghi minori, di cui noteremo in breve le cose es-
senziali. Sopra la porta del Piazzale, nominato del
Porto, si scorge il Monumento da Alvise Foscari
eretto al suo amico Girolamo Contarini, che si se-
gnalò nella guerra di Cipro l’anno 1677: il busto
dell’Eroe è di Girolamo Collari d’Udine. Seguono
indi dieci Cantieri che servono per deposito di og-
getti di carenaggio, per officina di pittura, di fale-
gname, di taglie, di tornitori, di sculture ec. (le
quali servono di ornamento interno ed esterno ai
navigli). Dal ponte del Molo si passa nel Riparto
Seghe, e poi nella Sala dei Modelli ; la quale, pur
troppo da mani straniere si vide nell’anno 1797
rapito tutto che di meglio racchiudeva. Tuttavia
conserva alcuni modelli di galeotte, di brick, di fre-
gate e di bastimenti moderni. V’ha in mezzo ad
essi quello della Fregata Venere e della Pallade,
ultimi legni costrutti sotto la Repubblica ; ed altri
ingegni di meccanica, e vascelli e molle altre navi
e forestiere e patrie; tra cui il modello esattissimo
del celebre Bucintoro tutto quanto rimesso a do-
rature che il Doge nella festa delEAscensione mon-
tava per lo sposalizio del mare. Era ques'to un na-
viglio lungo piedi 100, diviso in due piani: il su-
periore offriva l’aspetto di magnifica sala. A poppa
sotto grazioso gabinetto sedeva la Signoria e il Do-
ge sopra un trono risplendentissimo di oro e di
magnifici ornamenti. Tutto il tiemo era coperto
come da un padiglione disteso di velluto cremesi-
no; e dalla loggia si strisciava sull’ acqua un ric-
chissimo tappeto ricamalo. La carena poi tutta in-
tagliata di Deità marine ; e il parapetto mostrava
la storia mitologica delle principali tra esse. Quindi
Anfitrite con Nettuno, quindi Nereo e Leucippe con
Dori e Galatea, e la Madre di Amore ch’ebbe cul-
la dall’onde. Alcune Ninfe, a guisa di cariatidi, so-
stenevano il tetto. Al sommo della prora sorgeva-
no la Pace e la Giustizia, e Marte, figura colossale,
esimio lavoro di Alessandro Vittoria. A si ricco é-
steriore rispondeva l’interno, ch’era veramente ma-
raviglioso. Le Scienze e le Arti, le Muse, le Virtù
e le Stagioni raffiguravano quasi un nuovo Olim-
po. Quarantadue remi e 168 uomini davano corso
a questo Naviglio che tra le liete acclamazioni d’un
popolo discendente dai Dandolo, dai Micheli, dai
Zeni, dai Pisani, dai Mauroceni compiva 1’ augusta
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DESCRIZIONE IX
INTERNO DELL’ARSENALE (ia tana)
Prima di giungere a questa imponente Officina,
detta tana, o Corderìa, si passa un ordine di luo-
ghi minori, di cui noteremo in breve le cose es-
senziali. Sopra la porta del Piazzale, nominato del
Porto, si scorge il Monumento da Alvise Foscari
eretto al suo amico Girolamo Contarini, che si se-
gnalò nella guerra di Cipro l’anno 1677: il busto
dell’Eroe è di Girolamo Collari d’Udine. Seguono
indi dieci Cantieri che servono per deposito di og-
getti di carenaggio, per officina di pittura, di fale-
gname, di taglie, di tornitori, di sculture ec. (le
quali servono di ornamento interno ed esterno ai
navigli). Dal ponte del Molo si passa nel Riparto
Seghe, e poi nella Sala dei Modelli ; la quale, pur
troppo da mani straniere si vide nell’anno 1797
rapito tutto che di meglio racchiudeva. Tuttavia
conserva alcuni modelli di galeotte, di brick, di fre-
gate e di bastimenti moderni. V’ha in mezzo ad
essi quello della Fregata Venere e della Pallade,
ultimi legni costrutti sotto la Repubblica ; ed altri
ingegni di meccanica, e vascelli e molle altre navi
e forestiere e patrie; tra cui il modello esattissimo
del celebre Bucintoro tutto quanto rimesso a do-
rature che il Doge nella festa delEAscensione mon-
tava per lo sposalizio del mare. Era ques'to un na-
viglio lungo piedi 100, diviso in due piani: il su-
periore offriva l’aspetto di magnifica sala. A poppa
sotto grazioso gabinetto sedeva la Signoria e il Do-
ge sopra un trono risplendentissimo di oro e di
magnifici ornamenti. Tutto il tiemo era coperto
come da un padiglione disteso di velluto cremesi-
no; e dalla loggia si strisciava sull’ acqua un ric-
chissimo tappeto ricamalo. La carena poi tutta in-
tagliata di Deità marine ; e il parapetto mostrava
la storia mitologica delle principali tra esse. Quindi
Anfitrite con Nettuno, quindi Nereo e Leucippe con
Dori e Galatea, e la Madre di Amore ch’ebbe cul-
la dall’onde. Alcune Ninfe, a guisa di cariatidi, so-
stenevano il tetto. Al sommo della prora sorgeva-
no la Pace e la Giustizia, e Marte, figura colossale,
esimio lavoro di Alessandro Vittoria. A si ricco é-
steriore rispondeva l’interno, ch’era veramente ma-
raviglioso. Le Scienze e le Arti, le Muse, le Virtù
e le Stagioni raffiguravano quasi un nuovo Olim-
po. Quarantadue remi e 168 uomini davano corso
a questo Naviglio che tra le liete acclamazioni d’un
popolo discendente dai Dandolo, dai Micheli, dai
Zeni, dai Pisani, dai Mauroceni compiva 1’ augusta